A quanto sembra, è pronto, di fatto, il decreto che sarà varato nei prossimi giorni e che disciplina le due misure bandiera dell’ esecutivo giallo verde: quota 100 e reddito di cittadinanza per cui proviamo a vedere cosa, per ciascuna delle voci, prevede l’ultima bozza.
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unti Chiave Articolo
- 1. Prime anticipazioni del decreto su quota 100 e il reddito di cittadinanza
- Torna il cda per Inps e Inail ma nessun commissariamento
- Definite anche le regole per il reddito di cittadinanza.
- I beneficiari
- I criteri di accesso
- Fuori chi ha la barca, i carcerati e chi si è licenziato
- Il patto per il lavoro
- La carta
- Le sanzioni
- Incentivi per le imprese e gli enti di formazione
- Le risorse
Nella bozza del decreto, per la parte riguardante le pensioni dove sono previsti due iter per quelle dei dipendenti privati e quelle dei dipendenti pubblici, si legge che:
Per quanto riguarda i lavoratori privati, Quota 100 sarà sperimentale per il triennio 2019-2021: si potrà andare in pensione anticipata con 62 anni di età e almeno 38 di contributi.
Secondo quanto stabilisce il decreto, sono confermati Opzione donna (per le lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1959 e le lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1958) e l’Ape sociale. Vengono poi abrogati gli incrementi di età pensionabile per effetto dell’aumento della speranza di vita per i lavoratori precoci.
Il decreto prevede poi la cosiddetta “pace contributiva”, per il riscatto di tutto o in parte i periodi per i quali non sussista obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. Il riscatto è esercitabile per un periodo non superiore a 5 anni. Chi beneficera’ di “quota 100” non potrà cumulare la pensione con altri redditi da lavoro superiori ai 5.000 euro l’anno. È previsto inoltre, che i fondi di solidarietà bilaterali tra aziende e lavoratori potranno erogare assegni ai lavoratori per raggiungere quota 100 in modo tale da favorire il turnover del personale.
Per quanto riguarda i lavoratori pubblici, invece, potranno andare in pensione quelli che matureranno ‘quota 100’ entro il 31 marzo, dal 1 luglio e non dal 1 aprile come gli altri. Se la quota 100 verrà maturata dal 1 aprile, potranno andare in pensione dopo 6 mesi. Per gli statali è confermata però la tempistica per l’accesso al Tfr così come prevista dalla legge Fornero: ne avranno così diritto in un arco di tempo al massimo di 5 anni. In altri termini, il dipendente pubblico riceverà la liquidazione nel momento in cui avrebbe maturato il diritto al pensionamento secondo le norme esistenti ossia 67 anni di età, o 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva.
Per accelerare i tempi, il provvedimento del Governo prevede che le pubbliche amministrazioni stipulino apposite convenzioni con le banche. La bozza del decreto reintroduce infine il Cda di Inps e Inail e autorizza una spesa di 50 milioni per l’assunzione di personale all’Inps.
Torna il cda per Inps e Inail ma nessun commissariamento
Il ministero del Lavoro, però, “non intende procedere con il commissariamento dell’Inps e dell’Inail”, viene spiegato in una nota: “La norma che prevede il ritorno a un consiglio d’amministrazione non prevederà alcuna decadenza degli attuali vertici, le cui funzioni saranno riviste seguendo una logica di una gestione collegiale degli enti”. Dal ministero “non sarà presentata alcuna norma che ponga alcun commissario a capo dei due enti”. Nel decreto è previsto per entrambi gli istituti il ritorno di un Cda a 5 componenti compreso il presidente.
Definite anche le regole per il reddito di cittadinanza.
Per il reddito di cittadinanza, si legge nella bozza, la platea dei beneficiari sarà di 1.436.738 per 8,5 miliardi di spesa., partenza ad aprile. Il reddito di cittadinanza potrà essere chiesto oltre che dai cittadini italiani, dai comunitari e dagli extracomunitari residenti in Italia da almeno 10 anni.
I nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza si trovano al 47% al Centro Nord e per il restante 53% al Sud e nelle Isole. Per numeri assoluti di nuclei beneficiari le prime sei regioni in classifica sono nell’ordine: Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Puglia, Piemonte.
