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Crollato un ponte in provincia di Massa Carrara. Giorni addietro nel Sulcis

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Il ponte è crollato verso le 10.30. Due furgoni sono precipitati nel fiume. Il Viceministro alle Infrastrutture: velocizzare gli interventi.

Un ponte è crollato ad Aulla, in provincia di Massa Carrara, sulla strada provinciale 70 che si collega alla Sp62, presso l’abitato di Santo Stefano Magra con Albiano. Il ponte stradale crollato sul fiume Magra è al confine tra Liguria e Toscana, lungo una strada provinciale che collega la bassa Val di Vara con la Val di Magra (La Spezia). Sul posto i vigili del fuoco che stanno operando con due squadre.

Dalle prime informazioni risulta che due veicoli in transito sono rimasti coinvolti dal cavalcavia crollato. Si tratta di due furgoni precipitati sul letto del fiume e rimasti sopra la carreggiata collassata. Al momento del crollo c’erano due furgoni di passaggio e i guidatori si sono salvati, uno solo è rimasto ferito. Si tratta di un corriere della Bartolini che ha subito la frattura di una vertebra e forse dovrà operarsi come spiega su Fb rassicurando gli amici “Sono vivo, anche se volare da un ponte che sta crollando non è il massimo”. L’altro è un tecnico della Tim, 58anni, di La Spezia, praticamente illeso “Sto bene” ha detto.

L’Anas ha fatto sapere in una nota che non erano emerse criticità “A partire dal 2019, il ponte è stato oggetto di sopralluoghi e verifiche periodiche, anche rispetto a segnalazioni degli enti locali, che non hanno evidenziato criticità”.

Il blocco della circolazione imposto per la Covid-19 ha evitato una tragedia visto che il tratto è solitamente molto trafficato. La Procura di Massa Carrara ha aperto un’inchiesta per disastro colposo.

Pochi giorni addietro il Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Giancarlo Cancelleri scriveva sulla rispettiva pagina Facebook che si devono velocizzare gli interventi “La proposta, che abbiamo già consegnato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell’Economia Gualtieri, vuole velocizzare i lavori per opere che sono già interamente finanziate e inserite nei contratti di programma dell’Anas e della Rete ferroviaria, per un valore complessivo di 109 miliardi. Parliamo del Passante di Bari o della 106 Jonica in Calabria, per arrivare all’alta velocità in Calabria o all’ampliamento del corridoio ferroviario Berlino-Palermo. Per realizzare alcune di queste infrastrutture potrebbero volerci anche dieci anni. Vogliamo semplificare tempistica e modalità, nominando come commissari straordinari per l’affidamento e l’esecuzione delle opere l’amministratore delegato di Anas e quello di Rfi. Staranno in carica tre anni, rinnovabili per altri due in base ai risultati. Si nomina commissario la carica, non la persona che è amministratore delegato. Al termine dei rispettivi mandati subentreranno come commissari i nuovi ad.

“Per molte delle opere, cioè per quelle non immediatamente cantierabili e non caratterizzate da estrema urgenza – ha aggiunto Cancelleri – gli affidamenti avverranno tramite gare ordinarie, anche se più rapide: per presentare una domanda di partecipazione le imprese avranno 15 giorni, mentre ne avranno 10 per presentare un’offerta. Per le altre opere, quelle immediatamente cantierabili in quanto già dotate di un progetto definitivo, si potrà agire tramite procedure negoziate, ma sarà comunque sempre garantita una rotazione tra aziende, per impedire che alcune facciano incetta di lavori. E comunque i commissari dovranno consultare almeno 5 operatori economici prima di decidere. Non sono i tempi a garantire la legalità di un appalto, dobbiamo puntare al potenziamento del sistema di controllo. Invece di attendere i soliti 30 giorni per il silenzio-assenso delle prefetture, ne basteranno dieci. E questa volta a controllare sarà il prefetto della zona dove viene realizzata l’opera, e non quella dove ha sede dell’azienda”.

“Siamo convinti che possa bastare – ha proseguito Cancelleri – Non deroghiamo né al codice antimafia né alle direttive europee, e sui lavori ci saranno controlli periodici. In seguito potremo tornare alle normali procedure, magari dopo aver riflettuto su come semplificare il codice degli appalti. Ma ora serve un volano per l’economia. Una volta approvato il decreto, contiamo di far partire i primi cantieri in due mesi.

Abbiamo proposto di inserire il provvedimento già nel decreto aprile – è andato a concludere il Viceministro alle Infrastrutture – quello per il rilancio dell’economia. Ho illustrato la bozza al ministro dei Trasporti De Micheli, e siamo aperti a integrazioni. Ma non vedo come una misura che crea lavoro possa trovare ostacoli. Di fronte ad un contesto politico e ad un quadro economico totalmente diverso da quello di qualche anno fa, è necessario cambiare l’agenda politica. La priorità adesso è creare lavoro, usando soldi pronti ma fermi. La linea del M5S era e resta quella: revocare la concessione ad Autostrade e adoperare l’Anas come struttura commissariale, quindi mettere a bando la concessione. Le società private possono anche trattare tra loro. Ma noi sulla revoca non cediamo di un millimetro”.

Sebastiano Adduso

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