Ercolano, dopo 20 anni riapre il Teatro Romano: i dettagli
Ercolano, dopo 20 anni di oblio e di chiusura al pubblico, a partire dalla metà di giugno, il Teatro Romano sarà di nuovo visitabile, anche se con un numero limitato di accessi. La notizia, riportata da National Geographic, è stata annunciata dal direttore del Parco Archeologico, Francesco Sirano, che ha spiegato che all’edificio “si accederà percorrendo gli stessi cunicoli scavati dai suoi scopritori ai tempi dei Borboni. I visitatori si affacceranno sul grande pozzo di luce-aria realizzato nel 1865 e dall’alto sarà possibile ammirare le gradinate della media cavea”.
A
ttraverso la scalinata si accederà al piano dell’orchestra, ammirando il proscenio, e si potrà salire sul pulpitum, dal quale osservare il pozzo di Enzechetta, dove ebbe origine lo scavo. Si potranno poi visitare i tribunalia e ammirare le pitture conservate.
Il Teatro di Ercolano venne costruito in un’area nei pressi del foro durante la prima fase dell’età augustea, per volere del duoviro Annius Mammianus Rufus, su progetto dell’architetto P. Numisius: poteva contenere circa duemilacinquecento persone ed al suo interno venivano interpretate commedie e satire. Subì sicuramente dei danni durante il terremoto di Pompei del 62, al quale seguirono lavori di restauro come testimoniato da alcuni inserti di mattoni e dal rifacimento di pitture in quarto stile; nel 79, durante l’eruzione del Vesuvio, venne ricoperto da una strato di ceneri, lapilli e fango, che solidificandosi produsse un solido strato di tufo, preservandolo nel tempo.
La sua scoperta avvenne nel 1710, quando per caso, un contadino, Ambrogio Nocerino, detto Enzechetta, intento a scavare un pozzo per irrigare il suo orto, rinvenne alcuni pezzi di marmo che vendette poi ad un artigiano di Napoli, il quale stava costruendo delle cappelle nelle chiese napoletane: Emanuele Maurizio d’Elboeuf, per il quale l’artigiano lavorava, venuto a conoscenza dei ritrovamenti, acquistò il pozzo e iniziò le indagini tramite cunicoli sotterranei. Esplorò il fronte della scena, il palcoscenico e i tribunalia: tuttavia poco dopo gli scavi furono interrotti per paura di crolli alle abitazioni circostanti ed il sito venne erroneamente riconosciuto come il Tempio di Giove.
Finalmente questo pezzo di storia e cultura, è tornato di nuovo alla città di Ercolano.
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