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CdM: “Napoli fragile, manca un leader. Ecco perchè Ancelotti pensava a Ibra”

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“Ci sono uomini che tirano la carretta da sette anni che rappresentano un ciclo meraviglioso”

Nella trasferta capitolina persa per 2-1, il Napoli è incappato in un altro risultato negativo. Risultati negativi che hanno caratterizzato questo inizio di campionato degli azzurri.

Ecco quanto scritto dall’edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno:
“Le ragioni di una sconfitta possono essere molteplici, soprattutto se sotto esame c’è tutto un percorso che alla fine registra l’ultima vittoria del Napoli in trasferta a settembre, sul campo del Lecce. Il Napoli ha un tasso qualitativo del parco giocatori alto, evidentemente c’è altro che non funziona, sia a livello mentale che tattico. Fragilità: è questa l’impressione che dà la squadra di Ancelotti, entrata in campo all’Olimpico ancora con il gol di Ilicic nella testa (e Insigne lo ha ammesso).
mmesso).
Ma anche imperfezione tattica, esasperata ieri dall’assenza di Allan a centrocampo. Quando Fonseca ha sistemato le ‘uscite’ prendendo il Napoli più alto, la squadra si è disunita. L’allenatore giallorosso nel secondo tempo ha ripareggiato gli uomini in mezzo al campo alzando Pastore, fino a quel momento mezzala, su Koulibaly: il Napoli non è più uscito dalla difesa con la palla al piede. Poteva esserci un piano B anche per gli azzurri? Se sì, non si è visto. Eccesso di integralismo oppure mancanza delle pedine giuste per osare variazioni? Ci sono uomini che tirano la carretta da sette anni (vedi Mertens e Callejon) che rappresentano un ciclo meraviglioso, dai quali però non si può pretendere il massimo sempre e comunque. Vanno anche loro a intermittenza, quando sono spenti è inutile chiedere di più.
Poteva esserci la scossa data da un leader, un giocatore non molle sulle gambe e fragile nella testa? Questa domanda apre a un’altra considerazione: tutti bravi o non bravi insieme, nessuno capace di fare la differenza da solo. Il gruppo è fondamentale, ma quando non c’è, ci sarebbe bisogno di un singolo che fa la differenza. Forse in quest’ottica Ancelotti aveva fantasticato su Ibrahimovic, il veterano plurititolato, capace con uno sguardo di intimorire l’avversario. Ibra, secondo le ultime voci di mercato, potrebbe tornare allo United, ma non è questo il problema del Napoli. Che deve invece fermarsi a riflettere, capire fino in fondo l’origine dei problemi di casa sua. Quindici gol subiti in 11 giornate sono una enormità , non accadeva dal 2009, stagione in cui sulla panchina c’era Donadoni. Diciotto punti in classifica, anche questo è un numero sconosciuto negli ultimi otto anni. La Champions, martedì la gara di ritorno con il Salisburgo al San Paolo, arriva propizia. In questa competizione il Napoli si esalta. Ritrova d’improvviso energia ed entusiasmo: una vittoria significherebbe ottavi di finale. Impresa bella e possibile. Ma i problemi potrebbero restare”.

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