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consiglieri comunali M5S di Modena, Carpi, Castelfranco Emilia e Serramazzoni attraverso la presentazione della mozione sulla cannabis medica vogliono riportare la canapa al centro del dibattito “verde”.
La cannabis è una tradizione emiliana. Quando nel periodo di autarchia, cento anni fa, l’Italia dovette scrivere una strategia per uscire dalla crisi del dopoguerra, trovò nella canapa la soluzione per rilanciare la crescita economica e sociale della nazione e nell’Emilia Romagna la regione capofila della ricostruzione “verde”.
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Le esigenze di cannabis medica in Italia sono drammaticamente sottostimate e la cannabis medica è oggi un’opportunità per chi vuole avviare delle produzioni innovative, rispettose del consumo di suolo e delle risorse.
La normativa Italiana permette l’avvio di coltivazioni di cannabis medica inoltre, come dimostrato in città come Milano, Torino e Bolzano, dove nei consigli comunali sono state approvate ad ampia maggioranza le mozioni a favore dell’avvio di produzioni di cannabis medica, la cannabis riscuote consensi trasversali, per ragioni di carattere storico (l’Italia era il secondo produttore al mondo negli anni ‘30), culturale (le tradizioni agricole emiliane sono fortemente legate alla coltura della canapa) ed economico (è un nuovo mercato fortemente redditizio e dalle fortissime capacità di crescita).
La mozione di oggi vuole rappresentare un passo verso il futuro, tenendo conto del successo dell’esperienza passata. Oggi, le nuove metodologie di coltivazione a supporto della produzione di cannabis, possono essere sviluppate per creare nuovi settori economici, legati all’elettrotecnica, l’ elettronica, l’automazione e l’idraulica. I malati e le associazioni chiedono con urgenza un cambio di passo alla politica e questa mozione vuole rappresentare la politica che ascolta e che propone soluzioni.
L’ approccio verso la cannabis come medicina guarda con attenzione alla sicurezza e alla certezza della garanzia del diritto di cura dei malati. Oggi i pazienti che ne usufruiscono rischiano di essere perseguitati per l’ignoranza che ancora prevale su questo tema, ma la cannabis medica rappresentava una parte della farmacopea ufficiale italiana fino agli anni ’40.La normativa italiana, nella forma del DPR 309/90, la normativa di riferimento sugli stupefacenti, prevede la possibilità di autorizzazione alla coltivazione di cannabis medica, alla sua vendita e alla sua distribuzione. La mozione vuole essere il primo passo per le giunte, per avviare l’iter dell’individuazione di un’area per la coltivazione di cannabis medica in collaborazione con università e centri di ricerca.
Anche l’Università di Modena e Reggio Emilia è presente al tavolo istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole, con il dipartimento di Scienze della Vita. Un canale per sfruttare le sinergie aperte dal Piano europeo c’è già, mettiamoci anche l’impegno della politica verso le nostre città.
Se vogliamo una nuova rinascita economica e sociale, garantire una vera sicurezza ai cittadini e ai malati, pianificare una via di uscita dalla crisi generata dalla pandemia e proporre una luce alla fine di questo periodo oscuro, l’avvio di un nuovo progetto sulla cannabis medica apre importanti prospettive.
Anche in Sicilia i consiglieri comunali presentano delle mozioni sulla cannabis medica
Anche in Sicilia i consiglieri comunali di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Petrosino, Marsala, Santa ninfa e Campobello di Mazara, hanno presentato delle mozioni per impegnare l’ASP di Trapani e tutte le restanti ASP siciliane ad attivarsi così da garantire l’accesso a questi preparati galenici a base di cannabis a tutti i pazienti che ne hanno diritto e impegnare il governo Regionale all’apertura di un tavolo tecnico urgente per affrontare il tema dell’approvvigionamento dato che attualmente l’unico soggetto autorizzato alla produzione di cannabis medica è lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che tuttavia non è mai riuscito a soddisfare il fabbisogno nazionale.
Oggi chi fa uso di cannabis a livello terapeutico pesa economicamente sulle proprie famiglie per diverse centinaia di euro al mese.
“La politica e le istituzioni non possono restare a guardare – scrive in una nota la consigliera Marcella Pellegrino del Comune di Petrosino.“Con questa mozione vogliamo che i sindaci della provincia di Trapani si facciano avanti con l’Asp per consentire ai tantissimi pazienti affetti da patologie croniche di poter migliorare la loro qualità della vita – continua la Pellegrino – Molti infatti non sono in grado di sostenere i costi e rinunciano a curarsi. Assieme ad altri consiglieri comunali della provincia, Giorgio Randazzo di Mazara del Vallo, Marcello Caprarotta di Castelvetrano, ma anche di Marsala, Campobello di Mazara, Partanna, Salemi e Santa Ninfa e la vicepresidente del comitato pazienti cannabis medica, Santa Sarta, si sta portando avanti questa battaglia di civiltà, affinché le amministrazioni agevolino l’apertura di una discussione, di un confronto tra le ASP, l’assessorato regionale alla Salute e i comitati dei pazienti che utilizzano cannabis medica”.