Il reddito di cittadinanza, così come le pensioni di cittadinanza (per le famiglie composte da uno o più componenti di età pari o superiore a 65 anni) scatta dal mese di aprile 2019 e decorre dal mese successivo a quello della richiesta. Il beneficio è di 500 euro (6.000 euro l’anno) moltiplicato per la scala di equivalenza e 280 euro al mese (3.360 euro l’anno) per il sostegno all’affitto. Con il mutuo il sostegno casa è di 150 euro (1.800 l’anno). Si va quindi da 780 euro per un nucleo con un solo componente, a 1.330 euro per una famiglia di 3 adulti e 2 minorenni.
La pensione di cittadinanza è di 630 euro al mese (7560 l’anno) per scala di equivalenza più 150 euro al mese (1.800 l’anno) per il sostegno all’affitto. Il beneficio non può essere complessivamente superiore a 9.360 euro per scala di equivalenza e non può essere inferiore a 480 euro annui. Il Rdc è riconosciuto per massimo 18 mesi, se sospeso può essere rinnovato.
I beneficiari
Sono i cittadini italiani o europei o di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno residenti in italia in via continuativa da almeno 10 anni.
I criteri di accesso
Occorre avere un valore Isee inferiore a 9.360 euro; un valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30 mila euro; un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro, accresciuto di 2.000 euro per ogni componente della famiglia fino ad un massimo di 10.000, incrementato di 1.000 per ogni figlio successivo al secondo e di 5.000 per ogni componente con disabilità. Il valore del reddito familiare deve essere inferiore a 6.000 euro annui moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza in base al numero dei figli, se la casa è di proprieta’; se la casa è in locazione, la soglia è di 9.360 euro. Per la pensione di cittadinanza la soglia è di 7.560 euro.
Fuori chi ha la barca, i carcerati e chi si è licenziato
Per avere il Rdc non bisogna avere acquistato un’auto nei sei mesi prima o aver comprato negli ultimi due anni una vettura di cilindrata superiore a 1.600 cc nonché moto superiori a 250 cc. Nessuno in famiglia deve avere navi e imbarcazioni da diporto. Non hanno diritto al reddito coloro che sono in carcere (per tutta la durata della pena), che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica. Niente reddito di cittadinanza anche alle famiglie in cui un componente si è licenziato dal lavoro negli ultimi 12 mesi (fatte salve le dimissioni per giusta causa). Il reddito di cittadinanza è compatibile con il godimento della Naspi.
Il patto per il lavoro
Per avere il Rdc bisogna essere disponibili ad accettare un lavoro, a fare attività al servizio della comunità, a seguire un percorso di riqualificazione professionale, a completare gli studi, a seguire un progetto di autoimprenditorialità. Il beneficiario si impegna quindi ad accettare almeno una di tre offerte di lavoro: nei primi sei mesi entro 100 km di distanza; oltre il sesto mese entro 250 km; in tutta Italia dopo un anno (se in famiglia non vi sono minori e disabili).
La carta
Il beneficio è erogato attraverso la Carta Rdc che permetterà di effettuare prelievi in contante di massimo 100 euro al mese (per scala di equivalenza). È vietato usare la carta per gioco d’azzardo.
Le sanzioni
Chi fornisce dati e notizie false e occulta redditi e patrimoni, o lavora al nero è punito con la reclusione da 1 a 6 anni. Il beneficio decade e bisognerà restituire quanto indebitamente percepito. Si potrà richiederlo nuovamente dopo 10 anni.
Incentivi per le imprese e gli enti di formazione
L’impresa che assume a tempo pieno e indeterminato il beneficiario del Rdc e non lo licenzia per 2 anni ha uno sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità di Rdc e quello già goduto dal beneficiario. L’importo è aumentato di una mensilità se si assumono donne o soggetti svantaggiati e comunque non è inferiore a 5 mesi.
Gli enti di formazione bilaterale e gli enti interprofessionali che stipulano un patto di formazione al fine del quale il beneficiario ottiene un lavoro, ottengono un contributo pari alla metà della differenza tra 18 mesi e i mesi già usufruiti (aumentato di 1 in caso di soggetti vulnerabili, comunque non inferiore a 5 mesi. L’altra metà va all’azienda che assume il beneficiario.
Le risorse
I limiti di spesa sono di 6 miliardi e 110 milioni nel 2019, 7 miliardi e 755 milioni nel 2020, 8 miliardi e 17 milioni nel 2021 e 7 miliardi e 841 milioni a decorrere dal 2022. Per il 2019 e il 2020 è autorizzata una spesa di 250 milioni per le professionalità necessarie ad organizzare l’avvio del Rdc. Anapl servizi è autorizzata ad assumere a tempo indeterminato il personale finora a tempo (entro i limiti di spesa di 1 milione).
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