“Corpi violati, ma resilienti -Quando l’amore è un non amore” di Gilda Cecoro, un libro per non dimenticare che la resilienza aiuta a continuare a vivere, anche quando ci si sente morti dentro.
“Corpi violati, ma resilienti – Quando l’amore è un non amore”
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Corpi violati, ma resilienti . Quando l’amore è un non amore è un testo molto delicato, con cui Gilda Cecoro rende onore alla memoria di Imma Villani e a tutte le donne e bambini vittime di violenza.
Il testo è strutturato in cinque parti, che si incastrano perfettamente, e affronta un tema molto delicato, quello della violenza sulle donne, in particolare della violenza assistita intra-familiare.
Disgraziatamente, nonostante siamo nel 2020, la visione maschile rispetto alla Donna e al femminile, tarda ad evolversi.
Seppur vero, che non tutti gli uomini sono uguali, i peggiori purtroppo riescono a fare danni irreparabili: uccidono o anche rendono le donne che hanno incontrato nel corso della vita “dei cadaveri che camminano”.
Aspetto “positivo” degli ultimi anni, è che finalmente si ha meno paura – e vergogna- di chiedere aiuto : mogli, madri, figlie, fidanzate, nonne, zie, compagne, partner, amiche, donne di tutte le età riescono finalmente a percepire dentro di sé, che quelle relazioni, quei legami uccidono, sono soffocanti, le stanno strozzando, le stanno uccidendo.
E quindi finalmente, l’istinto di sopravvivenza esplode, e bando all’ imbarazzo (?) di andare a raccontare i fatti propri, alla paura di non essere credute, al terrore del non sapere cosa accadrà dopo -se effettivamente accadrà qualcosa, si va… e si denuncia. FINALMENTE.
Purtroppo, nonostante l’atto di coraggio, le ferite che lasciano le violenze subite, fisiche, psicologiche, e anche l’aver assistito per anni e anni a scene di violenza -pensiamo all’ambito domestico- restano come un veleno in circolo nel corpo, nel cuore e nella mente.
Per questo motivo, è una questione che riguarda tutti.
Siamo tutti chiamati a prendere atto della realtà e a sentirci coinvolti.
Le persone vittime di violenza sono Cittadini come tutti gli altri, ai quali però, nell’ambito “familiare” -che “sarebbe la prima comunità in cui si cresce”- è stato inferto un colpo durissimo, che determinerà per loro difficoltà per inserirsi “nel mondo” memori di ciò che hanno subito.
Non basta dire “quando lavoro lascio i miei problemi fuori dalla porta “, perché i “problemi” che lasciano le violenze subite sono veleni, lacrime che esplodono “dentro”, determinando problemi di salute non indifferenti e annientano la Fiducia nel Futuro e negli altri.
Per questo il fatto che esiste ancora la violenza di genere è un problema di Stato: un Paese perde la possibilità di crescere, se le sue risorse vitali, i Cittadini -e quindi le persone vittime di violenze, non possono avere le risorse, la possibilità per affacciarsi al Mondo con fiducia e Speranza e credere che quello che hanno vissuto “nella prima comunità” non è l’unica realtà possibile.
Sarebbe bello, se oggigiorno, si abbandonassero definitivamente quei detti popolari per cui “tra moglie e marito non mettere il dito” o anche capire che NON è DISCREZIONE tacere quando ci si accorge che “certe situazioni” in “certe famiglie” “sono strane”…
Tacere dinanzi all’ingiustizia è un crimine, non è “essere discreti” e Sì ci riguarda TUTTI, perché potrebbe capitare a tutti.
Molto spesso le vite sono segnate non dai progetti che facciamo, dai traguardi che raggiungiamo, ma dalle conseguenze che derivano dalle azioni altrui.
Questo Lavoro è supportato da personalità importanti, sia umanamente, sia per il ruolo che rivestono:
-Il dott. Vincenzo Gioia, che ha curato la prefazione; Capo di Gabinetto della Questura di Napoli; a dimostrazione che questo è un problema di Stato, e che lo Stato c’è.
-La dott.ssa Rita Villani ispettore superiore SUPS della Polizia di Stato e responsabile dell’ufficio Violenza di genere del Commissariato di Polizia di Stato di Castellammare di Stabia.
-Libera Cesino, avvocato penalista e presidente di “Libera dalla violenza”; esperta in violenza di genere e diritti umani; tantissimi sono i casi che segue, permettendo a tutte le donne vittime di violenza di sentirsi davvero protette e Libere di riuscire ad immaginarsi un Futuro a partire dal primo coraggiosissimo passo, quello di denunciare.
-prof.ssa Angela Cioffi, dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Marco Pollione Vitruvio”, Castellammare di Stabia;
-Annamaria Ascione, psicologo clinico;
– Carmen Guerriero psicologo clinico;
– Gloria Sabatino, psicologa;
-dott.ssa Viviana Donnarumma, impiegata nella direzione amministrativa della ASL Salerno e laureata in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”, Napoli;
– Rossella Idìl Thè Marraffino, laureata in Scienze della Formazione Primaria, insegnante di scuola dell’infanzia; art trainer ed ideatrice di laboratori creativi per bambini;
– Cla Bi, attrice e scrittrice salernitana; diplomata all’Accademia di Mimo. Ha lavorato con Luigi De Filippo, Angela Pagano, Mario Martone, Tato Russo.
E infine altro ringraziamento da parte di Gilda Cecoro è per Loredana De Simone, Immacolata Pane e Angela Cioffi per aver raccontato e riportato la loro storia. Sono l’esempio della rivalsa, della rinascita … della RESILIENZA.
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