Il governo si è riunito nell’atteso Consiglio dei Ministri, chiesto da Di Maio e preannunciato da Conte, dopo lo scontro tra Salvini e lo stesso Di Maio.
Accordo raggiunto, assicura in conferenza stampa il premier Conte: “il Consiglio ha rivisto il comma 9 dell’articolo 9 e ha cancellato le norme che avevano creato uno scontro tra M5S e Lega”, afferma, eppure qualcosa ancora non torna ed infatti ecco che, tra le righe, riemerge l’immancabile, omnipresente, italico e gialloverde NI: dalla rinnovata intesa trovata all’interno della maggioranza, di fatto viene fuori “solo” l’intenzione di RIscrivere la cosiddetta “pace fiscale” seguendo così il più classico percorso dei gialloverdi, quello delle Dichiarazioni subito e del POI si farà (forse, magari, chissà chiariamo noi).
Via libera allora alla DICHIARAZIONE sulla DICHIARAZIONE Integrativa alla DICHIARAZIONE dei redditi che riguarderà il 30% in più di quanto già presentato, con il tetto massimo di 100.000 € per ciascun anno di imposta, Stop alle “cause di non punibilità sulla dichiarazione integrativa” che conteneva anche il riciclaggio e l’autoriciclaggio, e stop a qualsiasi scudo dall’estero il cui inserimento “avrebbe potuto stimolare i contribuenti ma dall’altra” avrebbe rischiato di scostarsi dal contratto di governo, ha spiegato il presidente del consiglio Conte.
Finalmente si chiudono due o tre giorni surreali, nessuno aveva intenzione di scudare, condonare, regalare, ha aggiunto il leader della Lega:
“Ribadisco a Futura memoria che questo e ogni altro intervento riguardano coloro che hanno fatto dichiarazione dei redditi. Ribadisco, saldo e stralcio, pace fiscale italiani Equitalia, che riguarda solo donne, uomini, società che hanno fatto la dichiarazione dei redditi”.
Potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle Cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà, ha chiarito Di Maio
Altro capitolo, i rapporti con l’Europa.
La manovra non cambia, hanno detto Salvini è Di Maio, ma il nostro paese resta nel clima di dialogo con Bruxelles e l’obiettivo è di cambiare le regole. Nessuna uscita dunque dall’area euro e non c’è nessuna volontà di fare una patrimoniale, hanno aggiunto i leader 5 Stelle e Lega mentre Boccia, dal convegno dei giovani imprenditori a Capri, dopo la lettera della commissione europea e il declassamento di Moody’s, dice che il tutto era nelle cose: la sfida è sulla crescita e nello spiegare l’analisi di impatto di questa manovra; evidentemente correggendola, conclude.
COLLEGATA: 201018 IL PUNTO sulle News del giorno appena iniziato
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