T
re indizi fanno comunque una prova. Due sconfitte e un pareggio, seppur maturati in circostanze diverse, impongono una riflessione. Che si tratti di un calo fisico o mentale, che sia l’assenza di una variante tattica che possa rendere meno prevedibile e quindi arginabile il gioco del Napoli, è del tutto evidente che qualcosa è cambiato. Non soltanto nei risultati, come si affannano a ripetere l’allenatore e anche la squadra. Da straordinario, il Napoli, si è ritrovato ordinario, e diventa difficile riabituarsi. Nulla è perduto, certo. La squadra è in corsa per due obiettivi prestigiosi, ma di qui alla fine soprattutto in campionato gli avversari avranno più fame e più rabbia. Juventus a parte, le nobili decadute hanno ripreso la marcia. E la lotta per la salvezza oggi racchiude un ventaglio di squadre più ampio. Dodici finali, non sarà una passeggiata di salute. Perdersi sul più bello sarebbe un peccato che nessuno degli azzurri riuscirebbe a perdonarsi. Ma una cosa deve esser chiara: Maurizio Sarri, comunque finisca la stagione, avrà comunque vinto la sua partita. E De Laurentiis la sua scommessa. Per il gioco espresso dalla squadra, per la mentalità e per la crescita del progetto. Dall’Empoli al vertice della classifica con il Napoli il passo è stato brevissimo.
corriere del mezzogiorno
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