Domenico Cuomo è il giovane attore di Gragnano che stasera comparirà al fianco di Lino Guanciale e Antonio Milo nel terzo episodio de “Il Commissario Ricciardi”. Ha incontrato la redazione per parlare dei suoi sogni e dell’esperienza su questo e su altri set: la VIDEOINTERVISTA esclusiva per la redazione di Vivicentro.
Domenico Cuomo, stasera protagonista del terzo episodio di Ricciardi
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omenico Cuomo è il giovanissimo attore che vedremo protagonista nella puntata di questa sera de “Il Commissario Ricciardi” in onda su Rai Uno in prima serata. Ha incontrato la redazione per raccontare la sua vita, i suoi sogni e l’esperienza sul set con la direzione di Alessandro D’Alatri.
Sono molto emozionato per la messa in onda di questa sera e spero che l’episodio vi piaccia. La serie è stata girata l’estate di due anni fa e le riprese sono terminate l’anno scorso. È stata un’esperienza illuminante, che mi ha permesso anche di vedere Taranto per la prima volta. Aver lavorato con D’Alatri è stato un onore, così come conoscere grandi attori come Lino Guanciale e Antonio Milo.
Domenico è di Gragnano (NA) e ha iniziato a studiare recitazione nella scuola di recitazione e cinematografia Laborart dopo aver compreso che la sua ambizione più grande fosse quella di emozionare le persone:
Mi piaceva imitare le persone e farle ridere e ho deciso di provare a studiare. Ho frequentato la Laborart di Gragnano a partire dal 2015, iniziando un percorso di teatro e cinematografia, poi anche di dizione. Uno dei miei primi provini è stato quello per Gomorra 3, La serie. Entrare a far parte del cast mi ha definitivamente fatto innamorare di questo mestiere.
Non solo produzioni italiane, ma anche internazionali: Domenico Cuomo ha lavorato anche al fianco di George Clooney per la serie tv prodotta da Sky “Catch 22”.
Lavorare con lui è come lavorare con un amico di vecchia data. Ero uno dei più piccoli e interpretavo il ragazzo napoletano tuttofare, addirittura pilotavo un aereo. Era un ruolo molto divertente e abbiamo stretto un rapporto quasi di amicizia, è stato fantastico: cercava di parlare italiano con me e io inglese con lui. Ad esempio, quando George mi chiese come facessi a conoscere l’inglese, e me lo chiese in italiano, io lo guardai negli occhi e gli risposi: gesticulation! Ridemmo molto.
Con il ruolo in Gomorra 3, quello in Catch 22 e quello ne Il Commissario Ricciardi, Domenico ha rappresentato per anni il ruolo del ragazzo napoletano, in Italia e nel mondo. Lo studio e lo spirito critico, però, gli hanno permesso di farlo con il massimo della coscienza.
Penso che rappresentare un paese o un gruppo di persone sia sempre una responsabilità. È anche un rischio, quindi. Ho sempre un po’ paura quando devo rappresentare una località, specie se a livello internazionale. La prima cosa che faccio è quella di studiare a fondo la mia cultura. Spesso neanche noi napoletani conosciamo bene il nostro territorio. Con l’Istituto Don Milani di Gragnano, la mia scuola, ho conosciuto cose che non conoscevo della mia terra. La cosa più giusta è quella di valorizzare tutto ciò che una persona sa del proprio territorio. Come viene fatto, poi, dipende anche dai progetti, che possono valorizzare un determinato punto piuttosto che un altro, ma credo che tutto sia da valorizzare.
Il mestiere dell’attore, si sa, non finisce con l’ultimo ciak. Ma a Domenico questo non pesa, nonostante la sua giovane età:
Senza divertimento questo lavoro non viene bene e non si riesce a fare. Diventa dura, pesante, perché ci si potrebbe ritrovare a interpretare ruoli pesanti, scene che risulterebbero troppo impegnative. Bisogna amare questo lavoro in tutto e per tutto. Soprattutto se si è giovani ci si trova a fare dei sacrifici, con la scuola o con gli amici. Farlo con amore è la cosa più importante. I grandi, i miei maestri e gli attori veri mi hanno sempre detto che attori ci si diventa col tempo e bisogna amare il mestiere tanto da essere attore anche la notte, quando si sogna. Io mi diverto tanto e spero di riuscire a realizzare questo sogno.
Nonostante la crisi che da anni e soprattutto ora attraversa l’ambiente del grande e piccolo schermo, Domenico Cuomo continua a lottare, sperare e lavorare per raggiungere il suo sogno. Che non è fatto di vanità, ma di piena coscienza della responsabilità a cui è associato.
Ho la fortuna di avere dei genitori che mi hanno sempre sostenuto, che mi danno tutte le possibilità. Per quanto riguarda la mia formazione, credo sia essenziale avere una cultura completa anche per recitare. Ho l’obiettivo di completare il mio percorso di studi, magari con una laurea. Il bagaglio culturale aiuta quello di vita, per questo studiare mi aiuterebbe a completarmi anche dal punto di vista artistico. In ogni caso, se non farò l’attore, voglio restare in questo ambito. Voglio stare a contatto con le persone e cercare di farle emozionare.
Tutti hanno modelli a cui ispirarsi, e per Domenico Cuomo è lo stesso. Non solo attori, ma anche registi e sceneggiatori.
Prima di lavorare preferivo e amavo solo gli attori. Dopo aver lavorato, ho iniziato ad apprezzare molto i registi, i direttori della fotografia e gli sceneggiatori. L’attore che amo profondamente è Johnny Depp. Lo considero un caratterista a tutto tondo e Tim Burton è un regista che apprezzo molto. Amo molto i cartoni animati. Quando produsse Biancaneve, Walt Disney voleva far emozionare anche le persone adulte. Per me è la più grande vittoria. Adoro Johnny Depp perché riesce a trasmettere emozioni in maniera diversa a seconda del personaggio, e io punto a questo. Nel panorama italiano non posso non amare Vittorio De Sica, Alberto Sordi, il nostro Totò: sono leggende, la loro arte è immortale.
La vicenda che ha coinvolto Johnny Depp ci ha permesso di fare un’ulteriore riflessione sulla difficoltà di dividere la sfera privata da quella pubblica, specie se si diventa attori affermati.
La vita privata e la vita professionale si fondono nel momento in cui si diventa un attore affermato. Le persone tendono ad associare gli attori ai personaggi. Però credo che non ci si debba esporre troppo. È pericoloso, ci rende più vulnerabili. Quello che è successo a Johnny Depp è una cosa molto brutta, che non dovrebbe succedere. Perdere il lavoro o perdere dei lavori, come l’essere esclusi da piattaforme di streaming, corrisponde a togliere la visibilità a un attore. Non credo che le due sfere, quella privata e quella pubblica, debbano mai essere considerate una cosa unica.
Domenico Cuomo è sicuramente entrato nel panorama cinematografico, ma resta un consumatore dei prodotti di intrattenimento, e uno di quelli attenti.
Al di là dei sogni con Robin Williams è uno dei miei film preferiti. Amo molto i film divertenti, ad esempio i Griffin mi accompagnano nella vita di tutti i giorni. Poi ci sono i grandi classici, come Salò di Pasolini e film di nicchia, che però mi hanno segnato e mi hanno fatto crescere.
Questa sera, il giovane Domenico Cuomo sarà in prima visione su Rai Uno. E il consiglio è di non perdervelo per niente al mondo, perché sentiremo ancora parlare di lui.
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