Con una Mozione indirizzata al Presidente del Consiglio comunale e al Sindaco di Mazara del Vallo, nonché a tutte le autorità competenti, il Consigliere comunale della Lega, Giorgio Randazzo “IMPEGNA il Sindaco Salvatore Quinci, ad attivare la Direzione sanitaria Provinciale anche mediante la convocazione della Conferenza dei Sindaci date le Competenze e funzioni attribuiti dal Dlgs.502/92 come modificato dal Dlgs 229/99, nonché l’Assessorato Regionale alla Salute di concerto con Associazioni e Comitati impegnati a tutelare il diritto alla cura dei predetti pazienti al fine di: “attivare interventi urgenti in materia di utilizzo di preparazioni magistrali a base di cannabis con rimborsabilità a carico del Servizio sanitario della Regione Siciliana”.
Dapprima Ragusa, poi, qualche giorno addietro, Messina. Ora però la volontà è quella di allargare all’intero territorio siciliano la possibilità di utilizzare la cannabis terapeutica prescrivibile con ricetta medica rimborsabile. La proposta è del “Comitato pazienti cannabis medica” e a livello territoriale viene supportata da alcuni consiglieri comunali che hanno preso l’iniziativa di fare approvare una mozione d’indirizzo nei massimi consessi civici. A Castelvetrano è Marcello Craparotta che si è mosso in tal senso. Ma altri colleghi si stanno impegnando anche a Mazara del Vallo e a Petrosino.
Le mozioni che arriveranno in consiglio comunale vogliono impegnare i sindaci a sollecitare i manager delle Asp provinciali ad attivarsi su quando disposto dal decreto firmato dall’Assessore regionale alla salute Ruggero Razza un anno fa. Ragusa è stata la prima Asp a garantire l’utilizzo della cannabis terapeutica con ricetta rimborsale. A Messina, invece, una signora di 46 anni, affetta da sclerosi multipla, ha ricevuto, giorni fa, alcune dosi di marijuana per uso terapeutico per la terapia del dolore.
In Sicilia sono quasi 5.000 i pazienti che fanno uso della cannabis terapeutica e si riforniscono, a pagamento, presso alcune farmacie che preparano le dosi. Con l’attivazione da parte delle Asp gli stessi pazienti possono rifornirsi della cannabis terapeutica presso farmacie convenzionate, in forma gratuita e con le ricette mediche prescritte dai medici.
Marsala: rimborsi di preparati a base di cannabis, soddisfazione dell’assessore D’Alessandro
Nella scorsa seduta del Consiglio comunale di Marsala, l’Aula ha approvato la mozione “Interventi urgenti in materia di utilizzo di preparazioni magistrali a base di cannabis, con rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario della Regione Siciliana”. L’Atto era stato proposto dai consiglieri Flavio Coppola, Walter Alagna, Andrea Marino e Antonio Vinci.
Nel condividere le finalità della Mozione, l’assessore Giuseppe D’Alessandro dichiara: “Anche se l’uso della Cannabis in ambito medico non rientra tra i protocolli terapeutici, il trattamento è di grande supporto per pazienti con particolari patologie. In più, il limitato rimborso da parte del Servizio Sanitario Regionale della prescrizione di preparazioni magistrali, pone anche un problema di equità sociale, tenuto conto che i notevoli costi non rendono il trattamento accessibile a tutti. Un discorso, questo, che investe la sfera più ampia del diritto di tutti a curarsi. Per questo, esprimo la mia totale condivisione all’iniziativa, sottolineando altresì l’impegno che i consiglieri Andrea Marino e Flavio Coppola continueranno ad assicurare affinchè – di concerto con il sindaco Massimo Grillo, l’Asp e la Regione – si possa avviare la procedura per giungere alla soluzione di un problema sanitario e sociale”.
«Il “comitato pazienti cannabis medica” continua nella sua civile battaglia a favore dei pazienti – afferma Santa Sarta vicepresidente del comitato – chiedendo l’ampliamento delle patologie riconosciute a carico del SSN , più informazione e formazione dei professionisti su tutto il territorio nazionale , più produzione e varietà di cannabis medica per assicurare la continuità terapeutica ai pazienti e più ricerca scientifica ».