Pubblichiamo l’intervista esclusiva realizzata alla vigilia della gara con il Catanzaro all’ex attaccante della Juve Stabia, Andrea Raimondi. Con noi la punta ha ripercorso i suoi anni alle Vespe
Ciao Andrea, innanzitutto come stai? Ciao! Sto finalmente bene e sto recuperando dopo i tanti problemi fisici. Anche se su molti siti viene riportato che sono alla Vigontina, in realtà non ho più firmato. Mi sto allenando da solo cercando di recuperare la forma migliore; subentrare a stagione in corso non è mai facile quindi punto a presentarmi fisicamente bene a luglio così da trovare una squadra.
Dopo gli anni alle Vespe sei stato vittima appunto di tanta sfortuna e problemi fisici. C’è un po’ di rammarico visto che avevi ed hai qualità che ti avrebbero potuto far fare una carriera ancor più importante? Sicuramente un po’ di rammarico c’è. Il calcio è una professione bellissima ma spesso ti mette di fronte ad infortuni e problemi come in effetti è capitato a me. Avrei potuto avere meno sfortuna ma probabilmente anche io in alcune circostanze avrei potuto fare di più. Spero comunque di rimettermi in carreggiata quanto prima, fortunatamente ho ancora l’età per poterlo fare.
Tu hai vissuto probabilmente le due stagioni più esaltanti dell’era Braglia. Vista la tua passione per la musica, che colonna sonora assegneresti a quegli anni? Quelli che ho vissuto alla Juve Stabia sono stati anni talmente belli ed emozionanti che è difficile abbinarci una sola canzone. Probabilmente la canzone che più mi torna nella mente è il remix che partiva allo stadio quando facevamo gol, arricchito dalla parola “Juve Stabia”. (n.d.r. Duck Sauce – Barbra Streisand).
A Castellammare hai fatto vedere giocate, assist e gol davvero spettacolari. C’è un gol al quale sei più affezionato? Sì, fortunatamente alla Juve Stabia ho sempre fatto bene. Inevitabilmente ricordo soprattutto i gol. Quello che più mi porto dentro è il gol a Reggio Calabria nella prima stagione di Serie B; venivamo dalla vittoria con il Pescara al Menti e la mia rete, quasi allo scadere, ci regalò la prima vittoria in trasferta. Fu il mio primo gol in Serie B, oltre a essere importante per la squadra, quindi lo ricordo con emozione.
In quell’ormai leggendario 19 giugno 2011 ti scatenasti sia in campo al Faminio che nei festeggiamenti al Menti. Hai una istantanea particolare di quella giornata? Di quella partita ricordo l’attesa e la nostra convinzione. Già il giorno precedente alla partita eravamo convinti di vincere, non per presunzione, ma per la sicurezza nei nostri mezzi. La mia immagine della partita è il gol nel finale di Corona; in quel momento capii che avevamo vinto. Tra l’altro io vidi il gol dalla panchina e poco dopo fui espulso: un “tifoso” dell’Atletico Roma aveva lanciato una bottiglietta nell’occhio di Fabbro e io gliela rilanciai contro, colpendolo anche! L’arbitro mi vide e mi espulse, ma questo non rovinò la festa.
Alla Juve Stabia hai avuto modo di conoscere Simone Zaza, con cui se non erro nacque una forte amicizia. Ti aspettavi potesse arrivare così in alto? Sì, con Simone ho vissuto sei mesi proprio in centro a Castellammare. Che fosse fortissimo, ai miei occhi, era evidente infatti non capivo perché non giocasse. Conosciamo Mister Braglia, sappiamo che guarda anche piccoli dettagli cui magari, un calciatore, soprattutto se giovane, non dà importanza: la corsa in più non fatta in allenamento, il sacrificio anche in difesa ecc. Probabilmente questi aspetti hanno un po’ condizionato l’immagine che il Mister aveva di Simone; del resto anche io non sempre sono andato d’amore e d’accordo con Braglia. Ad ogni modo i traguardi di Zaza non possono che farmi piacere.
Dopo l’esperienza alla Juve Stabia hai giocato a Padova, Trapani, Venezia, Benevento, Cosenza..insomma da nord a sud. Che differenze ci sono in termini di tifo tra una piazza del nord ed una del sud? Differenze ci sono, ma come in ogni cosa, ci sono pro e contro. Al nord, a meno che tu non sia in una squadra di Serie B importante, è raro trovare nelle serie minori un tifo caldo come quello che invece c’è al sud. L’aspetto positivo è che al sud, quando le cose vanno bene, davvero i tifosi hanno il potere di farti sentire un calciatore di Serie A, come in effetti avvenuto a Castellammare. Allo stesso modo i tifosi si fanno sentire anche quando le cose vanno male; a Cosenza ad esempio, un po’ per sfortuna ed un po’ perché avevo solo compiti difensivi, segnavo poco ed i tifosi mi hanno martellato davvero tanto, piovevano critiche da ogni dove. Questa è forse la differenza principale tra nord e sud: la pressione, positiva e negativa, che le tifoserie meridionali sanno darti.
Tornando alla tua passione per la musica, ti vedi al termine della carriera seguire le orme di Daniel Osvaldo, attaccante ex Roma, che ha appeso le scarpette al chiodo per inseguire il suo sogno musicale? Questa è una bella domanda! In questi mesi in cui sono stato fermo ho avuto modo di notare come nel mondo del calcio non ci sia riconoscenza e di come tutti si dimentichino facilmente di te; ho approfittato di questo periodo proprio per dedicarmi alla musica. Ho iniziato a collaborare con un produttore musicale veneto che mi sta aiutando a chiudere dei brani musicali esclusivamente miei; ho messo su anche una studio di registrazione così da migliorarmi e proseguire in questo percorso. Non so se resterà un hobby o diventerà qualcosa di più..magari se non dovessi tornare a Castellammare da calciatore, lo farò da cantante! (ride n.d.r.)
Un tuo saluto ai tifosi della Juve Stabia: Saluto tutti i tifosi con affetto; a Castellammare ho vissuto anni indimenticabili che porterò sempre con me. A presto!
R
affaele Izzo
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