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cende all’improvviso la nebbia sui campi d’Europa. Le squadre italiane non si riconoscono. Il Napoli spesso penalizzato avanza come può, e ce la mette tutta per entrare negli ottavi. Ma se urla di legittimo sdegno la Juve, mai sfiorata da ingiustizie in serie A, viene alla mente un nome: Pierluigi Collina è l’origine del blackout. Delle due l’una. Fa male il designatore arbitrale in Europa, e il settore affonda nella più bizzarra anarchia. Lo fa, e per farlo ancora raccoglie consensi tra le varie federazioni dimostrando che non aiuta affatto i club italiani, anzi. Lascia che siano maltrattate le squadre del suo paese, sottraendosi a sospetti e inimicizie. Dal martedì di Champions sono arrivate a Napoli notizie inquietanti. Da una parte si apprende che la rivale per lo scudetto ha carattere e struttura per riaprire una partita che sembrava subito chiusa. Una concorrente dura, quindi. Dall’altra, si ha la certezza che siano stati concessi due gol su due da annullare, e negato un rigore altrettanto chiaro. Si leva con l’inglese Atkinson un nauseabondo odore di calcio marcio. Due rigori netti non fischiati alla Lazio, una espulsione condonata al Tottenham nella gara con la Fiorentina, un rigore chiesto dal Napoli e insabbiato, con il Villarreal. Uscire da questi banchi di nebbia sarà possibile appena si ristabilirà una linea di diritto, riorganizzando i vertici internazionali del calcio, devastato da quanto per fortuna non la Fifa ma una agenzia investigativa Usa autorevole come la Fbi, ha portato allo scoperto. Si può sperare in un ritorno alla legalità, e quando? Gli attriti della partita di andata, tutti convergenti verso lo spagnolo Roberto Soldado Rillo, tutt’altro che un mistico monaco contemplativo, fanno prevedere forti tensioni in campo. Può essere elemento di coesione in questo Napoli che esce con un punto e un solo gol da tre partite di dubbia lettura. Chi pensa che il Napoli debba liberarsi dell’Europa League come di un inutile straordinario sbaglia: una vittoria stasera può restituire autostima ai depressi. Higuain, il primo. Mancherà probabilmente Hamsik. Altro buon segno. Sarri rimarca così la delusione di tutti. Niente ipocrisia. Non basta sapere che rifiuta offerte dalla Cina o dalla Luna. Buoni sentimenti, cresta alta e belle parole non fanno punti né gol. Il clima ormai primaverile crea l’atmosfera per una resa dei conti. In Europa come per lo scudetto: dentro o fuori.
Antonio Corbo-La Repubblica
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