S
e vi chiedessero di scegliere un simbolo di Castellammare, qualcuno direbbe il castello, altri il lungomare, altri ancora le terme (quando funzionavano), nessuno dimenticherebbe l’Amerigo Vespucci ma certamente qualcuno potrebbe scegliere la Cassarmonica.
Proprio l’ennesimo simbolo, tratto distintivo di Castellammare, versa in condizioni a dir poco pietose, in uno stato di totale abbandono, degrado e menefreghismo. Basta passeggiare in la villa comunale e buttare un occhio alla Cassarmonica per cadere nello sconforto.
Ingressi transennati, travi del pavimento assenti, incomplete o pericolanti, bottiglie di vetro a circondare la struttura, lampioni danneggiati o rubati, erba dell’aiuola circostante non curata: tutto quello che nella struttura, interna ed esterna, può essere trascurato è a tutti gli effetti abbandonato.
Eppure la Cassarmonica è nata nel lontano 1900 come luogo “illuminato” che doveva ospitare artisti, poeti, scrittori, musicisti ecc. L’incarico di realizzare l’opera fu affidato a un giovane ingegnere, Eugenio Cosenza, fratello di Giuseppe. Possibile che un’opera che rende Castellammare quasi unica in tutto il panorama nazionale e che ha le sua fondamenta nell’animo culturale della città, sia ad oggi, e da svariati anni, in tale stato di abbandono?
Che cosa aspetta l’Amministrazione ad intervenire così da riportare la Cassarmonica alla forma di un tempo e poi darle l’imprescindibile protezione e sorveglianza?
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