Oggi 4 maggio 2017 si è tenuta a Castellammare di Stabia nei locali della libreria Mondadori la presentazione del libro del Maestro Peppe Vessicchio “La musica fa crescere i pomodori” in sua presenza.
L
’evento, di cui avevamo dato notizia alcuni giorni fa (clicca qui), è stato moderato dal Professore Pierluigi Fiorenza che come al solito è riuscito in modo egregio nel suo compito.
All’evento sono intervenute moltissime persone tra cui l’assessore alla cultura del comune di Castellammare di Stabia e la nota artista musicale Fiorenza Calogero, l’artefice della realizzazione dell’evento avendo lei stessa invitato il maestro, suo personale amico, in quel di Castellammare di Stabia insistendo sulla sua presenza.
Foto Ciro Bergamasco
Il maestro Vessicchio da subito dimostratosi persona di cultura non solo musicale, si è rapportato alla platea con un fare molto simpatico. Durante la serata non ha parlato solo del suo libro, ma si è lasciato andare anche a qualche scorcio di vita privata raccontando le difficoltà che ha dovuto affrontare da giovane per poter realizzare il suo sogno di diventare musicista.
Passione che gli fu trasmessa da suo fratello che suonava per diletto la chitarra e gli insegnò i primi rudimenti.
Di quel suo scorcio di vita ha raccontato come suo padre inizialmente lo aveva indirizzato ad intraprendere gli studi di architettura, ma poi dopo alcuni anni resosi conto che la vita del giovane Vessicchio si divideva tra le serata a suonare, con orari di rientro a casa sempre più tardi, e gli studi di architettura, che imponevano la sveglia di buon mattino, decise di chiedere al figlio cosa lo rendesse più felice, avendo una risposta chiara dallo stesso che intravedeva nella musica la sua fonte di felicità. A quel punto, come ogni buon padre, decise di sostenere il figlio nella realizzazione del suo sogno.
Altro episodio molto simpatico illustrato dal maestro è quello in cui insieme ad Elio del noto gruppo “Elio e le storie tese” si dedicarono, al suo tempo nel 1996, alla composizione del brano “La terra dei cachi”, brano dal testo esilarante che si classificò a sorpresa di tutti, anche dello stesso Elio, al secondo posto del Festival di San Remo.
Di seguito le parole del maestro Peppe Vessicchio ai nostri microfoni :
Buonasera maestro in primis la volevo ringraziare per aver scelto Castellammare come sede della presentazione del suo libro
Ho piacevolmente accettato questo invito perché ho anche il piacere di ritornare nei luoghi della mia infanzia e delle mie radici, sono qui e sono contento di essere a Castellammare in quanto per uno di Napoli passare per Castellammare era sinonimo di vacanza, dato che era luogo di passaggio obbligatorio per recarsi nella penisola sorrentina.
Ci può dire brevemente di cosa tratta il suo libro?
Il libro in effetti andrebbe letto, perché il titolo dice la musica fa crescere i pomodori, e vi posso assicurare che è un’esperienza vera, la musica interagisce con tutti gli organismi viventi, intendo tutti gli organismi in evoluzione, come il vino, i vegetali e come ho potuto provare oggi in quel di Gragnano addirittura sulla pasta secca, infatti la pasta già seccata riceve dalla musica una modifica tale che la cottura della pasta si prolunga di ben due minuti.
Nel suo libro ho letto che ci sono vari tipi di musica che vanno associati alla crescita o alla non crescita degli ortaggi e in questo caso anche della pasta
Vorrei sfatare che non c’è uno stile preciso o un determinato periodo storico, c’è solo ed esclusivamente la polifonia cioè l’insieme dell’intreccio delle voci, è un incrocio di voci che sono rispettose del fenomeno della fisica, quindi non è un miracolo ma è semplicemente una questione fisica, io stesso mi sto preoccupando di intraprendere ricerche scientifiche per accertare questo tipo di fenomeni.
In conclusione com’è nato questo esperimento?
E’ nata da una crisi, quando uno non ritrova più se stesso perché pensa che la musica che fa serve a un campo limitato di persone o cose, vuol dire che c’è qualcosa che non va, la musica è una cosa straordinariamente bella, l’abbiamo separata da tutto ciò che apparteneva. Quindi quando ho letto che le vacche del Wisconsin facevano più latte con la musica di Mozart che con la musica dei Led Zeppelin ho esultato, perché ho capito che le vacche non hanno condizionamenti culturali quindi non sono nè vecchie nè giovani, ciò vuol dire che reagiscono ad una cosa naturale e fisica. Da li che sono partiti i miei numerosi studi e di fatto oggi sono qua che vi racconto tutto ciò. Sono in pubblicazione degli esperimenti su prodotti alimentari come ad esempio del vino prodotto per l’appunto con l’aiuto della musica. I proventi di quello che poi sarebbe il margine del mio operato ho deciso di usarli per finanziare la cultura, cercherò di fare ciò che non fanno le amministrazioni. Cultura significa coltivazione, se noi non coltiviamo la crescita della comunità non andremo mai da nessuna parte.
A cura di Andrea Alfano.
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