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l nostro editoriale è un pensiero sulla Juve Stabia che vince il derby casalingo contro l’Avellino donando alla piazza una gioia incredibile dopo sette sconfitte nelle ultime dieci partite.
Accontentarsi non è un verbo che si può coniugare con la gestione di Mister Novellino.
Come forse aveva fatto la Società ingaggiando Mister Pochesci.
Nonostante non sia facile disfarsi di questo ingombrante dubbio, essere consapevoli di ciò che si vuole veramente è la conditio sine qua non per raggiungere i risultati.
Il neo tecnico delle Vespe aveva dichiarato, senza troppa presunzione o false illusioni, che avrebbe lavorato sulle peculiarità della rosa gialloblù: difesa, attacco e palle inattive.
Sei giorni di tempo, dopo l’amara ed indegna sconfitta contro il Potenza, ma tante cose sembrano cambiate. Compattezza, parola d’ordine di questo derby. Ripartenze, palleggi, assist, occasioni goal, insomma una Juve Stabia come non si vedeva da tempo ma come la piazza la desiderava.
Con un rispolverato 4-3-3, stile Colucciano, Novellino riesce a conferire a Mignanelli un nuovo reparto, quello di attacco.
E’ suo l’assist del primo goal a firma di Berardocco.
Un primo tempo entusiasmante, con pieno possesso della palla e senza alcuna sofferenza per le vespe.
Al secondo tempo, due cambi obbligati per infortuni e la stanchezza, riescono a far pareggiare l’Avellino.
Ritorna l’apatia quasi obbligatoria di chi sa che il derby finirà con un pareggio. Si combatte ma senza troppa convinzione. Nella vita di tutti si manifestano momenti di difficoltà, insuccessi e perdite. È nella natura delle cose e, per quanto ci si sforza, spesso queste circostanze sono inevitabili.
Di fronte a queste situazioni le persone si dividono in due grandi categorie: quelli che soccombono e quelli che si rialzano e riprendono a camminare.
Ecco che D’Agostino riprende a camminare, ci crede e al 94° segna il goal della vittoria!
E allora come cantano gli Stadio: “io penso sai che fra di noi c’è una virgola che manca che ci possa separare dando un senso di unità continua così a non dirmi quasi niente continua così le tue mezze verità!”
Continua così, continuate così, quella virgola, stasera, è diventata un punto esclamativo: la Juve Stabia è salva!
Editoriale Juve Stabia – Avellino: il derby dal gran finale
Oipee, il numero 70 delle Vespe, quasi a ricordare il goal di Mertens, suo idolo, nel 2017 quando al 94° contro il Genova trafisse la rete divulgando poesia, ha fatto esplodere il Menti!
Sì, poesia.
La stessa che stasera aleggiava, quasi sospesa, nel cielo stabiese.
Perché la verità è che quando il divario con il resto della compagnia, con gran parte della compagnia, è così corto che solo una disattenzione, un calo di concentrazione, un approccio sbagliato, possono portare a qualche sorpresa, tutto assume un valore diverso.
Ma sulla bilancia, però, bisognerebbe mettere anche la cattiveria calcistica, la voglia di riuscire, una dignità di squadra e la netta convinzione che un allenatore può fare la differenza, ed ecco che l’ago pende inaspettatamente sulla vittoria!
Berardocco prima e D’Agostino dopo hanno saputo segnare con una naturalezza così disarmante che sembrava cosa oramai scontata questa vittoria.
Insomma, una nuova visione di questi calciatori che sembravano aver riposto le armi per un triste destino.
E seppure Novellino, in conferenza stampa dopo il derby, ha dichiarato che quando una squadra perde non è colpa dell’allenatore, a noi di Vivicentro una riflessione sorge spontanea: Dando per certo che sono i calciatori a scendere in campo, chi li guida ha un ruolo primario sulla formazione mentale e motivazionale degli stessi, potendo, infatti, riscoprire doti, qualità e caratteristiche un po’ dimenticate, facendo riemergere anche il loro valore.
Perché alzare le aspettative, spesso, non fa altro che allontanare l’obiettivo.
Ricordando le parole di Johan Cruijff, ex calciatore ed allenatore olandese, che dichiarò: “ Il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa, le gambe da sole non bastano”, il calcio spettacolo di stasera ha visto tanti giocatori aver rimesso la testa a posto!