Danilo Di Luca si confessa ai microfoni di vivicentro.it
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anilo Di Luca, soprannominato il “Killer di Spoltore” per le sue molteplici vittorie in una carriera da ciclista che lo ha visto trionfare in 54 gare tra i professionisti, dove è riuscito ad imporsi nelle più grandi classiche di sempre come l’Amstel Gold Race, la Freccia Vallone, la Liegi – Bastogne – Liegi e il Giro di Lombardia, oltre che al Giro d’Italia nell’edizione del 2007 (fu il ciclista più meridionale di sempre a portare a casa la maglia rosa ndc), si è gentilmente concesso ai nostri microfoni. Lo abbiamo incontrato nei giorni scorsi a Pescara, dove ci ha rilasciato alcuni dichiarazioni sul suo libro “Bestie da Vittoria”, in cima alle classifiche di vendita. Ci ha voluto spiegare il perché ha deciso di scrivere un libro così “diretto”, e ne ha approfittato per raccontarci alcuni aneddoti sulla sua carriera, anche in vista della presentazione ufficiale del libro nella sua città, prevista per il prossimo 24 giugno alle ore 18:00 presso il Mediamuseum, che si è conclusa nel 2013 a seguito della decisione da parte Tribunale Nazionale Antidoping di radiarlo dal ciclismo per uso di doping. Una decisione che non era mai stata presa in precedenza per nessun ciclista in Italia.
Di seguito riportiamo alcuni passi salienti della nostra intervista, che potete seguire integralmente nel video presente in fondo a questo articolo.
Danilo, ti sei messo a scrivere…
“Più che scrivere, mi sono messo a raccontare. Il libro ( “Bestie da Vittoria” ndc) lo ha scritto Alessandra Carati per me. Abbiamo fatto un bel libro che sta facendo molto parlare e che racconta le mie verità. Il titolo “Bestie da Vittoria”, è un libro – denuncia contro il sistema del ciclismo che non funziona a discapito dei ciclisti, i quali non hanno potere in tutte le decisioni che vengono prese, e di conseguenza i corridori sono trattati come delle bestie. C’è qualcuno, come me, che in tutto questo contesto riesce a vincere. Da qui è nato il titolo che ho dato al libro.”
Si tratta di un libro – scandalo, di un libro – rivelazione, o nessuno dei due?
“Libro scandalo assolutamente no. Non c’è niente di nuovo. Io ho parlato solo della mia vita e non di quella degli altri. Ho raccontato il mio doping, le mie gioie ed i mie dolori. Io ho narrato la mia verità, non quella degli altri.”
Il libro si apre con una dedica. A Carlo…
“Sì. Il libro è dedicato a Carlo Santuccione, Medico dello sport, che mi segue dall’età di 8 anni. Per me lui è stato un secondo padre ed io per lui il quarto figlio. Mi ha sostenuto anche dal punto di vista umano e psicologico. Le mie vittorie le ho sempre condivise con lui, così come i miei dolori. Lui è una persona speciale che mi ha insegnato molto cose sulla vita e che ringrazierò sempre. Tra di noi c’è sempre stato un rapporto che andava aldilà della bicicletta. Carlo nel suo mestiere è un campione: ha delle doti umani e professionali come pochi. Toccandomi le gambe riusciva a dirmi, indovinandoci, se avessi vinto o meno la gara del giorno dopo. Un vero Mago.”
Danilo, che ricordo hai di Armstrong e Pantani e cosa pensi delle loro vicende?
“Sono due persone completamente diverse: Pantani aveva un carattere debole, ma era un grandissimo campione. Lo ritengo il più grande scalatore di tutti i tempi. Nella storia del ciclismo nessuno andava forte come lui nelle salite. Sono convinto che se non si fosse lasciato coinvolgere emotivamente da tutte le vicende che lo hanno visto protagonista, avrebbe vinto ancora tanto. E sarebbe ancora qui con noi…”
Armstrong, invece, aveva una personalità molto forte. Era l’esatto contrario di Pantani. L’americano era un despota: aveva in mano tutto. Alla fine ha ammesso di fare uso di doping e gli sono stati revocati tutti i 7 Tour de France che aveva vinto (insieme a tutti i titoli conquistati a partire dal primo agosto del 1998 ndc), ritengo giustamente. Non penso, tuttavia, che questo sia importante. Ad Armstrong, secondo me, poco importa se nell’albo d’oro del Tour non compare più il suo nome nelle 7 edizioni che si è aggiudicato. Quelle edizioni, comunque, le ha vinte. Si è creato un suo sistema senza il quale avrebbe vinto, credo, 3 o 4 Tour de France. Riconosco che è stato, a prescindere, un grandissimo campione.”
Prossimamente presenterai il tuo libro anche nella tua città?
“Sì. La presentazione ufficiale c’è stata 2 mesi fa a Milano, ma il prossimo 24 giugno, alle ore 18:00, presenteremo il libro anche a Pescara presso il Mediamuseum. Mi aspetto una grande partecipazione da parte di tutta la cittadinanza, visto e considerato l’affetto che mi lega alla mia città ed il grande successo che il libro sta avendo.”
Ringraziamo Danilo Di Luca per la gentilezza, la pazienza e la professionalità che ci ha dimostrato prima, durante e dopo questa intervista. Un ringraziamento ed un saluto particolare vanno anche al Dottor Carlo Santuccione, stimatissimo professionista, medico dello sport, senza il quale questa intervista non sarebbe stata possibile.
a cura di Christian Barisani
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