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a vita breve la striscia positiva della Juve Stabia, che dopo le due vittorie consecutive con Trapani e Pordenone, si blocca al Picco di La Spezia dove i padroni di casa, con una prestazione semplicemente ordinata e vogliosa, portano a casa tre punti importanti per morale e classifica.
Se nell’editoriale della scorsa settimana avevamo invitato la Juve Stabia a non avere paura, la gara di La Spezia ci dice che la squadra di Caserta, forse, ha preso fin troppo alla lettera l’invito non tanto nostro ma proveniente dai sei punti raccolti nelle due gare precedenti; gli uomini di Caserta, infatti, hanno giocato senza il mordente necessario a stare prima in partita e poi a portare il match su binari favorevoli. Ovviamente, è un bene scendere in campo senza paura né timore dell’avversario, ma per fare bene sono necessarie anche la tensione e l’adrenalina che, nella giusta misura, prima di un evento importante (che sia una partita per un calciatore o un esame per uno studente e così via) spingono a dare il massimo.
La Juve Stabia a La Spezia è mancata proprio nel fattore psicologico, perdendo la gara non a centrocampo o senza trovare la superiorità sugli esterni, ma già nel riscaldamento. Lo ha detto senza mezzi termini Fabio Caserta, che ha analizzato come l’atteggiamento sbagliato dei suoi fosse evidente già nelle fasi di preparazione alla gara; le due vittorie consecutive, pur portando serenità e consapevolezza nei propri mezzi, hanno fatto dimenticare alla Juve Stabia di essere una squadra competitiva quando la cattiveria e la grinta sono a livelli alti; viceversa, quando la pancia è piena di complimenti e sicurezze (troppe) i gialloblu incappano in sconfitte evitabili. Anche in questo caso è facile trovare aggancio nelle parole di inizio stagione del tecnico stabiese, che ripeteva a mo’ di mantra “dobbiamo ritrovare la mentalità della scorsa stagione”: evidentemente il processo di recupero cui si riferisce Caserta è ancora incompleto.
Con un pizzico di caparbietà in più la Juve Stabia avrebbe, forse, concretizzato i primi venti minuti di gara, in cui Lo Spezia ha visto poche volte il pallone e le Vespe hanno creato tre buone palle gol con Forte e Troest, due volte pericoloso su palla inattiva. Dopo la rete improvvisa dei liguri, aiutata da una marcatura appunto poco incisiva della difesa stabiese (come anche il definitivo raddoppio), la Juve Stabia si è spenta, in primis mentalmente. Ne è dimostrazione l’espulsione di Germoni, arrivata a gara già compromessa ma ancora recuperabile: quando gli eventi della gara girano male, la fragilità mentale si trasforma in nervosismo evitabile. Non un caso che degli undici (poi dieci) in campo solo Carlini, subentrato che ha voglia di riprendersi la maglia da titolare, abbia giocato con la “vecchia” mentalità che Caserta cerca e che, paradossalmente, ha trovato in un calciatore che lo scorso anno non c’era: quel Simone Calvano ludico guerriero del centrocampo.
Tutte le considerazioni tecnico tattiche possono solo seguire la ricerca del giusto atteggiamento psicologico perchè se manca la base mentale, che c’è ma va trovata e non più persa, tutto il resto viene meno. Si vada alla ricerca della giusta mentalità, cercando di trovarla già tra 48 ore al Menti col Pescara.