span style="font-size: large;">Dopo 100 anni, ha chiuso i battenti il Casinò di Campione, la famosa frase “rien ne va plus”, questa volta, non e’ stata profferita dal croupier nel momento in cui la pallina stava per ultimare gli ultimi giri, ma dal Tribunale di Como, che ne ha decretato una temporanea chiusura.
Casinò di Campione: Rien Ne Va plus (Lo Piano-Saint Red)
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Quella che per un centennio, era stata una vera e propria fabbrica di soldi, sia per i Comuni limitrofi che per lo Stato, (quest’ultimo incassava mediamente dai 15 ai 20 milioni di euro l’anno). Una bella cifretta che andava a rinfocillare le sempre asfittiche casse dello Stato.
In questi ultimi anni, il casino’ di Campione d’Italia, si e’ ritrovato con debiti stratosferici, si parla di pendenze per quasi 130 milioni di euro.
Questa ‘Waterloo finanziaria’, secondo i giudici fallimentari del tribunale di Como, non poteva essere piu’ gestita da parte degli amministratori locali, per cui sono stati nominati 3 curatori fallimentari, Elisabetta Brugnoni, Sandro Litigio, e Giulia Pusterla.
Questi ultimi, dopo aver attenzionato tutte le “carte” dovranno decidere (in tempi brevi), se far coprire con un drappo nero l’intera struttura, o trovare una soluzione che permetta ai quasi 500 dipendenti della casa da gioco, di non perdere il posto di lavoro.
Tutto il paese del Canton Ticino, nel quale operava il casino’, e’ sotto shock, l’intera economia del piccolo centro e’ a rischio, migliaia di persone comprendenti tutto l’indotto, potrebbero finire sulla strada.
Andranno a casa anche le maestre d’asilo, mentre la Svizzera, chiede all’enclave di Campione il conto dei debiti, per pompieri, scuole, rifiuti e trasporti.
In merito all’intricata vicenda, si fanno strada 2 ipotesi, la prima, sarebbe quella di una riapertura anche temporanea del casino’, che potrebbe permettere di avere delle entrate almeno sufficienti per onorare i debiti, la seconda, e’ quella della chiusura definitiva, in attesa della procedura di fallimento.
E’ d’obbligo una domanda:
I giocatori, considerato il momento di crisi della struttura, potrebbero pensare di essere i nuovi soggetti da spennare, in particolar modo quando si gioca alle slot machine, basterebbe chiudere per un certo periodo i “rubinetti” delle vincite, per trarne il maggior guadagno, anche se per legge, e su questo controlla la Finanza, una parte degli introiti (circa l’80%), dovrebbe andare ai giocatori.
A proposito di questi ultimi, quante migliaia di pendolari del gioco si sono rovinati, visto che gli introiti per decenni sono stati da favola?
Ed inoltre, chi all’interno della Casa da gioco e’ riuscito a trarre dei cospicui guadagni, con artefizi poco trasparenti?
Nel caso di una provvisoria riapertura, staremo a vedere come risponderanno i giocatori, visto e considerato che in zona vi sono altri 2 casino’, che almeno fino a questo momento non hanno avuto problemi economici.
Oggi agli addetti ai lavori,non resta che aspettare, dato che il futuro non prevede l’assunzione di chiromanti che possano prevederlo.
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