Queste le parole in conferenza stampa
De Laurentiis su Reina: “Ha un contratto ancora per un anno. Noi dobbiamo pensare al futuro, e non posso andare a prendere un bravissimo portiere giovane di 20 anni. C’è bisogno poi della capacità di gestire due prime donne, non perchè di fama internazionale: devono essere tutti e due utilizzabili. Se si vuole investire su un futuro anagrafico, dev’essere di età tra i 25 ed i 28 anni: bisogna programmare per i prossimi dieci anni”.
Insigne: “Quest’anno abbiamo fatto grandi risultati. Continuando a lavorare così, penso che l’anno prossimo ci toglieremo grandi soddisfazioni e lotteremo per trofei importanti in qualsiasi campo. Che sia Champions League oppure Europa League, cercheremo di portare alla gente un trofeo. Devo ringraziare tutti, in particolare Zeman che mi ha fatto diventare un giocatore da Serie A: grazie a lui ho giocato per due anni di fila, mi ha valorizzato tanto e quando sono arrivato qui ho trovato Mazzarri. Con lui facevo un ruolo diverso, ma sacrificandomi ho ottenuto risultati. Benitez mi ha dato tanto, con lui ho fatto un altro ruolo nel 4-4-2 e mi ha dato tanto in fase difensiva. Con Sarri che dire è grazie a lui che sto facendo grandi cose, il mister è un martello che cura tutti i particolari e sono fiero di lavorare con lui. Spero rimanga a lungo, con lui possiamo vincere qualcosa di importante. Ho dimostrato in campo di dimostrare il rinnovo? Se uno lo chiede, è giusto che dia il massimo perchè con i risultati in campo la società ed il presidente se ne accorgono al di là dei risultati, con De Laurentiis c’è sempre stata una grande intesa. Sono contento di aver rinnovato, era la mia prima scelta: ho sempre dato il massimo anche quando sono partito male, non ho mai mollato perchè non si molla mai. Dovevo pensare solo a giocare, non al contratto: bisogna concentrarsi sul campo, per i contratti ci sono gli agenti ed i direttori sportivi. Sono contento di aver dato una mano ai compagni, lotteremo fino alla fine per il secondo posto che meritiamo”.
De Laurentiis: “Ciclo Napoli? Lorenzo è uno che nasce con amore, ardore e passione sul territorio. Dice di voler essere una bandiera, e questo è un sentimento che puoi avere con Hamsik e non lo puoi riscontrare in tutti. Noi siamo quelli del progetto, siamo dei bravi ingegneri: non abbiamo paura di perdere dei pezzi importanti per strada. Far rimanere le persone malvolentieri non conviene a nessuno, questa è una città che se la odi devi andare via. Non è che stare a Napoli è come stare a Torino oppure Manchester: Napoli ha una storia che ti coinvolge e non finisce mai secolo dopo secolo. Non è la solita pappa che abbiamo sentito, ci sono un miliardo di storie che si intrecciano. Non puoi abbandonare un contesto come la napoletanità. A chi mi dice che non sono napoletano rispondo ‘ma che ne sai?’: ho avuto degli zii che mi hanno raccontato Napoli nei fatti, quando papà mi portava a piazza Municipio a tre anni l’ultimo dell’anno per farmi vedere il porto con i fuochi d’artificio era qualcosa che ad un bambino rimane. Il fatto di perdere qualche pezzo importante ce ne faremo una ragione. Ma quanto è noioso allenare sempre le stesse persone, e dover dire di fare sempre lo stesso gioco: i giocatori hanno capacità diverse tra me e Giuntoli c’è sempre un dialogo, magari propongo giocatori e mi viene detto che non vanno bene per Sarri o per il tipo di gioco. Ad un certo punto il calcio Napoli è un contenitore dove ci sono bandiere inaffondabili, e tutto il resto è in fieri perchè se cambiassi allenatore, il nuovo potrebbe essere catenacciaro e farebbe un gioco diverso. Le cose non si possono definire in maniera matematica nel calcio: c’è un progetto, bene. E’ nato 12 anni fa, e sono fiero di aver fatto dei passi da gigante in un contesto difficile: è il film che mi è riuscito meglio, non mi sono mai sentito offeso dal lavoro. Sono sempre stato fortificato, se ci sono altre difficoltà che ben vengano. Sarri lo vogliono altri? Mi fa solo piacere. E’ come quando vogliono fare la corte ad attori e registi, i contratti sono contratti e li so fare: nel mondo del calcio e del cinema c’è tanta approssimazione, si dice laqualunque. Dire ‘io vado e mi prendo Mertens, Insigne o Sarri’ chi vivrà, vedrà. Lorenzo vale la pena trattenerlo, per altri uno se ne fa una ragione. E non sto parlando di Mertens, che ha una situazione familiare da chiarire: ne stiamo parlando, ha segnato grazie a Sarri e magari in un’altra squadra fa solo dieci gol. Con Insigne è un matrimonio vero, c’è bisogno di mettere la clausola? Sarei un pazzo maleducato, ha sposato la bandiera azzurra. Lorenzo e Hamsik non hanno la clausola, nemmeno Reina”.
