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Emergenza migranti a Milano: ipotizzato uso tende, caserme e padiglioni Expo

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Emergenza migranti . Nel capoluogo lombardo il record di presenze degli ultimi anni è stato raggiunto nel week end: 3300 persone. I numeri però potrebbero crescere. Una soluzione è ospitare i migranti nell’area dove si è tenuto l’Expo. E’ quanto dice il Sindaco Giuseppe Sala stando all’articolo scritto da Francesco Moscatelli per la Stampa:

Tende, caserme e alloggi Expo. I piani di Milano per i migranti FRANCESCO MOSCATELLI

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ILANO – Scovare posti letto in ogni angolo della città. Ma lanciare chiaro il messaggio che così Milano e la Lombardia (prima regione per ospitalità con 19.363, il 13% del totale italiano) non possono andare avanti. Bisogna trovare una soluzione concordata fra Comune, governo e regione. Nonostante i no del governatore Maroni.

È seguendo questa doppia linea, allo stesso tempo pragmatica e politica, che il sindaco-manager Beppe Sala ieri mattina ha utilizzato la parola «tende» come extrema ratio per fronteggiare l’emergenza migranti. Ha scatenato le ire del centrodestra e dei Cinque Stelle, ma ha evidenziato plasticamente un problema che rischia di aggravarsi giorno dopo giorno.

Nel capoluogo lombardo il record di presenze degli ultimi anni è stato raggiunto nel week end: 3300 persone. I numeri però potrebbero crescere, anche perché non è ancora stata trovata una soluzione per i 500 che da giorni bivaccano fuori dalla stazione di Como. La decisione su una struttura temporanea per accoglierli era attesa ieri, ma non è arrivata. Adesso si spera di trovare un’area adatta entro venerdì. «Alla lunga non possiamo cavarcela da soli» avverte il sindaco lariano Mario Lucini. Il nodo è quello dei corridoi in uscita. La rotta verso il Canton Ticino non è ermeticamente chiusa, qualche fortunato riesce a passare di nascosto o viene lasciato entrare. Un «contagocce» controproducente, perché vedendo che qualcuno parte e non torna indietro tutti gli altri continuano a sperare. Milano è a soli 50 chilometri e rischia l’effetto collo di bottiglia. «La nostra città è un terminale delicato – ha spiegato Sala -. Gli svizzeri hanno contingentato gli ingressi e stiamo assistendo a un reflusso su Milano. Con il prefetto Marangoni monitoriamo la situazione e non è esclusa la possibilità che si usino tende perché di spazi in tempi molto rapidi non ce ne sono in questo momento».

La reazione del centrodestra non si è fatta attendere. «Basta con tende e tendopoli per ospitare i cosiddetti migranti, che poi sarebbero clandestini» ha scritto alle agenzie di stampa Riccardo De Corato, capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia ed ex assessore alla Sicurezza della giunta Moratti. «Non credo che le tende siano la soluzione» ha detto Gianluca Corrado, capogruppo M5S a Palazzo Marino. Anche Matteo Salvini e Roberto Maroni si sono fatti sentire via Twitter. «Sull’immigrazione il governo Renzi è ormai allo sbando – ha scritto il presidente della regione Lombardia -. Clandestini a casa loro, subito».

Dopo qualche ora, visti i toni delle accuse, Palazzo Marino è intervenuto per smorzare le polemiche: «Ci sarà un potenziamento delle tende già presenti nelle strutture di via Corelli che sono l’ex Cie, oggi centro di accoglienza temporanea, e il cortile della caserma Mancini» ha chiarito l’assessore alle Politiche sociali Piefrancesco Majorino. «Non è prevista alcuna tendopoli» ha ribadito Sala.

A quel punto, però, il messaggio del sindaco era già arrivato alle orecchie di chi doveva arrivare. Da settimane la giunta milanese chiede al governo la possibilità di ospitare i migranti nelle ex caserme dell’esercito presenti fra Milano e hinterland. Ma anche di poter utilizzare l’ex villaggio dei lavoratori Expo nell’area di Rho-Pero. Maroni si è sempre opposto. Forse è solo un caso ma ieri, su entrambi i fronti, qualcosa si è mosso.

(Ha collaborato Simone Gorla)

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