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Castellammare di Stabia

Discarica sul Faito, la deputata Di Lauro scrive al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa

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La deputata Di Lauro scrive al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per prendere delle decisioni sulla situazione in cui versa il Faito dopo il cedimento avvenuto aprile

A seguito delle denunce dell’Associazione Piazza Attiva e WWF Terre del Tirreno la deputata Carmen Di Lauro ha scritto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa presentando un’interrogazione al titolare del dicastero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Si tratta di una vera e propria discarica che giace in un’area adiacente a via della Fattoria a pochi metri da alcune strutture ricettive.  La preoccupazione è che oltre al materiale franoso siano stati depositati da ignoti anche rifiuti speciali rendendo ancor più pericoloso il sito per la salute dei cittadini che per l’ecosistema montano così come denunciato dalle associazioni. “Ho depositato un’interrogazione al Ministro Costa affinché – dichiara la deputata – si faccia luce sullo scempio che si sta consumando sul Faito. Una vera e propria bomba ecologica che giace da più di un anno, una discarica a cielo aperto composta da detriti e sembrerebbe anche da materiale tossico tra cui l’amianto. L’ennesimo disastro annunciato che si appresta a deturpare le nostre bellezze naturali e la nostra salute. Questo materiale è stato depositato nei pressi del centro sportivo e si tratta di materiale caduto con la frana dello scorso aprile. Regione Campania, Città metropolitana di Napoli e Arpac – prosegue Carmen Di Lauro – hanno pensato bene di porre rimedio alla situazione cospargendo i materiali della discarica su alcune aree depresse del Parco. Invece di eliminare il problema lo hanno solo spostato da un’altra parte. In un’area peraltro già fragilissima in cui per legge è vietato attivare discariche per qualsiasi tipo di rifiuti”.

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uesto il testo dell’interrogazione parlamentare inoltrato dalla deputata Carmen Di Lauro

Si tratta di materiale franato sulla strada che conduce da Vico Equense a Faito e che è stato poi sgomberato dalla carreggiata e depositato sul monte – si legge nell’interrogazione –  Il materiale di scavo risultante dallo sgombero della ex Statale 269 è stato depositato temporaneamente sul monte […] da una valutazione visiva, comprende oltre a terra e pietre anche immondizia e materiale di risulta di vario genere, tra cui anche manufatti cemento-amianto (eternit) […] i materiali non sono stati ancora confinati e inibiti per ridurne il grado di pericolosità verso le persone»; Wwf Terre del Tirreno nell’ottobre 218 ha denunciato che “È probabile che ignoti stiano utilizzando indisturbati il sito per continuare a scaricare rifiuti vari. Il Wwf nel suo dettagliato esposto ha allegato diverse foto”. Rilievi fotografici confermerebbero quanto denunciato: considerata la portata altamente tossica del materiale contenente amianto e tenuto conto del rischio che la progressiva disgregazione per l’esposizione agli agenti atmosferici e il contatto diretto con il suolo possano contaminare l’ambiente circostante, il Wwf ha chiesto un immediato intervento e l’immediata bonifica del sito; dopo alcuni incendi estivi il cumulo di detriti si era riversato sulla strada nel novembre 2017 a causa delle forti piogge che provocarono movimenti franosi lungo tutto il percorso che da Vico Equense conduce al Monte Faito. Successivamente, nel febbraio 2018, le piogge provocarono ulteriori smottamenti, trascinando detriti misti a terra e fango e peggiorando la situazione. A seguito delle proteste da parte degli abitanti del Faito nell’aprile 2018 l’amministrazione comunale decise di sgomberare la strada dai detriti. Il sito su cui avverrebbe la spanditura ricade in una zona del Parco in cui “È vietato… attivare discariche per qualsiasi tipo di rifiuti»; «per il recupero e la ricomposizione ambientale delle cave dismesse… è consentito smaltire rifiuti provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi, purché privi di materiali tossici e pericolosi». Sono vietati i movimenti di terra di qualsiasi genere; «È vietato abbandonare rifiuti di qualsiasi genere»; e alla lettera d), protezione della flora: «È vietato raccogliere e danneggiare la flora spontanea erbacea ed arbustiva»; il deposito di materiale detrito e rifiuti al suolo, protratto per oltre 8 mesi ha arrecato danno al sottobosco naturale, ovvero alla «flora spontanea erbacea ed arbustiva». Il sito rientra in area Sic «Dorsale dei Monti Lattari» dove, per qualsiasi intervento potenzialmente capace di limitare la naturalità del sito, è richiesta una valutazione di incidenza ambientale che garantisca che l’intervento non pregiudichi l’integrità del sito; le opere realizzate avrebbero di fatto comportato una grave modifica dello stato dei luoghi: quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere al fine di evitare che avvenga un vero e proprio disastro ecologico se non anche sanitario sul Monte Faito in un’area che costituisce sito di interesse comunitario.

 

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