Di Maio corteggia Nino Di Matteo, lo vorrebbe capolista in Sicilia, la qualcosa ridurrebbe il potere di indicazione della piattaforma Rousseau.
in queste ore Luigi Di Maio, capo politico dei grillini e vicepremier, starebbe pensando di includere capilista esterni in tutte le circoscrizioni. Lo si dedurrebbe anche da un comunicato del Blog delle Stelle “I capilista saranno indicati dal capo politico, che li sottoporrà al voto degli iscritti”. E la novità dovrebbe essere che devesi trattare di personaggi-simbolo soprattutto dell’imprenditoria, delle istituzioni e comunque esterni al mondo grillino, in particolare Di Maio avrebbe chiesto di privilegiare la ricerca di donne.
Nella circoscrizione isole, Sicilia-Sardegna si sono qualificati al secondo turno su Rousseau 8 candidati. Ha vinto ma non ha stravinto l’uscente Ignazio Corrao con 2.839 consensi, dietro l’ex “Iena” Dino Giarrusso con 2.491 voti che ha avuto un personale buon risultato. Tra gli eletti co sono anche donne siciliane, tutte espressione dei meetup, quali Flavia Di Pietro di Buscemi attivista storica di Siracusa con 1.312, nel Siracusano la catanese avvocato Matilde Montaudo e Antonella Corrado di Sommatino con 741 voti, inoltre della Sardegna si sono affermati, Donato Forcillo con 866 e e Anna Sulis con 720 consensi. E ancora dalla Sicilia, da Santa Teresa di Riva (ME) seppure presentatosi nel catanese, Antonio Brunetto ingegnere etneo con 743 voti (quest’ultimo ripescato dopo l’eliminazione imposta dal Movimento di Clementina Iuppa di cui si dirà al paragrafo successivo) del quale La Sicilia di Catania ha scovato un passato da baby-alfaniano. «Ero liberale ai tempi dell’università, ma non sono mai stato in altri partiti», ha dichiarato prendendo le distanze dal suo mentore politico Giuseppe Castiglione, Forza Italia, che pure gli aveva fatto un endorsement: «Sarebbe un ottimo eurodeputato».
In queste parlamentarie ci sono state anche delle improvvise defenestrazioni dopo la prima tornata elettorale sulla piattaforma che ne aveva visto un discreto successo. Una di queste è stata, come sopra già anticipato, quella della catanese e avvocatessa Clementina Iuppa, estromessa dalla seconda fase delle euro-parlamentarie del Movimento 5 Stelle, e che, a differenza di altri, confermando così la propria tenacia, non ha voluto restare in silenzio e ha pubblicato un lungo post su Facebook al quale ha affidato la propria difesa e anche indignazione ““La stampa tutta si dovrebbe vergognare“. Ma se la prende anche con il M5S “Purtroppo il mio Movimento non ha voluto/saputo difendermi, me ne rammarico. Questa è una debolezza che non ci fa del bene, porge il fianco, ci manipola“. E agli attivisti dice: “Votate con serenità e libertà di pensiero, io rimango comunque una donna del Movimento. Sempre a testa alta“.
Altra inaspettata esclusione alla seconda tornata delle parlamentarie è stata quella di Giuseppe Leotta, giovane di Giardini Naxos, dottore in politica globale e relazioni euro-mediterranee, che con un impegno e presenza costante sul territorio, si era fatto conoscere negli ultimi anni nella Riviera Jonica messinese e nella stessa città di Messina. Quest’altra esclusione potrebbe favorire in quelle zone altre consolidate alleanze politiche avversarie, oppure l’astensionismo.
Nel frattempo da Roma si fa sapere che l’inserimento di capilista al di fuori dei grillini «vale in tutte le circoscrizioni e non ci possono essere deroghe solo per le Isole». E dunque Giancarlo Cancelleri, leader regionale dei 5stelle e vicepresidente dell’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) si sarebbe dovuto trasformare in “cacciatore” di capilista dell’ultimo minuto. In serata però sarebbe rispuntata da Roma una voce che gira ogni volta che il M5S deve scegliere candidati capi-lista importanti, cioè sarebbe ripartito un ultimo serratissimo corteggiamento a Nino Di Matteo, Pm antimafia.
L’opinione.
Il Pm dr Nino Di Matteo, noto per il suo impegno contro la criminalità e la corruzione pubblico-politica, potrebbe essere, e come lui anche altri analoghi, un segnale forte, non solo a livello siciliano, ma soprattutto nazionale ed europeo. In un nostro articolo precedente “Sciolti per mafia i Comuni di San Cataldo (CL) e Mistretta (ME)” in calce a “L’opinione” ci si domandava <<… com’è possibile che, nonostante i grandi Uomini e Servitori dello Stato che hanno dato anche la vita nella lotta contro la mafia, malgrado i tanti arresti di questi decenni, sebbene gli ingenti sequestri patrimoniali degli ultimi anni, questo endemico multi-cancro, denominato “mafia” continua a rigenerarsi e diffondersi ovunque nella nostra Italia e specialmente Sicilia, con metastasi che s’infiltrano risaputamente dappertutto, nello Stato, Regioni, Enti, Comuni, corporazioni, ordini vari, categorie, associazioni e cosiddetta società civile ? …>>. Forse è l’ora di dare segnali forti. E forse Di Maio, leader dei 5stelle e vicepremier, ci sta più attentamente meditando. Sarebbe l’ora per tutto il Governo, altrimenti non sarà diverso dai precedenti, poiché di tutta evidenza, tranne per chi non può o non vuole vedere, il problema primario che compromette da sempre anche lo sviluppo e l’occupazione, sia in Sicilia ma come pure in Italia, è l’endemica e notoria (seppure spesso legalmente e mediaticamente minimizzata) corruzione pubblico-politica e le criminalità organizzate, native e d’importazione, come anche la sempre e più diffusa delinquenza locale, di quartiere e persino di condomini, di cui le statistiche ci dicono che è in diminuzione, ma in quanto sempre meno persone denunciano vista la generalizzata depenalizzazione del precedente governo. Un po’ come la propaganda di questi ultimi decenni che la disoccupazione scende, ma in quanto e non si considera che di contro è in aumento l’emigrazione specialmente all’estero.
A
dduso Sebastiano
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