Scrive Antonio Corbo nel sul editoriale per La Repubblica: “Bentornato campionato, ecco la partita che mancava per superare lo choc della Nazionale. Chissà se Ventura l’ha vista. Che dice di Insigne? Bentornato anche Napoli, che respinge le buone alchimie tattiche di Montella, restituito alla sua panchina da due vittorie filate in trasferta, arrivato nello stadio dei suoi sogni mancati.
Ma il Napoli con la ritrovata freschezza atletica non si lascia ingabbiare a centrocampo da una curiosa giostra creata dal Milan davanti alla linea a 3, quella che gradisce Bonucci nel ricordo dei lontani fasti juventini. Ma Milan subito in difficoltà sulla sua destra, dove l’asse verticale Musacchio-Borini lascia spazi e tempo a Insigne, riemerso dalle delusioni della Nazionale con tutto il sontuoso destro, una calamita nel bloccare la palla in ogni precaria condizione di equilibrio. La Var gli riconosce il gol, annullando ogni dubbio sul fuorigioco. Riconosce con millimetrica precisione la presenza sul versante opposto di Romagnoli. Questione di centimetri. Quel margine impalpabile che una volta assegnava o negava scudetti. Ricordate le e polemiche tra Juve e Roma negli anni Ottanta? La Var oggi riduce il cumulo di errori, quindi il rischio di ingiustizie. E Insigne può attendere i lanci lunghi di Jorginho. Montella si cura anche di Jorginho, preziosa, ma tardiva e quindi inutile risorsa della Nazionale. Gli ronza intorno Kalinic, altrimenti Kessie. Il Milan nel primo tempo scala a centrocampo, ottenendo una certa vivacità di controllo, ma nulla produce contro il Napoli, che per dispone di un brillante Callejòn. Corre senza palla. Giusta la sostituzione con Rog per risparmialo in vista della Champions. Va in controlato, operando il Napoli a sinistra, dove si distingue Mario Rui, finché la fortuna lo assiste. Bene anche Mertens, nel classico ruolo di punta centrale di un 4-3-3, pronto quindi ad arretrare per creare vuoti nel centro della difesa milanista, con Bonucci impegnato a mimare la sua parte di gladiatore irriducibile.
Il Napoli dopo un’ora trasmette improvvise tensioni al pubblico, perché Mario Rui dà segni di cedimento ed il Milan guadagna campo. Non solo, c’è qualche scompenso che costringe la squadra a scomporsi, si allungano le distanze, il Milan che ha sostituito un insidioso Suso con un astratto André Silva meriterà il gol di Romagnoli nel finale, tutto qui. Gli schricchiolii, dopo l’ingresso di Maggio per Mario Rui e la conseguente inversione di zona con Hysaj, consigliano a Sarri di ritirare per l’ennesima volta Hamsik, bravo nei giorni feriali con le sue rassicuranti promesse di scudetto, ma opaco purtroppo in partita. Per Sarri dev’essere triste rinunciare ancora una volta al capitano che difende oltre misura, ma Zielinski chiede solo il tempo minimo di entrare in campo per entrare e sistemare i conti. Un raddoppio che vale più di un gol. E della stessa vittoria. Spiega che oltre gli indiscussi titolari c’è tanto di furore e tecnica da investire per il futuro”.
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