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ome racchiudere in un articolo le emozioni che ha scatenato la gara tra Juve Stabia e Virtus Francavilla? Probabilmente è difficile dare una risposta a questa domanda perché il match di ieri ha avuto caratteri leggendari ed epici, aggettivi per una volta non esagerati per una partita di calcio, che difficilmente potranno mai uscire dai ricordi dei tifosi stabiesi.
Se tanti dei nostri padri o nonni ci hanno raccontato a menadito le azioni, i marcatori e le formazioni della partita del secolo, quell’Italia – Germania 4 – 3 giocata allo stadio Azteca di Città del Messico il 17 giugno 1970, da ieri sera è certo che tanti innamorati dei colori gialloblù avranno una gara da raccontare ai propri figli e nipoti. Il match di ieri è stato infatti un autentico spettacolo.
Se allora di spettacolo si è trattato, buona è stata la prima nei playoff della comitiva targata Fabio Caserta. Il cast gialloblù ha offerto al pubblico una prestazione colma di emozioni tra loro contrastanti, in cui a dominare sono stati musica classica e rock.
Perché direte voi. Perché due tra i mattatori della serata, seppur giocando nello stesso ruolo, hanno sfoggiato al meglio le loro diverse peculiarità. Melara ha così timbrato per la prima volta il cartellino con la casacca stabiese, mostrando sulla fascia l’eleganza e la grazia nei movimenti (e nei dribbling) tipiche di una sinfonia classica. Ritmo diametralmente opposto per Canotto, indemoniato sull’out opposto, in preda a continue accelerazioni, ed ovviamente alla rete del 2 – 0, assimilabili ad assoli di chitarra alla mano di una star del rock.
Come in ogni spettacolo degno del tutto esaurito, non sono mancati i momenti di tensione, vissuti col cuore in gola. Al di là delle disattenzioni della Juve Stabia, vanno riconosciuti i giusti meriti al Francavilla di D’Agostino, arrivato al Menti per giocarsi la gara, puntando all’unico risultato utile, la vittoria, anche trovandosi sotto 2 – 0 dopo undici minuti.
Regista perfetto per l’opera gialloblù si dimostra ancora una volta Fabio Caserta. Il tecnico non ha abbandonato il “copione” consolidato, affidandosi ancora al 4-3-3, azzeccando tutte le mosse: Melara, sorpresa in campo dal primo minuto, ad aprire le marcature; Strefezza lanciato nella ripresa al posto di Canotto, autore di un assist e di uno scampolo di gara di altissimo livello, ed i subentrati Berardi e Paponi a siglare le reti stabiesi del secondo tempo.
The show must go on, continua quindi lo spettacolo a tinte gialloblù. Ironia della sorte, quasi come la trama sorprendente di un film di successo, la Juve Stabia ha l’occasione di cogliere la propria “vendetta”. L’urna ha infatti indicato la Reggiana come prossimo avversario delle Vespe; fu proprio la compagine emiliana, infatti, ad eliminare dai playoff lo scorso anno la squadra allora di Guido Carboni.
Prima ancora che alla vendetta, in casa Juve Stabia si punta però a cogliere quel lieto fine che non può mai mancare in uno spettacolo che si rispetti.
Raffaele Izzo