Inchiesta. Armi e munizioni arrivano dall’Est Europa o vengono rubate ai vigilantes. I criminali adolescenti le maneggiano come fossero sicari adulti.
NAPOLI – È il rumore delle armi la colonna sonora dei ragazzi perduti di Napoli. I giovani boss che hanno deciso di prendersi il cuore della città ne hanno sempre una tra le mani. Non è solo uno strumento di morte, ma uno status symbol. Lo raccontano le microspie piazzate dalla procura nella casa degli eredi della storica famiglia Giuliano, i capi della cosiddetta “paranza dei bimbi”, come nel quartiere Forcella viene chiamato questo clan di giovanissimi. Le cimici captano continuamente lo stesso suono: lo “scarrellamento” di una pistola pronta all’uso: “A questo punto si sente il tipico rumore dell’abbattimento del cane di sul percussore”, annotano ripetutamente gli investigatori nell’informativa trasmessa ai pm anticamorra Francesco De Falco e Henry John Woodcock. E quando non le usano, parlano delle armi come se fossero abiti firmati.
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*larepubblica
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