Il giovane ha cercato di attaccare una pattuglia di soldati israeliani. L’esercito chiude gli accessi a Ramallah.
TEL AVIV – Ancora un episodio di violenza nei Territori occupati. Un giovane palestinese è stato colpito stamane dagli spari di soldati israeliani dopo aver cercato di accoltellarli durante un controllo di documenti nel villaggio cisgiordano di Salit (Tulkarem). Lo riferisce la radio militare israeliana. Fonti palestinesi aggiungono da parte loro che il palestinese, di 17 anni, è morto per le ferite.
L’esercito israeliano ha chiuso la notte scorsa ogni accesso a Ramallah, capitale amministrativa della Cisgiordania: è la prima volta che avviene dall’inizio della recente ondata di tensione. L’ingresso è permesso al momento solo per i residenti, per gli ufficiali dell’Autorità nazionale palestinese e per motivi umanitari. La mossa, secondo il portavoce militare, si basa su “ragioni operative”. Ieri un ufficiale della sicurezza palestinese ha sparato contro soldati israeliani, ferendone 3, ad un posto di controllo dell’esercito.
La Cisgiordania occupata, insieme con Gerusalemme e Israele, sono scosse dal 1 ottobre del 2015 dalle violenze – la cosiddetta “intifada dei coltelli” – che hanno provocato finora 159 morti palestinesi e 25 israeliani, secondo un bilancio dell’agenzia France Presse. Anche un americano e un eritreo hanno perso la vita, mentre la maggior parte dei palestinesi uccisi sono autori o sospetti autori di attacchi. Ban ha comunque ribadito la condanna delle aggressioni compiute da diversi mesi dai palestinesi contro i civili israeliani. L’ultima vittima il 26 gennaio, una giovane israeliana di 23 anni accoltellata nell’insediamento di Beit Horon, a nord di Gerusalemme.
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