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Castellammare di Stabia

Castellammare, Zingone lancia l’allarme ‘dehors’ per i commercianti: “Senso di disorientamento manifestato agli esponenti politici locali”

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«Sono necessari chiarimenti su quel regolamento per non dare un colpo alle attività commerciali con l’approssimarsi del periodo estivo».

span style="margin: 0px;line-height: 107%;font-family: georgia,palatino,serif;font-size: 16px">Alessandro Zingone, consigliere comunale del gruppo Per Castellammare, lancia l’allarme in merito al nuovo regolamento comunale per l’occupazione del suolo pubblico con i dehors (gazebo e pedane all’esterno di bar, pizzerie, ristoranti e simili), invitando i commercianti ad un’attenta riflessione su uno strumento di fondamentale importanza per le sorti della città, ma finito sembrerebbe nel mirino della guardia di finanza per indagini su presunte irregolarità nell’applicazione del regolamento nel recente passato: 

«Il consiglio comunale ha approvato nella seduta del 27 novembre 2017 il regolamento per i dehors, rivedendo ed emendando il documento che la giunta comunale aveva precedentemente approvato. – racconta Zingone – Si capisce la necessità e l’importanza di un tale strumento per gli operatori commerciali del territorio e per l’economia, turistica e non, cittadina. Si comprende anche l’urgenza ed il senso di disorientamento manifestato dai commercianti agli esponenti politici locali. Diventa però necessario che l’ assessore, per di più tecnico, ed il  dirigente (che ha approvato la regolarità tecnica del regolamento) chiariscano se  la maggior parte delle strutture presenti in città e che sono previste nel regolamento necessitino di PERMESSO DI COSTRUIRE per poter essere approvate. A leggere il resoconto non c’è da rassicurarsi . La fretta , dopo mesi e mesi di ritardi, può aver indotto a valutare con superficialità il testo approvato e a pensare, – e se così fosse sarebbe assi grave-,di perfezionare “strada facendo”. Perfezionare certo, ma approvare un atto che potrebbe indurre  a commettere reato (penale) non sembra proprio il caso». L’allarme di Zingone mira a salvaguardare  i commercianti, che altrimenti sarebbero esposti al rischio di incappare in un reato penale. «E dire che durante i lavori di commissione urbanistica e finanche nella seduta di consiglio che ha ratificato il regolamento c’è stato chi ha provato a far capire, molto sommessamente, che, forse, occorreva il permesso di costruire. – ricorda Zingone – E meno male che, ciliegina sulla torta, il provvedimento sembrerebbe non immediatamente operativo mancando lo strumento di accordo con la Soprintendenza (SABAP) di Napoli, nonostante che su questo aspetto era stato assicurato che era “ tutto a posto”. La risposta dell’assessore  aumenta la nostra richiesta di chiarimenti su  come sia stato affrontato l’argomento: “Il DPR 2016 ha stabilito che per i manufatti è necessario la SCIA; e preciso che per quanto riguarda questo aspetto è stato valutato dal Dirigente e dall’Avvocatura che non hanno riscontrato problemi, ed inoltre le relazioni tecniche devono essere firmate da un tecnico”. Ora verrebbe da chiedere : a quale DPR 2016 fa riferimento? Da dove nasce la deduzione che i dehors siano manufatti? È notorio a tutti che la realizzazione di qualcosa che sia privo del pertinente titolo edilizio comporta, oltre che oneri ed obblighi di rimozione immediata, principalmente l’imputazione ex lege di un possibile reato penale. E non è la sola temporaneità che discrimina tra dehors che necessitano di SCIA o di permesso di costruire. Per chi nutre dubbi, è possibile approfondire l’argomento con qualche esempio giurisprudenziale come la sentenza del TAR Toscana n. 312/2017 del 14 febbraio 2017 o anche, in tema penale, la sentenza di Cassazione penale n. 21988 del 26 maggio 2016. Purtroppo si registra una eccessiva leggerezza nel trattare questo argomento che invece necessita di ben più serio approfondimento. Il regolamento non distingue tra tipologie di installazioni che invece prevalgono sulla natura del titolo edilizio da richiedere. Non distingue neppure per zone di territorio per cui tutti pagano lo stesso importo per metro quadro sia in centro che in periferia. Ci sarebbero anche molti altri aspetti – conclude Zingone – che sono di evidente approssimazione ma si possono considerare errori veniali. Sarebbe stato sufficiente verificare come operano comuni vicini, come Salerno, che essendo anch’esso sul mare, vive la problematica in termini complessivi molto simili».

L’apertura di queste attività ha dato respiro alla città, anche per questa ragione meritano   chiarezza, procedure certe e sottratte dalle interpretazioni e dalle influenze di questo o di quello esponente politico.

Queste attività e il commercio si rispettano, non ricorrendo di volta il volta a discutibili e non previsti provvedimenti “tampone o ponte”, ma con una programmazione seria che dia certezza e consenta agli operatori del settore di poter programmare le proprie attività con serenità. Ci auguriamo davvero di non dover assistere di nuovo allo smontaggio delle strutture(per la seconda..terza volta?), di non dover leggere di incontri e riunioni seguite dai  soliti comunicati e dai soliti annunci. Appunti s’incominci programmare sul serio”.

Fonte: Comunicato stampa, A. Zingone “Per Castellammare”

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