È stato arrestato ad Eboli per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’inchiesta contro il caporalato vede indagate 40 persone, di cui: 35 destinatari di misure cautelari; 27 con arresti domiciliari; otto con obbligo di dimora e contestuale presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini sono state condotte dalla Procura Antimafia di Salerno con il supporto dei Carabinieri del Comando provinciale. L’organizzazione era “specializzata” nel traffico umano di braccianti agricoli dall’Africa alla Piana del Sele.
Al timone dell’associazione c’era il marocchino Hassan Amezghal, detto “Hassan appost” che era il promotore dei flussi migratori e si vantava – emerge dalle intercettazioni – di fare tanti soldi: “… io in una giornata guadagno 300 euro”. Il volume d’affari dei profitti stimato dagli inquirenti è stato di circa 6 milioni di euro.
Sfruttati e ridotti in schiavitù per pochi euro all’ora, i braccianti marocchini hanno tuttavia trovato la forza di denunciare i loro aguzzini. Così è venuto fuori il caporalato etnico che controllava l’impiego della manodopera clandestina con la complicità degli imprenditori agricoli della Piana i quali trattenevano prebende dai 500 ai mille euro per ogni contratto di lavoro fittizio. Le triste storie dei migranti – costretti a vivere in baracche fatiscenti e in condizioni di indigenza – hanno dato l’input, nell’agosto del 2015, all’inchiesta culminata con il blitz all’alba di ieri a Salerno, Matera e Pistoia.
Nell’indagine è spuntato anche il nome di un politico. Si tratta di Pasquale Infante, capogruppo Pd al Comune di Eboli, che è stato arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Secondo l’accusa, sarebbe stato affidato a lui il compito di mettere in ordine le carte riguardanti lo sfruttamento dei migranti. Opera nella quale sarebbe stata coinvolta anche la sorella Maria Infante che lavora con lui nel suo studio di consulenza.
Il Gip ha concesso gli arresti domiciliari all’esponente politici del Pd campano, in quanto ha ritenuto non vi fossero i presupposti per trattenerlo in carcere.
A
dduso Sebastiano
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