Le sue parole
“
Come avrei potuto immaginare che un Movimento che usa la piattaforma ‘Rousseau’, il cui nome deriva dal filosofo Jean-Jacques, ritenuto uno dei padri della massoneria moderna, fosse contrario alla massoneria? Di che cosa parliamo?”. Lello Vitiello, avvocato penalista di Castellammare di Stabia candidato con il M5S alla Camera, non si dà pace dopo la scomunica piovuta su di lui dai vertici pentastellati a causa dei suoi trascorsi nella massoneria.
‘Oratore’ della loggia napoletana Sfinge – aderente all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia – ma in ‘sonno’ da fine gennaio, Vitiello è stato espulso dal M5S per aver violato l’articolo 6 del nuovo Regolamento grillino, che vieta la candidatura di persone iscritte ad associazioni massoniche e, soprattutto, per non aver informato i vertici del suo passato. Non solo: insieme agli altri candidati-massoni, Vitiello sarà anche denunciato per danno d’immagine da Luigi Di Maio. “Ma il vero danno d’immagine – dice all’Adnkronos l’avvocato stabiese – lo sto subendo io. Facciano quello che vogliono, io so come tutelarmi”.
Diffidato dall’utilizzo del simbolo M5S, Vitiello non intende retrocedere di un millimetro: “Non ritiro la mia candidatura e continuo a usare il simbolo perché sono un candidato del Movimento“.
Lascia un commento