Abbiamo ascoltato in esclusiva Tomas Danilevicius, ex attaccante della Juve Stabia e della nazionale lituana. Con lui abbiamo ripercorso la sua esperienza in gialloblù.
Tomas innanzitutto cosa stai facendo ora? Ho smesso di giocare. Ho vissuto l’ultima stagione da calciatore ormai due anni e mezzo fa nell’ND Gorica. Avevo ancora un legame contrattuale con il Parma ma conosciamo tutti le scorse vicende della società emiliana quindi ho preferito sciogliere il contratto. Avevo richieste dall’India e dalla Lituania ma ho preferito fermarmi. Attualmente ho una mia attività imprenditoriale in ambito immobiliare che mi porta a vivere e lavorare tra la Svizzera e la Lituania. Sono contento, ho smesso per mia volontà e non per problemi fisici o per mancanza di alternative.
Hai ancora modo di seguire la Juve Stabia? Certo, seguo la Juve Stabia come tutte le squadre in cui ho giocato. Il periodo in gialloblù è stato bellissimo per me e condito da tante soddisfazioni. Non posso che guardare con interesse la Juve Stabia e sperare in risultati positivi per le Vespe.
Tu arrivasti a Castellammare come il calciatore di qualità ed esperienza. Molti ricordano i gol di Sau ma tu, Maury, Mezavilla ecc avevate un ruolo importantissimo: facevate il lavoro sporco in zone diverse del campo ma utilissimo per la squadra. Hai detto bene. Nella prima stagione c’era Marco che andava in rete in continuazione ed i suoi gol facevano bene a tutta la squadra. L’obiettivo era salvarsi ed i gol di Marco erano fondamentali. Io lo aiutavo nei contrasti, nelle sportellate e negli assist, magari segnando di meno. Non a caso nelle ultime giornate, quando non giocai per infortunio, anche Marco segnò molto poco. Ad ogni modo con Marco ci trovavamo molto bene; eravamo una bella coppia d’attacco.
La seconda stagione invece ti ha visto andare in rete con continuità . Esatto; il secondo anno è stato altrettanto bello dal punto di visto personale. Sono andato in rete con continuità e forse questo salta più all’occhio ma sono soddisfatto di entrambe le mie stagioni alla Juve Stabia; sia la prima che la seconda sono state bellissime. Credo di essere stato importante in entrambe le stagioni, prima con i contrasti e poi con i gol.
Poche settimane fa Francesco Ripa ha segnato una tripletta, proprio come facesti tu contro la Pro Vercelli. Che ricordo hai di quella giornata? Fu una partita particolare. La preparazione della gara fu esattamente come quella delle altre partite, solo in campo la giornata divenne speciale. Fu una tripletta importante perché permise alla squadra di vincere una partita tosta ed in trasferta. E’ senza dubbio un bellissimo ricordo.
A proposito di gol, a quali delle tue reti gialloblù sei più legato? Probabilmente alla prima, messa a segno nella gara interna contro il Pescara. Quella rete vale tanto per me, anche perché poche ore prima era scomparso mio nonno. In più era una gara che arrivava nella fase iniziale della stagione, che per noi fu molto difficile. Al Menti arrivava il Pescara di Immobile, Insigne e Zeman. Affrontare una squadra così forte, in un momento difficile per la tua squadra, avendo saputo della scomparsa di una persona cara ed andare in rete, poi vincendo, fu molto importante. Ricordo con emozione anche la rete nel derby contro la Nocerina, molto sentito dai tifosi ed arrivato nella giornata successiva.
A distanza di anni hai ancora modo di sentire Manniello e Braglia? Che rapporto è rimasto con loro? Mi sento spesso con il Presidente, soprattutto via sms. Non ti nascondo che ci siamo lasciati in ottimi rapporti e non mi dispiacerebbe tornare a salutarlo quando gli impegni me lo permetteranno. Con Mister Braglia quando era a Pisa ci sentivamo di più; ora lo tengo d’occhio grazie a Mezavilla che è con lui ad Alessandria (ride n.d.r.).
La forza della tua Juve Stabia era il gruppo; ti senti o vedi ancora con alcuni tuoi ex compagni? Era proprio così, eravamo un gruppo unito ed il campo esaltava il nostro legame. Mi sento e vedo spesso con Mezavilla e Maury; cerchiamo sempre di ritagliarci un po’ di tempo da passare insieme. Ricordo con affetto anche Caserta, Zito, Erpen, Molinari, Sasà Bruno..tutti calciatori importanti dentro e fuori dal campo.
Il tuo ricordo della tifoseria stabiese, adesso diventata famosa anche per il geyser sound di stile islandese. Difficile per un calciatore chiedere di più ad una tifoseria. I tifosi di Castellammare ci hanno sempre fatto sentire il loro affetto, in casa ed in trasferta. Ricordo soprattutto la trasferta di Genova, con il settore ospiti dello stadio Marassi stracolmo e tutto gialloblù. Poche piazze hanno tifosi passionali come quelli della Juve Stabia, vicini alla squadra sia nei momenti belli che brutti.
Allargando lo sguardo, tu hai segnato con la nazionale anche all’Italia a Napoli nel settembre 2006. Come vedi la nuova nazionale azzurra? I campioni del passato non ci sono più.. Sicuramente la nuova generazione ha forse meno talento di quella dei Del Piero, dei Totti e dei Pirlo. Anche i campioni del passato però sono stati giovani ed hanno avuto il tempo di diventare poi fenomeni. Purtroppo viviamo in un periodo in cui il tempo è sempre poco, soprattutto nel mondo del calcio. I giovani italiani hanno qualità ma è essenziale concedergli il tempo di crescere bene e di maturare. Se si farà questo, l’Italia continuerà ad essere forte.
Un saluto ai tifosi che ti stanno leggendo. Saluto con affetto tutti i tifosi della Juve Stabia. Ricordo tutta Castellammare con piacere; spero anzi di passare a salutare tutti allo stadio non appena mi sarà possibile. Forza Vespe!
R
affaele Izzo
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