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opo quattro mesi la Juve Stabia è tornata alla normalità, ovvero a vincere al Romeo Menti. I tre punti nel proprio stadio erano diventati, per i gialloblù, una piacevole abitudine nella prima parte di stagione; completamente diverso il 2017, con la Fidelis Andria prima vittima delle Vespe nel proprio “alveare”. La vittoria di ieri dei gialloblù ha una forte componente che potremmo definire numerica, matematica e spieghiamo subito il motivo di questa interpretazione.
Le Vespe sono state schierate da Carboni con un atteggiamento offensivo, a tratti spregiudicato; il tecnico toscano ha varato un inedito 4-2-3-1, quasi a voler dire ai suoi ragazzi “O la vittoria o la vittoria”. Il nuovo assetto tattico ha funzionato, galvanizzando i fantastici 4 schierati da Carboni. Ripa si è confermato per l’ennesima volta letale sotto porta, assistito alla perfezione da Lisi e Kanoute; l’esterno romano ha macinato kilometri, mentre il senegalese ha trovato il gol scaccia maledizione.
La nota, forse a sorpresa, più lieta è stata però la verve di Aniello Cutolo, apparso trasformato dal nuovo ruolo di mezza punta: il fantasista è stato appunto schierato da fantasista, dietro Ripa nel tridente di assistenza alla punta battipagliese.
Il numero 33 ha toccato molti più palloni, dimenticando gli egoismi delle precedenti partite e giocando da uomo squadra. Scelta azzeccata, quella di Carboni, che ha allontanato Cutolo dalla fascia, zona di campo che presuppone una corsa che l’ex Entella, ad oggi, non può garantire. Lo stesso Cutolo, nel post gara, pur confermando di essere a disposizione della squadra in ogni ruolo, ha ammesso di trovarsi molto meglio nella posizione di fantasista/seconda punta.
Carboni ha quindi confermato la sua intrapendenza nel giocare con i numeri, nel senso di variare tanti assetti tattici cercando costantemente la soluzione migliore per i problemi della sua squadra.
Il tecnico è infatti partito nella sua gestione affidandosi al 4-3-3 del suo predecessore Fontana; ha poi valutato sul campo il 3-5-2, con Lisi e Cancellotti schierati a tutta fascia, ed il 4-4-2, con l’attacco pesante Ripa-Paponi. L’allenatore della Juve Stabia non si è fermato, arrivando poi ad osare al massimo col 4-2-3-1 visto ieri.
È forse ancora presto per dire se lo schema di ieri sia stato un azzardo, un esperimento momentaneo o se rappresenti una possibile nuova identità delle Vespe in stile Juventus allegriana (Higuain, Dybala, Mandzukic e Cuadrado tutti insieme), ma le indicazioni positive da cui ripartire ci sono.
A prescindere dai risultati, va comunque dato atto a Carboni di aver sottratto alla Juve Stabia quella identità quasi obbligata che si rinveniva solo nel 4-3-3. Le Vespe ora sono in grado di giocare in vari modi, riuscendo a mutare l’assetto anche a partita in corso.
La nuova identità camaleontica dei gialloblù può rappresentare un fattore importante in vista degli imminenti play off. A volte, “dare i numeri”, può essere una svoltaa positiva!
Raffaele Izzo