Il suo pensiero
Antonio Corbo sxrive nel suo editoriale per La Repubblica: “Il Napoli decolla verso i gironi europei dalla Costa Azzurra. Si specchia nei suoi colori, li impone in una partita più complessa del previsto nel primo tempo, ma supera d’impeto la frontiera, pur avendo qualche fanalino spento, come Hamisk che non è ancora Hamsik, come Hysaj che si fa bucare come aria da Allan Saint Maximin che correndo treccine al vento dà al Nizza sussulti di dignità. Entra in Champions con la certezza di essere uno dei primi club del continente: ha la prepotente allegria di Insigne e Mertens, la furbizia di Callejon che si fa trovare libero sulla destra nei primi minuti della ripresa pronto a smascherare una difesa scombinata, il tempismo nella accelerazione bruciante. Il Napoli ha il merito di giocare in trasferta con difesa alta, di imporre dominio del gioco e controllo palla su spazi larghi, di indovinare il tempo e lo spazio per colpire il Nizza: quando? Appena il Nizza rientra in campo e smette un assetto di estrema prudenza, per venendo da una sconfitta che dovrebbe spingerlo a vincere 3-0, ecco il Napoli distendersi in un feroce assalto sulla corsia sinistra. La catena delle grandi imprese si rimette per una volta in azione, con Insigne che troverà poi il meritato raddoppio, con Hamsik in un barlume di velocità e genio, quindi Callejon che esplode in mezza area deserta, trascurato da Jallet, sparito chissà perché, ma dov’era?
Il Nizza finge di attaccare ma è molto teso. Teme il gol, la paura prevale sul dovere del rischio, schiera almeno otto giocatori dietro la linea della palla, e potrebbe essere la tattica giusta se avesse i due più celebri giocatori all’altezza della loro fama. Balotelli non reagisce neanche quando Koulibaly gli stacca la palla con una perentoria superiorità, che tristezza vederlo uscire a testa bassa sotto un tunnel di fischi. Sneijder osserva Jorginho che lo scavalca ed il Napoli che domina, con la nostalgia di chi è rassegnato al tempo per passa, ed i suoi 33 anni li dimostra proprio tutti, logorato da una faticosa rincorsa di se stesso in giro per l’Europa. L’assenza di Balotelli e Sneijder nella gara al San Paolo lasciò il dubbio che il Nizza fosse ancora temibile ieri. È stato sopravvalutato dal giorno del sorteggio, e in un calcio che spazia su troppi luoghi comuni c’era chi faceva notare che solo il Milan era sfuggito all’eliminazione nei preliminari, unico club italiano in sette. Ma nessuno che ricordasse quanto divario vi fosse dallo stesso Napoli di Benitez, quella squadra imperfetta e incompleta che si offrì all’Athletic Bilbao, al Napoli di oggi, che riesce a vincere in Francia con indiscusso equilibrio, con tutto lo splendore di un campione in costante rivelazione come Insigne, con il trotto maligno di Mertens che si infila tra due birilli come Dante e Le Marchand, si diverte nella difesa francese come se fosse la palla vincente di un bowling. Giustificate alcune imprecisioni. Lodevole il palo.
Sarri ha un gesto di plateale solidarietà, quando abbraccia Hamsik sostituito per la terza volta consecutiva. Un momentaccio segnalato dall’ingresso di Zielinski che lo sostituisce, con la freschezza del gregario sembra stanco di seguire la ruota del suo capitano. Rimane in campo Hysaj, e qui Sarri non ha una alternativa di pari valore. Nella prima notte di Champions va colta una storia di tenera amicizia tra vecchi combattenti. Reina si mostra puntuale, agile, sicuro: dimostra che Sarri non si è esposto per nulla in estate. Già Sarri, uno che non sbaglia quasi mai. Ritorna in Champions, sembra un veterano”.
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