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Castellammare di Stabia

Due anni di governo Renzi tra luci e ombre. WALTER GALBIATI*

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Era il 22 febbraio 2014 quando il presidente Giorgio Napolitano affidò a Matteo Renzi, allora segretario del Pd e sindaco di Firenze, l’incarico di formare il nuovo governo. Due giorni dopo arrivò la fiducia del Senato con 169 voti favorevoli e 139 contrari. E quello successivo la fiducia della Camera con 378 voti contro 220. Un voto favorevole in meno rispetto all’esecutivo guidato da Enrico Letta, sfiduciato proprio dalla direzione nazionale del Pd pochi giorni prima.

L’appoggio per garantire la fiducia al primo governo Renzi arrivò dal Pd che insieme al Nuovo centrodestra, a Scelta civica, all’Udc e ai Popolari per l’Italia formarono la nuova maggioranza parlamentare. All’opposizione restò il Movimento 5 stelle, insieme a Forza Italia – che nel frattempo perderà molti deputati e senatori, tra cui Denis Verdini – e alla Lega Nord.

“Servono sogni e coraggio”, diceva il neo premier. E chiedendo il voto favorevole dei due rami del Parlamento aggiungeva: “Basta alibi” sottolineando come nel piano di governo fossero centrali il rilancio della scuola, un intervento straordinario di edilizia scolastica, lo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione, la riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale.

E ancora: interventi sul lavoro, con aiuti alle pmi e sussidio di disoccupazione universale. Semplificazione fiscale e riforma della giustizia erano stati i temi centrali del discorso programmatico.

Alcuni degli annunci sono rimasti solo parole, altri hanno visto una realizzazione parziale e altri ancora sono andati in porto. Ora a due anni dall’insediamento è possibile stilare un primo bilancio con successi e insuccessi.

Ecco com’è andata
Riforme – Lavoro – Tasse – Conti pubblici   Spending review – Banda larga

2014-2016, due anni di Renzi, Tito:

“Quattro obiettivi raggiunti, ma la prova verità è la crescita”

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