L’Unione Europea e l’Italia si confrontano riguardo alle concessioni balneari, con l’obiettività nella valutazione delle risorse naturali al cuore della controversia.Politici italiani al centro dell’attenzione.
L’Unione Europea blocca l’Italia sulle concessioni balneari: Priorità alla Valutazione Oggettiva delle Spiagge
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l confronto tra l’Italia e l’UE riguardo alle concessioni balneari raggiunge un nuovo capitolo, con Meloni, Salvini e Santanché in primo piano.
Bruxelles ha insistito affinché Roma interrompa i rinnovi automatici delle concessioni storiche, aprendo il mercato a nuove imprese tramite bandi di gara, secondo la direttiva Bolkestein.Nonostante le pressioni e le procedure d’infrazione in corso, il governo Meloni si è opposto, estendendo le concessioni fino al 31 dicembre 2024.
Tuttavia, Bruxelles contesta i piani del governo italiano di ampliare le concessioni esistenti per salvare gli attuali gestori degli stabilimenti balneari.L’Italia, guidata da Matteo Salvini, respinge la richiesta di Bruxelles, sostenendo che l’idea di scarsità delle risorse, in particolare delle spiagge disponibili per i balneari, sia sbagliata.
Nonostante una mappatura che rivela solo il 33% delle spiagge occupate da privati, l’UE insiste su una valutazione “reale e obiettiva” delle risorse, criticando l’uso di mappe che includono tratti di litorale inadatti ai balneari per eludere la direttiva Bolkestein.La Commissione europea aveva già avvertito l’Italia lo scorso novembre, e recentemente il commissario Thierry Breton ha ribadito che la scarsità delle risorse deve essere valutata non solo a livello nazionale, ma anche locale, considerando che sono i Comuni a rilasciare le concessioni.
In molte località, la percentuale di spiagge occupate da stabilimenti balneari supera il 70%, con casi di saturazione oltre il 90%.Nonostante la replica del governo italiano al parere motivato dell’UE, la distanza con Bruxelles non sembra essere stata colmata.
Bruxelles sta esaminando la risposta, ma le parole di Breton indicano che le divergenze persistono.Senza un accordo, il caso potrebbe finire davanti alla Corte di giustizia europea, con possibili sanzioni economiche per l’Italia.
Nel frattempo, gli operatori legati a Meloni, Salvini e Santanché continuano a trarre vantaggio da questa situazione.