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a gara di sabato tra Ascoli e Juve Stabia può essere considerata un altro piccolo, ma deciso, passo in avanti per le Vespe. L’eliminazione dalla Tim Cup è infatti solo l’epilogo ufficiale di una competizione che non può che essere un obiettivo secondario e che è, invece, a tutti gli effetti strumento per sperimentare soluzioni e conoscere i nuovi calciatori. I ragazzi di Ferrara e Caserta hanno tenuto bene il campo contro un avversario di categoria superiore, ormai realtà concreta del campionato cadetto, e che può contare su elementi di assoluta qualità. Anche guardando gli aspetti negativi, ossia i gol subiti, si può notare come ci sia poco da rimproverare ai tecnici ed in generale alla squadra. Le reti dell’Ascoli sono state tutte conseguenza di errori dei singoli gialloblù: Bachini nella prima occasione ha causato il penalty che ha aperto le danze; la rete del 2-1 marchigiano è un regalo di Nava, mentre la terza nasce solo da una disattenzione di Cancellotti.
Le note positive tra la Juve Stabia certamente non mancano. Partendo dalle retrovie Bacci comincia finalmente a mostrare sicurezza ed interventi importanti, fattori importanti per il portiere designato quale titolare nel ruolo. Spicca, inoltre, la prestazione di Atanasov, concentratissimo ed indemoniato in campo nonostante le voci di mercato che lo vorrebbero protagonista. Ancora, va sottolineata la prestazione di Cancellotti; al netto dell’errore che ha innescato la terza rete dell’ Ascoli, il terzino umbro è inevitabilmente un elemento capace di spostare gli equilibri. Nonostante le gambe ancora pesanti, Cancellotti mette il turbo e si fa perdonare l’errore sfornando l’assist per la seconda rete di Paponi. A proposito di turbo, considerazioni simili vanno fatte per Francesco Lisi. A Caserta l’esterno romano era ufficialmente infortunato; sabato il 23 è tornato disponibile mostrando il solito strapotere fisico unito a quel senso del gol tipico di un centravanti. Lisi solo per pochi centimetri non ha trovato la rete, giocando con cuore e determinazione. Qualità sempre presenti nelle prestazioni di Luigi Viola; l’ex Vibonese mette in campo un’altra prestazione di valore, avendo già conquistato i gradi di leader del centrocampo. Inevitabile, poi, parlando di note positive, citare Daniele Paponi.
L’area di derby, per lui anconetano doc, galvanizza il centravanti, autore della gara più bella da quando veste la maglia della Juve Stabia. Nella prestazione di Paponi c’è tutto quello che in passato è mancato: cattiveria agonistica, grinta, caparbietà e voglia di vincere. La prima rete della punta è l’emblema di tutto questo: Paponi salta il portiere, si allunga la palla, riesce ad evitare che esca e da posizione defilata spara una fucilata in rete. Anche l’egoismo nel non cercare il passaggio al compagno meglio posizionato, volendo invece la rete personale può essere la scintilla capace di infiammare la stagione dell’ex Latina. Solo il tempo ci dirà se questa gara segnerà (in tutti i sensi) la nuova vita di Paponi alle Vespe.
Nell’attesa che si chiariscono le dinamiche di mercato, si può dire che la Juve Stabia costruita da Caserta e Ferrara è una squadra che ha certamente punti deboli, ma che da questi non si fa condizionare, sfruttando sempre al massimo ogni occasione per far male all’avversario.
Se la forma fisica è giustamente ancora non giudicabile, la mentalità è quella giusta e ricorda a tratti quella della prima Juve Stabia di Braglia. Una squadra che si ritrova nel “vendere cara la pelle” nel “non avere paura di nessuno”. Il giorno della sua presentazione Caserta disse di aver tratto qualcosa da ogni allenatore incrociato a Castellammare: forse la gara con l’Ascoli ha mostrato cosa c’è di Braglia nella Juve Stabia di Caserta.
Raffaele Izzo