Convegno a Potenza: Ah, i nonni! Il mio diceva sempre: mi raccomando, prima di parlare, agire, mettere in moto o fare qualsiasi cosa, accertati sempre di aver acceso il cervello.
E qui, nel caso del Convegno potentino: “Amore, ma se mi uccidi, dopo a chi picchi?”, sembra proprio che quest’accortezza non la si sia avuta da nessuna parte:
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unti Chiave Articolo
- A voler essere ottimisti e positivi ad ogni costo, ci si potrebbe aggrappare ad un classico di Oscar Wilde:
- Parlatene Bene, Parlatene Male, ma parlatene.
- Ed è il “caos”.
- Ma gli altri?
- I commenti, ed i pareri, si sprecano e si contrappongono:
- E questa è solo la punta dell’iceberg messo in moto dalla protesta messa in campo dalla Maxima Film contro gli organizzatori del convegno di Potenza (o viceversa, se si vuole).
- E questo è il nostro pensiero (suggerimento) conclusivo.
- Convegno a Potenza: “Amore, ma se mi uccidi, dopo a chi picchi?”. Intanto volano stracci!
1. ne tra i promotori del convegno a Potenza che magari, buttandola in campo così, spoglia di ogni contesto, l’ha esposta a possibili fraintendimenti minimizzanti della piaga;
2. ne, magari, in chi, produttore del lungometraggio primigenio, ha tuonato contro l’uso improprio dell’ideazione concettuale sintetizzata nella frase: “Amore, ma se mi uccidi, dopo a chi picchi?” e c0sì scrive:
” La casa di produzione cinematografica Maxima Film di Marzio Honorato e Germano Bellavia, in riferimento ai manifesti che tanto stanno facendo discutere, affissi a Potenza per promuovere un convegno contro la violenza sulle donne previsto nella città lucana in data 13 aprile, manifesti che utilizzano senza autorizzazione e impropriamente il titolo e lo slogan del cortometraggio “Amore, ma se mi uccidi, dopo a chi picchi?”, prodotto dalla Maxima Film e presentato nel 2017 all’Ospedale Cardarelli di Napoli in supporto alle attività del “Centro Dafne – Codice rosa a sostegno delle donne vittime di violenza”, che dopo la pubblicazione del corto ha visto raddoppiare in breve tempo le denunce contro la violenza sulle donne, a conferma del successo raggiunto in poche settimane dal cortometraggio, visualizzato in rete su vari siti da oltre 5 milioni di persone, si dissocia dal messaggio contenuto nella campagna affissioni degli organizzatori del convegno di Potenza, che senza autorizzazione utilizzano e decontestualizzano la frase slogan del cortometraggio, che invitiamo qui a verificare, e il significato in esso contenuto.
Al riguardo, la Maxima Film chiede l’immediata rimozione dei manifesti, a tutela dei diritti d’autore e di proprietà intellettuale della Maxima Film, e perchè il messaggio sociale diffuso attraverso le affissioni è palesemente errato e fuorviante.”
3. e neanche in noi che sull’altrui esprimersi proviamo, a nostra volta, a dire la nostra presupponendo di poter dare giudizio sugli altri e che il nostro magari sia quello corretto. Ma tant’è: una in più una in meno!
E la nostra, tanto per cominciare, è che l’unico fatto certo, comunque e a prescindere, è che di sicuro, questa contrapposizione tra la Maxima Film e i promotori del convegno di Potenza, un obbiettivo l’ha raggiunto: parlarne e far discutere!
A voler essere ottimisti e positivi ad ogni costo, ci si potrebbe aggrappare ad un classico di Oscar Wilde:
” There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about “ che, tradotto ed adattato al nostro caso suona:
Parlatene Bene, Parlatene Male, ma parlatene.
e qui se ne è parlato e se ne parla tanto. In Città, a Potenza, ma anche sui giornali e nell’enorme Cassa Armonica dei vari social e quindi, in tutta Italia e oltre.
Ed è il “caos”.
Tutti contro tutti e tutti ad affermare tutto ed il contrario di tutto.
Indubitabilmente, il tema è di quelli scottanti, ed anche le varie interpretazioni che il messaggio del Convegno può suscitare non sono da meno.
La frase, di fatto, è un colpo allo stomaco per chi ha intelletto, tempo e volontà d’analisi per soffermarsi a riflettere, e a interpretarla nel giusto senso.
Se poi ha avuto la ventura di vedere il cortometraggio della Maxima Film intitolato, per l’appunto,: “Amore, ma se mi uccidi, dopo a chi picchi?” (su da noi, a tale scopo riproposto), e ne ha assimilato tutto il retrogusto amaro di denuncia, parte agevolato a correttamente interpretarlo.
Ma gli altri?
Basta fare anche solo una rapida ricerca sull’argomento nel web per capire che il promuovere quel convegno, e la recriminazione della Maxima Film, sono stati l’uno l’alveare e l’altro il lancio del classico sasso, con quel che ne consegue.
