Sette le contrade coinvolte: Tifani, Acqualorto, Manca, Grimaudo, Trupiano, Dammare, Curria. La paura e la voce di chi lo ha vissuto
Castelmola brucia, imponente incendio tra le sette contrade coinvolte
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’incendio ha cominciato a divampare nel territorio facente parte del comune di Castelmola, intorno alle ore sette del mattino. Sui luoghi adiacenti, esattamente a valle delle contrade e sin dalla nottata, erano già presenti i vigili del fuoco alle prese con altri focolai.
I residenti delle zone colpite, in preda al panico, oltre a segnalare ai soccorsi l’inizio dell’incendio, hanno allarmato anche il gruppo WhatsApp di attivisti e volontari di cui fa parte anche il primo cittadino e gli assessori del comune, nonché proprietari di beni e terreni delle contrade colpite.
I primi ad intervenire sul posto, vigili del fuoco, corpo forestale e a seguire la protezione civile.
Nella mattinata due squadre divise per contrade, in prossimità delle abitazioni hanno aiutato i residenti in grande difficoltà, questi ultimi, nonostante avessero terreni puliti e scerbati hanno corso rischi e pericoli non di poca portata.
L’incendio molto rilevante, è stato alimentato dalla persistenza di un vento inarrestabile. A metà mattinata infatti, aveva già raggiunto in lungo e in largo diversi ettari di terreno.
Residenti e corpi intervenuti hanno immediatamente richiesto aiuti e mezzi aerei. Supporti che purtroppo tardavano ad arrivare perché impegnati in altro incendio a Sinagra. Solamente alle 17.30 circa arriva il primo aereo, il primo lancio.
Danni esosi alle contrade di Tifani, Acqualorto e Grimaudo, in quest’ultima l’incendio lambisce alcune abitazioni, il grido di terrore di chi abita la casa avvolta dalle fiamme riecheggia ancora tra le orecchie dei vicini.
“Disperazione, case divorate dal fumo, fortunatamente non si brucia nessuno e la casa è salva, ma la paura è stata tanta.” – afferma – Jenny Antonella Gullotta vice presidente del comitato Amici delle Contrade di Castelmola e cofondatrice del gruppo WhatsApp Stop Fuoco&Fango che opera sulle contrade di Castelmola e Taormina.
Fronte troppo ampio, canadair ed elicotteri, civili e soccorritori hanno lavorato fino allo stremo e all’imbrunire.
In tarda serata in contrada Dammare, l’incendio riprende nuovamente, ma per fortuna i residenti sono riusciti a domarlo.
“lo hanno domato. Ma la notte era spettrale, tizzoni accesi illuminavano le colline, i costoni, ad ogni crepitio si saltava in aria, nessuno dormiva, si vagava da una finestra all’altra ascoltando e guardando se la notte fosse illuminata da qualche bagliore di ripresa delle fiamme. Infatti, dopo le 00.00 nuovamente chiamata al Corpo forestale il fuoco era rispero in contrada Manca in prossimità di un’abitazione, di nuovo civili e corpo forestale a spegnere. Dopo circa due ore tutto era nuovamente placato, ma nulla è più come prima. Ogni costone, ogni collina ogni vallone è annerito, ogni albero è bruciato o compromesso, la devastazione dilaga.” continua Jenny Gullotta.
“Si sa la cronaca di momenti così difficili e concitati non riesce spesso a dare la dimensione della disperazione, delle lacrime, della sensazione di impotenza che si prova quando si ha difronte un muro di fuoco e quando il respiro sembra bloccarsi all’odore intenso di fumo che brucia ossigeno e vita.”
“Non è facile descrivere ciò che c’era prima su quelle colline vedendole oggi così annerite e sanguinanti.” prosegue la vice presidente del comitato Amici delle Contrade di Castelmola.
“Eppure, bisogna razionalizzare, ogni costone a valle ha un compluvio che confluisce in uno dei torrenti che arrivano a valle, e nello specifico tutti i costoni bruciati arrivano al torrente S. Venera, lo stesso che ingrossandosi nel novembre del 2021 ha travolto e danneggiato la strada che collega il casello autostradale di Giardini Naxos con l’omonima cittadina. La nostra preoccupazione è esponenziale al disastro che abbiamo vissuto ieri e che si potrebbe creare con l’arrivo delle bombe d’acqua o anche di temporali copiosi.”
“Come non siamo stati fermi ad attendere i soccorsi o gli aerei ieri,” prosegue ancora Gullotta, “oggi non possiamo non chiedere a tutti coloro che devono tutelarci di fare tutto quello che è necessario per evitare danni immani nelle nostre contrade. Innanzi tutto, chiediamo che l’alveo dei torrenti S. Venera e Sirina siano svuotati da tutti i materiali pervenuti a valle dalle precedenti piene. I letti dei torrenti sono infatti stracolmi di detriti e canneti che se in alcune particolari circostanze aiutano il normale defluire dell’acqua possono anche occludere il passaggio della stessa aumentando i danni e la pericolosità degli stessi corsi d’acqua.”
“Chiediamo che ci sia una maggiore coordinazione tra le forze che intervengono sugli incendi, non si può aspettare sette ore dalla richiesta di un intervento aereo alla realizzazione dello stesso, in quelle sette ore centinaia di alberi e verde è stato inghiottito dalle fiamme e questo è un danno per tutti.” conclude Gullotta.
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