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Castellammare di Stabia

ESCLUSIVA – Juve Stabia: Ivano Baldanzeddu: A Castellammare gli anni più belli della mia vita. Le Vespe devono puntare ai playoff…

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a nostra redazione ha ascoltato in esclusiva Ivano Baldanzeddu, terzino destro della Juve Stabia nelle magiche stagioni 2011/12 e 2012/13, le migliori in cadetteria. Baldanzeddu ha ripercorso con noi la sua esperienza con le Vespe

Ciao Ivano; come procede l’avventura all’Arzachena (Serie C girone A)? Ciao! All’Arzachena sta andando bene. Sono arrivato da poco dopo aver rescisso consensualmente il mio contratto con il Venezia e qui mi trovo benissimo. C’erano tante squadre che mi cercavano ma ho scelto l’Arzachena perché c’è un progetto ambizioso e, tra l’altro, sono a pochi kilometri da casa. Attualmente siamo in ottima posizione ma l’obiettivo principale è la salvezza; non appena avremo centrato quella guarderemo a qualcosa in più.

Stai seguendo anche il girone C? Come vedi la nuova Juve Stabia? Certo, seguo sempre la Juve Stabia. Da quello che vedo quest’anno c’è un organico giovane, magari con nomi meno altisonanti delle scorse stagioni, ma ugualmente competitivo. Penso che anche per le Vespe il risultato primario sia la salvezza, ma a mio avviso Castellammare deve sempre puntare ai playoff. Per gli avversari venire a giocare una gara decisiva al Menti è sempre complicato: c’è il pubblico caldo che spinge la squadra, il campo sintetico, il Menti che fa sentire il fiato sul collo ecc. Se la Juve Stabia, quindi, riuscirà a centrare anche i playoff potrà dire la sua con l’aiuto di tutto l’ambiente.

In panchina c’è Fabio Caserta, capitano della tua Juve Stabia. Come lo vedi in veste di allenatore? Lo vedo benissimo e mi aspettavo che avrebbe fatto strada anche come tecnico. Fabio era un leader, in campo grazie alle sue giocate, e fuori con il suo atteggiamento e le sue parole; ha inoltre un’intelligenza, calcistica e non solo, fuori dal comune: mi fa piacere che stia facendo bene e la Juve Stabia non poteva puntare su un allenatore più adatto.

A Castellammare hai vissuto stagioni importanti, che ricordo hai dei tuoi due anni qui? Se devo scegliere una partita che porto dentro più delle altre, dico la gara di Genova contro la Sampdoria. Giocare ed esultare in uno stadio così prestigioso, con tantissimi tifosi gialloblù a spingerci è stata una emozione che non mi lascerà mai. Mi sono sentito veramente orgoglioso di giocare per la Juve Stabia e per la città di Castellammare; anche quella gara poi, un pizzico di rammarico lo lascia con il pareggio della Samp preso a tempo praticamente scaduto su un episodio dubbio.

Tanti di quel gruppo giocano o hanno poi giocato in categorie superiori (Sau, Zaza, Cazzola, Verdi, Colombi ecc ed anche tu, se non fossi stato vittima di tanti guai fisici), c’è il rammarico per il primo anno di Serie B con i playoff mancati per una manciata di punti? Sinceramente sì, anche perché in questi anni sono entrate nei playoff per la Serie A squadre molto inferiori a quella Juve Stabia. A Castellammare ho vissuto gli anni più belli della mia vita, non solo calcistici, quindi centrare gli spareggi per la massima serie sarebbe stato il coronamento di un periodo stupendo. Eravamo una squadra forte, in grado di mettere sotto chiunque, soprattutto in casa. Ricordo il Torino di Ventura che al Menti venne a tenere palla per paura di noi…

Negli anni successivi al tuo addio il presidente Manniello ha sempre detto che sei forse l’ex calciatore che più è rimasto legato alla società e che spesso ti informi sull’andamento della squadra. Che rapporto è rimasto con lui? Col Presidente sono tutt’ora in buonissimi rapporti; è stata una persona che ha creduto tanto in me e con cui è nato e si è poi consolidato un legame personale prima ancora che professionale. Mi è dispiaciuto lasciare la Juve Stabia ma la separazione con le Vespe non ha intaccato il nostro rapporto. Ci sentiamo spesso e anche grazie a lui tengo d’occhio la Juve Stabia.

Proprio pochi giorni fa le Vespe hanno perso contro il Cosenza di Braglia. Che ricordo hai del Mister? Mister Braglia è stato l’allenatore più importante della mia carriera, quello che mi ha fatto svoltare. Grazie a lui ho cambiato e perfezionato il mio modo di giocare e gliene sarò per sempre grato. Per me è come un padre: ci sentiamo almeno una volta a settimana e parliamo di tutto, anche di cose personali ed extracalcistiche. C’è un rapporto con Braglia che va oltre il calcio.

Alla luce dell’ottimo rapporto rimasto con tutto l’ambiente, si può ipotizzare un tuo ritorno alla Juve Stabia? Io oggi sono felicissimo all’Arzachena; è un ambiente positivo, che permette di puntare a risultati ambiziosi e dove mi sto trovando molto bene. In futuro mai dire mai: Castellammare è una piazza importante, non solo per la Serie C, e dove sono stato benissimo in campo e fuori. E’ una possibilità che certamente mi farebbe piacere; vedremo se e cosa succederà più avanti: ora sono contento di giocare per l’Arzachena e penso solo a dare il massimo.

Sei stato e sei tutt’ora un calciatore importante per la categoria, ma la tua carriera è stata frenata da alcuni infortuni seri. C’è un pizzico di amaro in bocca per quello che poteva essere e che per colpa dei problemi fisici non è stato o sei soddisfatto della tua carriera? Francamente sì, il rammarico c’è. Gli anni di Castellammare mi hanno dato lo slancio per puntare a categorie superiori. Credo che, anche per il livello attuale dei calciatori nel mio ruolo, avrei potuto dire la mia anche in Serie A. Il mio obiettivo era quello di rientrare nella squadra di massima serie che mi aveva messo sotto contratto: purtroppo nella stagione in cui sono stato girato all’Entella, in Serie B, mi sono fatto molto male. Nessuno sa cosa sarebbe successo senza i miei guai fisici ma penso che mi sarei potuto giocare le mie chance.

A Venezia hai avuto come allenatore Inzaghi, uno dei Campioni del Mondo 2006. Legandoci al risultato della Nazionale, secondo te perché il movimento italiano è così in crisi da non riuscire a centrare l’accesso ai mondiali? Ci sono tanti fattori da valutare. Secondo me, di base, c’è una generazione non all’altezza dei talenti di quelle precedenti; poi aggiungiamoci un pizzico di sfortuna e squadre, magari meno blasonate, ma ad oggi più competitive della nostra Nazionale. In più ci abbiamo messo del nostro con scelte tecniche non del tutto giuste…dispiace perché un mondiale senza Italia è davvero una triste novità.

Un tuo saluto ai tifosi stabiesi. Saluto veramente con tanto affetto tutti i tifosi di Castellammare, che porto nel cuore. Spero di tornare presto al Menti, come avversario o con la maglia gialloblù, chissa. Auguro a tutta la Juve Stabia le migliori fortune.

A cura di Raffaele Izzo

Si ringraziano Ivano Baldanzeddu e l’Ufficio Stampa dell’Arzachena Calcio per la disponibilità.

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