Del crollo M5S traggono vantaggio Pd e Forza Italia, fino a ieri in evidente difficoltà.
Ora a Renzi torna la tentazione del voto anticipato: a novembre
Si potrebbe puntare all’abbinamento con le Regionali siciliane per provare a evitare una possibile ripresa dei Cinque Stelle
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OMA – Ora la tentazione del «contropiede», di chiudere il prima possibile la legislatura è destinata a tornare. In cuor suo Matteo Renzi non l’ha mai archiviata.
E nelle ultime ore la scomparsa dei Cinque Stelle dai ballottaggi in quasi tutte le città fa tornare l’appetito al leader del Pd in vista di una accelerazione verso le elezioni anticipate. Ieri sera Matteo Renzi è rimasto silenzioso, arrivato in tarda serata al Nazereno e, pur non escludendo esternazioni in Rete durante la notte, il primo commento arriverà oggi.
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Certo, ma nelle prossime ore il leader del Pd potrà legittimamente cantar vittoria, anche se sarà complicato legare la buona performance delle coalizioni e dei candidati di centrosinistra ad un effetto-Renzi per la semplice ragione che l’ex presidente del Consiglio non soltanto non si è fatto vedere nelle principali città chiamate al voto, ma non ha mai richiamato il valore politico di queste amministrative. E quanto al risultato delle liste del Pd, i primissimi dati (da verificare al termine dello spoglio) indicano risultati inferiori a quelli sin qui raggiunti dai Democratici nelle amministrative, competizione sempre poco favorevole ai partiti nazionali.
Subito dopo la trasmissione degli exit poll alle 23, Renzi ha preferito non commentare a caldo le prime proiezioni, ma chi ha parlato con lui in queste ore consiglia di non sottovalutare la sincerità delle sue assicurazioni sulla durata della legislatura – e dunque del governo Gentiloni – ma al tempo stesso suggerisce di considerare ancora attivo il «piano B», a parole archiviato.
Con un’idea in più rispetto a quella circolata nelle settimane scorse: se non si farà a tempo a votare il 24 settembre, la subordinata può diventare il 5 novembre, data nella quale sono state fissate le elezioni regionali siciliane. Un abbinamento, Politiche-Regionali, che consentirebbe al Pd di assorbire ed evitare un passaggio ritenuto ad altissimo rischio: la vittoria dei Cinque Stelle in Sicilia. Un risultato temuto da Renzi ogni ragionevole misura, perché una vittoria dei «grillini» nell’ultimo test elettorale importante prima delle Politiche potrebbe determinare un effetto-trascinamento sulle elezioni nazionali, a quel punto imminenti.
Certo, l’analisi sia pure sommaria dei primi risultati elettorali non è molto gratificante per il Pd. Nella città più importante nella quale si è votato, Genova, al ballottaggio va Gianni Crivello un personaggio più vicino alla ditta» (gli ex Pci-Ds) piuttosto che a Renzi e oltretutto dai primissimi risultati delle liste, quella del Pd sembra destinato ad attestarsi su percentuali che potrebbero relegare il partito al peggior risultato della sua storia. A Parma, in quella che un tempo era l’Emilia «rossa», il candidato del Pd è al secondo posto, con un distacco che pare incolmabile dal sindaco Pizzarotti. A Palermo il sindaco uscente, Leoluca Orlando, potrebbe essere eletto al primo turno ma il Pd è entrato nella coalizione (forse) vincente soltanto a condizione di rinunciare al proprio simbolo. Più promettenti le situazioni a Verona e Catanzaro dove il centrosinistra dovrebbe andare al ballottaggio ma in entrambi i casi il risultato delle liste del Pd (per quel che valgono in elezioni comunali) risulta su percentuali non rilevanti. Ieri sera il primo commento a caldo da parte del Pd è venuto da Matteo Ricci, responsabile Enti locali: «Il M5S, se i dati sono confermati, non arriva al ballottaggio in molte città ed è questo il dato politico».
Test difficilmente decrittabile per le formazioni alla sinistra del Pd, La formazione nata dalla scissione del Pd, l’Mdp, nel 64% dei capoluoghi di provincia era alleato col Pd, in alcune città (Lodi. Cuneo, Asti, La Spezia) non era presente e non aveva candidati sindaci in realtà importanti, mentre a Genova e l’Aquila c’erano liste vicine ad Articolo Uno.
Il test dunque sarà soltanto sul voto di lista, disponibile solo a partire da oggi. Anche se in una delle città importanti nelle quali si è votato, Catanzaro, Mdp appoggiava il civico Nicola Fiorita che sembra messo meglio del candidato del Pd per andare al ballottaggio.
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