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Castellammare di Stabia

Ennesimo incendio di pattume in via Meucci con emissione di diossina VIDEO

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on è la prima volta ne è casuale l’ennesimo incendio che si è avuto ieri, verso le 16, in quella che ormai è, e continua ad essere, una pericolosa discarica abusiva creatasi in un’area abbandonata di via Meucci ed i residenti, disperati, dichiarano di non sapere cos’altro poter fare. Intanto ci scrivono per segnalare l’indecente stato della loro via documentando il tutto con anche un video che vi riportiamo a seguire.

Sempre dai residenti giunge, pressante, una specifica domanda:

Chi ha la responsabilità dell’area abbandonata divenuta discarica a via Meucci?

Questo è quanto si chiedono, e vorrebbero sapere, i residenti della zona stanchi di respirar miasmi ma soprattutto fumi tossici quasi ogni giorno e così scrivono:

“D’estate neanche i balconi o le finestre possiamo aprire.

I rifiuti abbandonati fra cui tanta plastica e chissà che altro ci regalano aria tossica e pericolosa.

Perché nessuno interviene?

Aiutateci!

Ormai è un disastro ambientale continuo, temiamo per la salute nostra e dei nostri cari.”

A questo punto, nel dar visibilità alla loro richiesta ed al loro problema, non posso esimermi dal fornire anche la risposta che invocano.

Risposta che è a mia diretta conoscenza per la pluriennale esperienza in battaglie ambientale proprio a favore dei cittadini (residenti nello specifico) che ho accumulato negli anni sin dalla nascita di Vivicentro che, guarda caso, nacque ben 14 anni fa, proprio come Associazione non profit a difesa dei diritti dei cittadini e diventata poi, nel  febbraio 2009, quello che è ora: un network  con un quotidiano, una web radio, web tv e canale video youtube.

Ma torniamo alla domanda: Chi ha la responsabilità?

A dirla in brevissima: il Sindaco della Città. Al caso poi starà a lui accertare a chi risalire per l’addebito finale della responsabilità del dolo e dei danni arrecati alla cittadinanza (locale ma anche oltre visto che l’aria non è che si ferma a soggiornare in un luogo ma si diffonde ovunque arrivando (si spera) a creare danni anche alla salute di chi alberga  negli uffici del comune invece di adoprarsi a verificare, o far verificare, lo stato delle cose e ad individuarne i colpevoli.

Quello in atto è, di fatto, un disastro ambientale che aspetta l’intervento delle autorità competenti come reclamano i cittadini da tempo.  E la competenza, nonché responsabilità, risale in primis al Sindaco e alla giunta tutta come del resto da me già segnalato più volte in vari altri articoli per altre varie indecenze anche, forse, meno pericolose di quella che affligge i residenti di Via Meucci, e come confermato, ad esempio, anche da una Sentenza di condanna del sindaco di Brescia che, nel caso specifico, fu denunciato da residenti in base appunto alla responsabilità derivantegli dalla sua funzione di controllo e di tutela della salute dei cittadini.

In quel caso fu per “Movida non controllata”! Cosa quindi molto meno “pericolosa” di quella presente in via Meucci dove, indubitabilmente, ci sarà anche diffusione di diossina.

Questi gli estremi della sentenza che, come tale, non solo conferma la responsabilità del Primo cittadino, e della sua giunta, in merito alla tutela della salute dei cittadini vuoi per, come in questo caso, effetti derivanti da incendi di pattume, plastica inclusa, che per “rumori molesti” (da traffico e/o movida), o per le cosiddette PM 10 fino alle 02 (tecnicamente si tratta di monossido di Carbonio (CO), idrocarburi non combusti (HC), Ossidi di azoto (NOx), Ossidi di Zolfo (SOx) e di Particolato carbonioso (PMx)) che si infiltrano nei polmoni con il solo respirare generando varie malattie, fino ad arrivare anche al cancro ai polmoni:

“È innegabile – scrisse il giudice del tribunale civile di Brescia Chiara D’Ambrosio –  che l’ente proprietario della strada da cui provengono le immissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a far cessare dette immissioni.

Deve quindi essere ordinata al comune convenuto la cessazione immediata delle emissioni rumorose denunciate mediante l’adozione dei provvedimenti opportuni più idonei allo scopo.

Vi è stata una carenza di diligenza da parte del comune convenuto”, prosegue il giudice intimando al Comune di “riportare dette immissioni entro la soglia di tollerabilità”.

E questo da risposta anche al: cosa possiamo fare? Denunciare!

Prima magari inviando una cosiddetta petizione, sottoscritta da tutti i residenti della zona (o quantomeno chi sarà disponibile a farlo), e poi, al termine dei trenta giorni concessi per una fattiva attivazione alla soluzione del problema, passare direttamente ad una denuncia legale a carico del Sindaco, e della sua giunta comunale, presentata al tribunale locale oltre che alle forze dell’ordine presenti in Città: Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e locale allegando, chiaramente, anche copia della petizione rimasta inascoltata ed inevasa,  con tutte le firme dei residenti.

Ultimo consiglio, ma non meno importante: considerando che probabilmente nessuno di voi è “esperto” nel campo (del resto altrimenti non avresti posto la domanda ma agito), vedete di appoggiarvi alla locale sezione di Legambiente. A suo tempo noi avevamo ottimi rapporti con la sezione di Brescia e con essa abbiamo condotto, in muto aiuto, diverse battaglie. Di sicuro tra le loro fila avranno un avvocato in grado di gestire il tutto facendosi carico della denuncia e tutto il resto, magari agendo anche con Legambiente.

E questo è!

In bocca al lupo e, al solito, ricordare che il proverbio dice: aiutati che Dio ti aiuta…. E datti da fare!

Castellammare di Stabia  / Stanislao Barretta  / Redazione 


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