L’obiettivo è ottenere il numero del pin della carta di credito delle vittime
Ci provano in tutti i modi e attraverso qualsiasi canale. Sms, e-mail, social network. Sfruttano qualsiasi pretesto per ottenere il numero pin della carta di credito delle vittime oppure tentano di spillare denaro, magari anche le sempre più diffuse criptomonete come il bitcoin, minacciando di diffondere fantomatici video a luci rosse.
Certo è che, per i truffatori, il web si è trasformato nel principale territorio di caccia. Ne sanno qualcosa anche in Costiera dove, negli ultimi tempi, si è registrata un’impennata di denunce per estorsioni o raggiri realizzati attraverso i moderni sistemi di comunicazione. Vicende inquietanti, i dettagli delle quali sono contenuti in una serie di informative che la polizia di Sorrento ha già trasmesso alla Procura di Torre Annunziata.
Agli atti figurano le segnalazioni lanciate da alcune persone che si sono viste recapitare messaggi di posta elettronica dai loro stessi indirizzi. Esempio: Marco Rossi riceve una comunicazione da un contatto praticamente identico al suo. E che cosa dice quel testo? “Abbiamo l’elenco dei siti pornografici che hai visitato e i video hard di cui sei protagonista: paga, se non vuoi che tutto sia pubblicato”. La richiesta estorsiva avviene spesso e volentieri in bitcoin. Proprio così, la criptovaluta che in Costiera è già accettata come forma di pagamento da qualche struttura ricettiva e alla quale si è recentemente aperto anche il Comune di Napoli: un escamotage per rendere più difficile il compito di chi deve tracciare le transazioni online. Non trattandosi di una normale valuta né di uno strumento finanziario, il bitcoin circola senza intermediari e al di fuori di un circuito internazionale, il che rende difficile risalire a chi lo utilizza per affari e pagamenti. A Sorrento, i destinatari di queste e-mail si sono ben guardati dal provvedere al pagamento, ma hanno preferito ugualmente denunciare l’accaduto al commissariato.
Stesso discorso per le vittime di ricatti attraverso i social network, a cominciare da Facebook. In Costiera decine di persone sono state adescate da un’affascinante ragazza che ben presto si è rivelata nient’altro che una truffatrice. Dopo aver stretto amicizia ed essere entrata in confidenza con altri internauti, la misteriosa donna è riuscita a fare in modo che questi ultimi le inviassero video e fotografie che li ritraevano in atteggiamenti intimi. Ed ecco il ricatto: subito i soldi, altrimenti le immagini finiscono in rete. E anche in quelle circostanze le vittime hanno segnalato l’accaduto alle forze dell’ordine, anche se non è dato sapere quante altre siano cadute nel tranello finendo per versare cifre blu agli estorsori. La trappola ha funzionato completamente, invece, per tre sorrentini che si sono visti recapitare un sms sui rispettivi smartphone. Sembrava una normale comunicazione proveniente dalla banca: “Le tue credenziali sono scadute, invia il pin della tua carta di credito a questo numero”. Ma dietro quelle parole si celava l’ennesimo raggiro. Pressati dalla presunta scadenza, i destinatari del messaggio hanno risposto inviando il pin della carta. Il risultato è presto detto: nel giro di pochi minuti si sono visti quasi prosciugare il conto corrente. Raggiri di vario tipo, dunque, ma accomunati dal fatto di utilizzare la tecnologia e i moderni strumenti di comunicazione per «agganciare» le ignare vittime. Il cui numero continua a lievitare sia in penisola sorrentina che nell’area stabiese.
Ora la palla passa alla magistratura. Le informative sono già state trasmesse alla Procura che a breve, anche alla luce dell’escalation di truffe online, potrebbe decidere di aprire un fascicolo delegando le indagini alle forze dell’ordine. Decisivi, per dare un volto e un nome agli impostori, potrebbero essere i dati messi a disposizione da motori di ricerca e social network: approfondimenti indispensabili per i quali, però, i tempi rischiano di essere troppo lunghi.
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