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Castellammare di Stabia

Editoriale: Tra il Napoli e lo scudetto c’è un gran sinistro di Boulaye Dia

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DITORIALE: La vittoria al fotofinish di settimana scorsa, allo Juventus Stadium, aveva proposto al Napoli l’occasione di chiudere la pratica scudetto contro la Salernitana già entro il mese di Aprile, a ben 6 turni dalla fine del campionato.

Sarebbe bastato, infatti, che la Lazio si fosse limitata a non vincere a San Siro contro l’Inter – e che il Napoli da par suo avesse battuto la Salernitana nel derby – per far sì che i partenopei si fossero potuti già fregiare del titolo di campioni d’Italia.

Inter-Lazio si gioca alle 12.30. I biancocelesti restano in vantaggio di una rete a zero fino al minuto 78, poi una doppietta di Lautaro – intervallata da una segnatura di Gosens – ribaltano il risultato e consegnano ai nerazzurri la vittoria finale per 3-1.

A Napoli, acquisita la notizia della sconfitta della Lazio, si respira già entusiasmo da tutti i pori. Sono in molti ( a dir la verità, quasi tutti) a credere che ormai il più sia fatto, quasi come se battere la Salernitana fosse poco più che una mera formalità.

Il destino, un paio d’ore più tardi, restituirà una realtà diametralmente opposta.

I granata, da quando loro allenatore è diventato il portoghese Paulo Sosa, hanno cambiato totalmente marcia e ritmo.

Forse qualcuno dimentica, nei frettolosi festeggiamenti pre-partita, che Ochoa e compagni non perdono addirittura dal 19 Febbraio scorso (0-2 interno contro, manco a farlo apposta, la Lazio di Sarri).

In mezzo, 2 mesi con ben 8 risultati utili consecutivi, che è già striscia record nella storia del club capitanato dal napoletano Iervolino.

Insomma: chi dà per già venduta la pelle granata, non sa l’azzardo che sta per compiere.

Editoriale: Il racconto di Napoli – Salernitana

La partita inizia, il Maradona è gremito e ruggente come non mai.

Ci prova quasi subito, il Napoli, col primo squillo di Osihmen dopo 2 minuti: il suo colpo di testa su invito di Lozano va fuori di poco.

Olivera tenta al dodicesimo, ma la sua conclusione è alta sopra la traversa.

La Salernitana è tutta arroccata a protezione del proprio fortino: squadra densissima e organizzata, difensivamente sempre ben messa, che non lascia sbocchi alla capolista e gli chiude tutte le linee di passaggio più invitanti.

Il Napoli ha in mano il dominio del possesso palla, come quasi sempre gli succede, ma trovare spazi tra le cortissime maglie granata non è certo gioco da ragazzi.

Osihmen ancora, al 23esimo, svetta più di tutti su punizione laterale: Ochoa devia in corner. Ancora un colpo di testa di Di Lorenzo su azione da corner due minuti più tardi, con la sfera che finisca alta.

Una bomba di Anguissa dal limite, che trova ancora attento il portiere messicano in maglia granata, chiude una prima frazione dove è il Napoli a comandare le operazioni, ma la Salernitana non è disposta ad essere la sua vittima sacrificale sul tavolo della gloria.

Il secondo tempo

Botheim va dentro per Candreva, al primo minuto della ripresa, mentre Kvara scalda le polveri al 50esimo: il suo destro non gira a sufficienza e l’occasione sfuma.

Il film della partita non muta. Chi cambia, invece, è Spalletti al 60esimo: Elmas e Raspadori rinvengono Zielinski e Lozano.

Il vantaggio del Napoli

Appena due minuti più tardi e Jack, già eroe una settimana fa, disegna un corner perfetto su cui svetta la testa uruguagia di Mathi Oliveira: la palla è nel sacco e il Napoli è in vantaggio.

Il Maradona è una bolgia, potrebbe essere il goal dello Scudetto aritmetico, ma sarà solo un fuoco di paglia.

Piatek e Bohinen entrano per Vilhena e Bradaric al 68esimo.

I tifosi azzurri sugli spalti sono in tripudio. Il raddoppio, a questo punto, taglierebbe le gambe ai granata. Il Napoli ha forse il demerito di non affondare come dovrebbe.

Colpa, forse, di una condizione fisica generale che è da un po’ lontana dagli standard migliori e di un po’ d’ansia da prestazione per un Titolo che sembra ormai a portata di palmo, dopo tanta fatica.

Gli azzurri non uccidono la contesa, la Salernitana, anche e soprattutto per questo, resta attaccata alla speranza.

Eppure, all’81esimo, la migliore occasione giunge sui piedi di Kvara che, appena dentro l’area, punta il palo lungo con una grande conclusione: la sfera va fuori di pochi centrimetri.

Il pareggio della Salernitana

Tre minuti dopo, Boulaye Dia non ha pietà della voglia di Tricolore dei partenopei: dal vertice sinistro dell’area di rigore prima si beve un improbabile Osihmen in marcatura e poi scaglia un mancino sotto l’incrocio che Meret non può proprio salvare.

E’ 1-1, sul Maradona cala un gelo surreale.

Appena un minuto prima, Spalletti aveva sostituito l’autore del goal Olivera con Juan Jesus.

Daniliuc fa spazio a Lovato, appena dopo il goal del pareggio.

All’88esimo, ci vuole ancora un Ochoa attentissimo per negare il goal a Kvara. Simeone nel finale, entrato insieme a Ndombele al posto di Anguissa e Lobotka, sfiora il 2-1 in mischia.

Dopo 5 minuti di recupero, il cronometro dice stop: lo champagne ritorna in frigo, per il Napoli non è ancora Scudetto.

Le considerazioni finali del nostro editoriale su Napoli – Salernitana

Onore alla Salernitana, che nulla ha regalato ai padroni di casa com’era giusto che fosse e che non si è data per persa pur trovatasi sotto di una rete nella tana della regina d’Italia.

Al Napoli è forse mancato premere il grilletto con il colpo in canna.

Boulaye Dia, dal canto suo, non ha avuto la stessa premura.


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