L’emendamento al decreto “Pnrr-quater” solleva preoccupazioni sull’accesso all’aborto e alla maternità.Approfondisci il dibattito sul coinvolgimento del Terzo Settore e il suo impatto sul PNRR.
Che c’entra l’aborto con il Pnrr?
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’interconnessione tra politiche sull’aborto e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è emersa con forza durante l’approvazione del disegno di legge relativo al “Pnrr-quater” alla Camera dei Deputati lo scorso 18 aprile, un processo che ha visto il governo Meloni richiedere la fiducia.
Questo atto normativo, composto originariamente da 46 articoli, ha subito l’aggiunta di altri 15 durante il dibattito parlamentare, tra cui il controverso articolo 44-quinquies.Il dibattito si è accentrato sull’interpretazione di questo articolo, introdotto durante l’esame in Commissione Bilancio della Camera su proposta del deputato di Fratelli d’Italia, Lorenzo Malagola.
Secondo alcune critiche provenienti dall’opposizione, l’articolo 44-quinquies avrebbe il potenziale di consentire l’accesso dei gruppi antiabortisti nei servizi consulenziali, suscitando preoccupazioni circa un possibile impatto psicologico negativo sulle donne in cerca di assistenza per interruzioni volontarie di gravidanza.Tuttavia, per comprendere appieno il contesto di questo emendamento, è essenziale esaminare il contesto più ampio del PNRR e dei suoi obiettivi.
La Missione 6, in particolare la Componente 1 dedicata alla sanità, prevede investimenti significativi per l’attivazione di strutture come le “case della comunità”.Queste strutture, destinate a offrire assistenza sanitaria di prossimità, includono anche servizi dedicati alla tutela della salute materna e familiare, come i consultori familiari.
L’emendamento proposto da Malagola mira a consentire alle strutture finanziate dal PNRR di coinvolgere enti del Terzo Settore specializzati nel supporto alla maternità, senza oneri aggiuntivi per lo Stato.Tuttavia, questo ha sollevato interrogativi su possibili implicazioni finanziarie e di governance, sia a livello nazionale che europeo.
La controversia principale riguarda il potenziale coinvolgimento delle associazioni antiabortiste nei consultori familiari.Sebbene l’emendamento non modifichi la legge n. 194 del 1978, che regola l’interruzione volontaria della gravidanza, la sua formulazione ambigua potrebbe facilitare l’ingresso di tali gruppi nei servizi consulenziali forniti all’interno delle strutture finanziate dal PNRR.
Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sull’orientamento delle politiche pubbliche, evidenziando la necessità di un dibattito approfondito e di una chiara direzione normativa per garantire il rispetto dei diritti riproduttivi delle donne, nel contesto più ampio della ripresa economica e sociale post-pandemica.
fonte: isoldidellEuropa