Insigne: “Sono più che felice, è quello che sognavo da piccolo e che immaginavo. Volevo stare più a lungo possibile con questa maglia, sono orgoglioso e fiero di aver rinnovato per altri cinque anni. Ho sempre sognato di giocare col Napoli, spero di non toglierla più e voglio vincere qualche trofeo importante. Essendo napoletano so che i tifosi si aspettano sempre qualcosa di più. Ho sempre cercato di dare il massimo, di dimostrare il triplo: iniziai male, ma essendo cresciuto nelle difficoltà sapevo di poterne uscire alla grande. Il rinnovo è merito anche dei miei compagni”.
De Laurentiis: “Insigne una bandiera? Assolutamente, mi fa molto piacere che Lorenzo sia una bandiera del Napoli perchè voi sapete che ci vuole il tempo per costruire cose che durino, e noi abbiamo aperto una pozza in un deserto quando è rinata la società: non c’era nulla, poi in Serie A si parla dello stadio, del centro sportivo, delle giovanili lavorando a testa bassa e con quel poco che abbiamo, che per me è tanto, abbiamo tirato fuori Insigne e tanti altri ne verranno. Napoli come città e come contesto ha vissuto un periodo terribile, quello della monnezza e delle tossicità nascoste. Il periodo della cancerosità, per non parlare dell’incapacità di tutelare il territorio campano ed italiano, siamo in buona compagnia. Quando si parla di umiltà pare che sia una panacea che risolve tutti i problemi, ma per uno abituato come me ai palcoscenici luccicanti di un cinema, che racconta il quotidiano in maniera spettacolare l’ideologia del Padrino o di Gomorra che fa sensazione. Nel calcio abbiamo vissuto in una città molto difficile con due sindaci diversi, così come i presidenti della Regione. Noi abbiamo capito che dovevamo, in maniera non prepotente ma dirompente, fare la nostra strada e on ci siamo negati nulla. Siamo entrati nel calcio alla vigilia di Calciopoli, che ha creato e continua a creare continui dubbi sullo sport più popolare possibile. Lorenzo ha un cervello e ne vado fiero. Il primo passo per uno scudetto? Non posso dire che il secondo posto è come uno scudetto, però il super-scudetto prima o poi ce lo prenderemo: troveremo qualche spina nel fianco da un’altra parte. Come nel cinema, più film ci sono e più il pubblico si ecciterà: ben vengano i cinesi al Milan e all’Inter, basta che non vengano a scassarci il salsicciotto a casa nostra. Tra gentiluomini, se le istituzioni ce lo permetteranno, vedremo di far crescere il calcio italiano. Gianluca Gaetano? Mi piace, ma Insigne è unico. Lorenzo è un signore che gioca un calcio suo, non paragonabile ad altri. Il fratello lavora bene e sta in una squadra seria: speriamo vada avanti”.
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oto sscnapoli.it
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