I commenti, ed i pareri, si sprecano e si contrappongono:
- c’è chi ne apprezza la sintesi ed anzi la elogia affermando, senza incertezza, che raggiunge lo scopo prefisso portando alla riflessione su questa piaga sociale;
- c’è, invece, chi, al contrario, lo condanna, e sono tanti. Tra questi segnaliamo, ad esempio, la presidente dell’associazione RiSVolta. Vanessa Vizziello, che afferma:
“Questo cartellone appare oggi a #Potenza per un evento organizzato contro la violenza sulle donne.
Amore = non uccidermi ma picchiami tutta la vita.
Viene ripreso, in maniera totalmente inadeguata, il titolo di un video della Regione Campania per una omologa campagna di sensibilizzazione.
Ma mentre nel video si comprende l’amarezza delle parole pronunciate dalla vittima, in questo cartello si rimane allibiti da pericoloso e fuorviante messaggio che, ancora un volta associa e confonde l’amore con l’omicidio e la violenza.
Basta con questa comunicazione diseducativa e disgustosa”
e chiede la rimozione immediata dei manifesti associandosi alla richiesta della Consigliera di Parità effettiva delle Regione Basilicata Ivana Pipponzi che, unitamente al suo staff e della consigliera di Parità supplente, Luisa Rubino, a sua volta, pur riconoscendo che “la finalità è nobile”, trattandosi comunque di “un evento di sensibilizzazione e riflessione sulla violenza di genere” afferma anche che
… “la modalità, tuttavia, è in contrasto, oltre che col buonsenso ed il buongusto, anche con il doveroso rispetto della dignità femminile.
Messaggi di questo genere – aggiunge – ci sembrano andare in un’opposta direzione, ben lontani dalla consapevolezza necessaria a contrastare la violenza.
Peraltro, il testo del titolo è irrispettoso delle regole minime del corretto linguaggio di genere adottato da ultimo, attraverso la Carta di Venezia, dall’Ordine nazionale dei giornalisti. Della Regione Basilicata “.
E questa è solo la punta dell’iceberg messo in moto dalla protesta messa in campo dalla Maxima Film contro gli organizzatori del convegno di Potenza (o viceversa, se si vuole).
In sintesi, anche noi siamo entrati in campo con il pensiero di Oscar Wilde che condividiamo, come condividiamo quanto chiaramente e correttamente espresso, ad esempio, dalla Consigliera di Parità effettiva delle Regione Basilicata Ivana Pipponzi e dalla consigliera di Parità supplente, Luisa Rubino, guarda caso (o sicuramente no) due donne (ndr: pensiero su riportato), per cui chiudiamo affermando che:
concordiamo con l’intento e plaudiamo all’iniziativa promossa dal Convegno di Potenza ma, nel contempo, anche noi non siamo certi sulla modalità con la quale è stata posta in campo utilizzando, per promuoverlo, “una frase” che, riportata su freddi e muti manifesti e cartelloni, non è sicuramente, facilmente, correttamente e completamente recepibile dalla massa e può apparire (o essere, come affermano la Pipponzi e la Rubino) in contrasto, oltre che col buonsenso ed il buongusto, anche con il doveroso rispetto della dignità femminile.
Messaggi di questo genere – aggiungono – ci sembrano andare in un’opposta direzione, ben lontani dalla consapevolezza necessaria a contrastare la violenza. E noi pensiamo di poter concordare.
Opportuno sarebbe stato, e sarebbe, approntare – con il consenso della Maxima Film – anche postazioni con il cortometraggio diffuso a ciclo continuo in modo da riportarne il messaggio nel giusto contesto ben chiarendone – mostrandola – tutta l’amara realtà ed il vero senso.
E questo è il nostro pensiero (suggerimento) conclusivo.
Sarà fattibile, lo si farà? Chiaramente, ad ora, non ci è dato saperlo ma crediamo di poter ritenere che la Maxima Film, se interpellata, darebbe il suo consenso (visto che anche a noi ha dato liberatoria all’uso del filmato che su vi abbiamo proposto) e magari anche appoggio.
Gli organizzatori vorranno utilizzare i giorni che mancano alla data del Convegno (che ricordiamo è previsto per il 13 aprile) per vedere di organizzarsi in tal senso?
Riproporranno, al momento opportuno, il cortometraggio della Maxima Film: “Amore, ma se mi uccidi, dopo a chi picchi?”.
Lo proporranno magari prima dell’inizio del dibattito per stimolarlo ed aprirsi così anche a un dialogo favorendo, nel contempo, una più precisa contestualizzata e comprensione del quanto è oggetto del Convegno stesso?
Ad ora, ribadiamo, non ci è dato saperlo. Possiamo solo augurarcelo perché siamo certi che contribuirebbe, e non poco, alla corretta promozione del Convegno prima, e al suo più certo buon esito finale.
E questo è il massimo che crediamo possa essere nel nostro potere fare, promuovere e divulgare sperando che possa contribuire a fare un altro passetto avanti verso l’eliminazione di questa piaga purulenta dalla nostra società.
Stanislao Barretta
vivicentro.it/CRONACA
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