In esclusiva per Vivicentro.it, Angelo Faraci, regista e attore palermitano, che a breve reciterà per una docufilm su Rai 3, sulla sua vita
Angelo Faraci, è un giovane attore e regista palermitano. A 28 anni può già vantare un curriculum di tutto rispetto, anche se la sua carriera, come da lui raccontato, è nata un po’ per caso. Angelo ha interpretato diversi ruoli, lo ricordiamo in Squadra Antimafia 6; Boris Giuliano miniserie Rai ; Rex8 ; Un passo dal celo 3 ; Il giovane Montalbano ; Opinionista Rai/ tv2000 con la grande Licia Colò; “Ciò che non si vede”, il film che l’l’ha visto protagonista nel premiato progetto legalità sul territorio nazionale dal corpo dell’arma dei Carabinieri ; La Sicilia quella vera siamo noi. Ma la svolta è arrivata dopo il successo della fiction “Vite deviate”, una fiction in cui lo si vede non solo nei panni di attore, ma anche di regista. Da lì Angelo ha recitato anche per Mediaset, infatti su canale 5 , lo abbiamo visto nel noto programma Forum per una causa fuori dal normale: in questa circostanza era richiesto un attore visto che la causa era un fatto di mafia successo in Sicilia. Inoltre ha recitato anche a fianco di Giuseppe Fiorello nella fiction mondiale “I fantasmi di Portopalo”.
La Redazione di Vivicentro.it ha raggiunto Angelo per un’intervista in cui il 28enne ci racconta come è nata la sua passione per la recitazione, e quali sono i suoi progetti per il futuro.
Come è nata la sua passione per il mondo della recitazione?
La passione per il mondo della recitazione è nata per caso: io sono diplomato alla ragioneria e ho fatto diversi lavori come il rappresentante, l’animatore turistico, l’operatore call center, guardia, giurata, volantinaggio. Insomma dai lavori più umili a quelli più risonanti. La passione per la recitazione è capitata per fato, per virtù del destino, non c’era nulla di organizzato: mia sorella mi aveva informato che cercavano dei personaggi un pò estroversi e appariscenti. Lei era già nel mondo della moda e dello spettacolo, in quanto showgirl palermitana conosciuta, io invece ero titubante nell’entrare a far parte di questo mondo, perchè in una terra difficile come quella della Sicilia e del Sud, in cui non c’è lavoro, non avrei mai pensato che alla fine avrei potuto fare l’attore. Invece ho fatto questo casting, mi hanno scelto e questo videoclip ha avuto molte visualizzazioni a Palermo.
Come ha avuto inizio la sua carriera?
Ecco, come dicevo, la mia carriera ha avuto inizio da questo videoclip; da lì poi ho fatto un altro casting per un film per Sky, dove mi hanno preso e in cui interpretavo uno scippatore. Poi dallo scippatore sono diventato attore. Il mio primo set cinematografico, che mi ha lanciato, è stato il sapermi inserire a Roma, dove mi hanno scelto come colmbiano in Squadra Antimafia 6, da lì c’è stata tutta la mia evoluzione: opinionista con Licia Colò, e così via. Ho vissuto a Roma, per approfondire i miei studi, facendo degli stage formativi, dei workshop, in cui mi appassionavo sempre più a questo settore, fino ad avvicinarmi alla regia, per cui ho studiato come regista.
E’ stato importante per lei approfondire questi studi nel settore?
Per me è importantissimo: dico sempre che è giusto iniziare da autodidatta, ma ci vuole un approfondimento degli studi e saperne di più sulla materia. Bisogna studiare per poterne sapere sempre di più, infatti è studiando che mi sono appassionato alla regia cinematografica, e ad oggi in Italia lavoro su progetti legalità sul territorio nazionale sul sociale. I miei sono film che interessano tematiche forti: la legalità, la malavita, vado a denunciare delle realtà attraverso le mie opere.
Oltre che attore lei è anche regista, ci parli del suo progetto, il film “Ciò che non ti ho detto”, ce ne parli
Questo film oltre che regista, mi vede anche protagonista: io vesto i panni di Gaetano Scalici, un ragazzo che essendo figlio di un mafioso, il genitore gli inculca certi ideali, facendolo diventare in realtà, qualcosa che non è. Questo ragazzo agirà nel film come un vero e proprio mafioso, però poi incontra l’amore: quando conoscerà questa giovane ragazza, figlia di un magistrato, lui si pente della persona che è, ma quando vorrà dirlo alla ragazza, ormai sarà troppo tardi. Ciò che vuole comunicare il film è che chi entra in certi giri, poi anche se vuole cambiare è difficile poterne uscire, per questo il film è un invito a tutte le generazioni a condurre una vita regolare.
Cosa ha significato per lei affrontare nel suo film, un tema così delicato come quello della malavita ma contemporaneamente quello della legalità?
Io mi immedesimo sempre nei personaggi che vado ad interpretare. Per me poter comunicare qualcosa, poter mandare dei segnali a terre difficili come noi del sud, è sempre una cosa positiva e lo si fa perchè veramente si ha dentro una passione.
Ecco, la Sicilia, terra come Napoli,troppe volte nel corso del tempo, maltratta dalla mafia e dall’illegalità. Quale è il suo pensiero al riguardo?
Le nostre terre, che ogni anno vengono visitate dai turisti, sono terre maltrattate e mal governate. Anche se non vogliamo dirlo che la mafia esiste, in realtà la sua presenza si vede e sono tangibili i suoi effetti. Voglio dire una cosa ai giovani: divertitevi, ma accontentatevi di un lavoro che la notte vi faccia dormire tranquilli, e godetevi la vita, così come viene.
Tornando a lei e al suo lavoro. Quali sono i suoi progetti futuro? Cosa bolle in pentola?
Ho trattato queste tematiche in Sicilia, destando la curiosità di un grande regista a livello nazionale, ho avuto un casting, sono stato scelto e sono il protagonista per una pellicola per Rai 3 su un documentario film sulla mia vita, su chi è Angelo Faraci, e perchè ho scelto di fare queste tematiche. Intanto continuo a con il mio lavoro.
a cura di Vincenza Lourdes Varone
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