Da Cassazione. Prescrizione imminente, ci sarà inutile appello ter.
P
er il caso Cucchi il procuratore generale aveva chiesto l’accoglimento del ricorso della Procura di Roma perché per lui il verdetto dell’appello bis, emesso il 18 luglio 2016 su rinvio della Suprema Corte, presentava “molteplici aspetti critici”
ROMA, 19 APR – Sono stati annullati dalla Cassazione i proscioglimenti dei cinque medici indagati per l’omicidio colposo di Stefano Cucchi: lo ha deciso la Suprema Corte che ha accolto il ricorso della Procura di Roma contro le assoluzioni dei Camici Bianchi, richiesta che ha trovato una valida sponda nel Pg Antonio Mura. “La prescrizione é imminente ma c’è ancora tempo per fare giustizia e annullare con rinvio le assoluzioni dei cinque medici prosciolti per l’omicidio colposo di Stefano Cucchi: il verdetto dell’appello bis presenta molteplici aspetti critici e i giudici hanno sovrapposto il loro punto di vista a quello dei periti senza avere gli stessi requisiti scientifici”.
Questo il ‘cuore’ della requisitoria del Pg Mura davanti alla Prima sezione penale che gli ha dato ascolto. Ci sarà dunque un inutile appello ter ma per la famiglia Cucchi si tratta di un ‘segnale di speranza’ come ha precisato la sorella Ilaria.
Così la notizia viene riportata e riassunta da Repubblica:
È stata annullata dalla Cassazione la sentenza dell’Appello bis che aveva assolto i cinque medici dell’ospedale romano Pertini accusati dell’omicidio colposo di Stefano Cucchi. I proscioglimenti sono stati annullati con rinvio, ma domani scatterà la prescrizione del reato. Il verdetto è stato emesso dalla I Sezione Penale dopo una Camera di Consiglio di circa 3 ore.
Il procuratore generale Antonio Mura aveva chiesto l’accoglimento del ricorso della Procura di Roma contro le assoluzioni, criticando il verdetto dell’appello bis per aver “eluso il mandato della Cassazione” e non aver disposto “una nuova perizia”.
“La mia giustizia consiste nel fatto che tutti hanno capito come e perché è morto Stefano Cucchi, questo ora l’hanno capito anche nelle aule di giustizia”, ha detto la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi.
“Perfetto, sono contento”, è stato il primo commento dell’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. “La prescrizione la dobbiamo ai medici legali e periti che sono intervenuti in quel processo di parte pubblica”, ha detto il legale, ringraziando poi il pg della Cassazione.
La requisitoria. “Sono passati 7 anni, 5 mesi e 28 giorni dalla morte di Stefano Cucchi e siamo alla vigilia della prescrizione” del reato di omicidio colposo contestata ai cinque medici assolti in appello, “molto turbati da questa vicenda: ma il processo si svolge qui ed ora e si tratta di un reato al momento non prescritto e così lo affronto chiedendo l’annullamento delle assoluzioni e salvando gli aspetti risarcitori”, ha detto il pg della Cassazione, Antonio Mura, nella sua requisitoria.
“Dal 19 ottobre se i medici avessero letto congiuntamente tutti i dati disponibili delle analisi di Stefano Cucchi, avrebbero potuto chiamare un nutrizionista e apprestare le cure necessarie”, ha detto Mura chiedendo l’annullamento con rinvio dei proscioglimenti dei cinque medici dell’ospedale romano Pertini dove Cucchi, arrestato per droga, fu ricoverato dal 17 al 22 ottobre 2009, quando morì nel reparto protetto per detenuti.
I camici bianchi prosciolti nell’appello bis con la formula “perché il fatto non sussiste” sono: il primario Aldo Fierro, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo. I cinque sanitari erano stati condannati in primo grado, prosciolti in appello, e assolti nuovamente nell’appello bisdisposto dalla Cassazione nel giudizio di rinvio.
Data la decisione della Cassazione, resta ora salvo il diritto dei familiari di Cucchi e delle parti civili costituite, tra le quali Cittadinanza Attiva e il Comune di Roma, di avere il risarcimento dei danni.
Otto anni di indagini e processi. Una vicenda, quella legata alla morte di Cucchi, che va avanti da otto anni tra indagini preliminari e processi. Queste le tappe della vicenda:
15 ottobre 2009: Stefano viene fermato dai carabinieri con l’accusa di detenzione di stupefacenti;
16 ottobre 2009: a piazzale Clodio si svolge l’udienza di convalida dell’arresto;
22 ottobre 2009: Cucchi muore all’ospedale Sandro Pertini. La Procura di Roma apre un’inchiesta.
5 giugno 2013: fine del processo in Assise che assolve tre agenti della polizia penitenziaria e tre infermieri del Pertini. Condannati a pene comprese fra gli 8 mesi e i 2 anni di reclusione sei medici in servizi alla struttura protetta dell’ospedale;
31 ottobre 2014: assoluzione per tutti gli imputati nel giudizio di appello;
12 gennaio 2015: la Corte d’assise d’appello deposita i motivi della sentenza, disponendo la trasmissione degli atti al pm per nuovi accertamenti sull’operato di alcuni carabinieri e sul pestaggio subito da Cucchi;
11 dicembre 2015: incidente probatorio davanti al gip che ordina una perizia sul pestaggio subito da Cucchi;
15 dicembre 2015: la Cassazione conferma le assoluzione di agenti, infermieri e del primo medico che visitò Cucchi al Pertini. Nuovo processo, invece, per gli altri medici la cui assoluzione viene ribadita il 18 luglio 2016 dalla corte d’assise d’appello perchè il fatto non sussiste;
4 ottobre 2016: il ‘pool’ di periti nominati dal giudice conclude gli accertamenti escludendo un nesso tra il violento pestaggio e il decesso di Cucchi. Per gli esperti, il geometra è morto improvvisamente di epilessia, ritenuta causa “dotata di maggiore forza e attendibilità”;
17 gennaio 2017: la Procura di Roma chiude l’inchiesta bis contestando il reato di omicidio preterintenzionale a tre carabinieri e negando che la causa della morte sia l’epilessia. Falso e calunnia sono gli altri reati ipotizzati a carico di altri due militari;
14 febbraio 2017: la Procura firma la richiesta di rinvio a giudizio per i cinque carabinieri;
19 aprile 2017: la Cassazione annulla con rinvio le assoluzioni dei 5 medici dell’ospedale Pertini di Roma accusati di concorso in omicidio colposo
redazione/ansa/repubblica
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