N
on era certo l’esordio casalingo che la Juve Stabia sognava. Le Vespe non riescono a cancellare il k.o. di Empoli cadendo anche al Menti contro un Pisa apparso, allo stato, più pronto fisicamente e tatticamente alla nuova categoria da affrontare. Fermi i tanti aspetti in cui c’è da migliorare, cadere in depressione e tirare le somme dopo appena 180 minuti di gioco sarebbe un errore molto pericoloso.
Del resto una partenza con il freno a mano tirato non implica un campionato condotto a ritmi blandi soprattutto perché la Juve Stabia ha mostrato sia al cCastellani che contro il Pisa di poter far male all’avversario quando cattiveria e concentrazione sono alte ma gli automatismi ancora da trovare e la condizione non ottimale non stanno aiutando il gruppo di Caserta. Altrettanto lampante, quasi banale, ma evidentemente non chiaro a molti, è che la Serie B è un campionato completamente diverso, per complessità, insidie e preparazione degli avversari, rispetto alla Serie C; aver vinto il proprio girone in terza serie non garantisce di diritto, o quasi, una tranquilla salvezza in cadetteria. Prima si abbandonano i voli pindarici di playoff e Serie A in tempi “brevi” ascoltati nelle settimane estive in più sedi e prima si inizierà la vera corsa verso l’obiettivo concreto e reale: la permanenza in Serie B.
Tornando al match di ieri, le indicazioni che lascia il campo parlano di una squadra in bilico tra il 3-5-2 ed il 4-3-3, soluzioni tattiche ben note alle Vespe, ma allo stato ancora non del tutto “aggiornate” alla nuova categoria da parte dei ragazzi di Caserta che ad oggi non sembrano poter fare a meno di Di Gennaro e Cissè. Anche se impegnati nella ricerca di una forma fisica ottimale, i due rappresentano oggi il concentrato di qualità ed esperienza da cui la squadra deve ripartire. Accanto a questo aspetto si delineano altri messaggi che lancia il campionato: la brillantezza che molti senatori devono ritrovare; la maggior cattiveria agonistica che deve essere costante a prescindere da modulo ed avversario, rinviando a fine stagione i pensieri su future categorie e squadre; la posizione di Elia, devastante da esterno nel 4-3-3 ma non (ancora) in grado di supportare il ruolo a tutta fascia del 3-5-2; la maggior copertura che deve essere garantita al e dal centrocampo, con altri muscoli da affiancare a quelli di Addae.
A questi aspetti si aggiungono altre due considerazioni, che esulano da moduli, schemi e sostituzioni. La prima è che la rincorsa verso la salvezza deve iniziare non solo dal campo ma anche dalle scrivanie del mercato; dovrà essere lucido e bravo il diesse Polito a garantire nelle ultime ore di mercato innesti di esperienza in grado di migliorare mentalità e tasso qualitativo della squadra. Seconda riflessione destinata a chi con un fischio decide le sorti di un match e, sul lungo periodo, di una stagione: seconda gara e secondo chiaro errore a danno della Juve Stabia, regolarmente passata in vantaggio con Di Gennaro. Gli errori arbitrali non devono diventare un alibi ma nemmeno una triste consuetudine cui abituarsi.
Sbagliato era pensare che la rete di Cissè ad Empoli avesse cancellato tutti i problemi; sbagliato ora abbattersi pensando alle scorribande di Lisi: c’è da lavorare, da migliorare e da combattere ma nulla è precluso, con calma e sangue freddo.
Raffaele Izzo