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Castellammare di Stabia

Caserta, scoperti “furbetti del sussidio”: la vicenda

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La Guardia di Finanza di Caserta ha scoperto un complesso sistema di truffa ai danni dell’I.N.P.S.

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caserta, ha effettuato accertamenti su 24 società che dichiaravano di aver assunto centinaia di lavoratori per poi, in breve tempo, licenziarli tutti, creando in questo modo il presupposto normativo per permettere loro di ottenere l’indennità mensile di disoccupazione da parte dell’I.N.P.S..

L

e indagini scaturite dall’attività di controllo sul territorio e svolta dagli ispettori dell’Ente previdenziale hanno originie ad una serie di denunce all’Autorità Giudiziaria per possibili condotte fraudolente poste in essere dai rappresentanti legali e dagli amministratori delle società ispezionate, in concorso con i lavoratori fittiziamente assunti e poi beneficiari del contributo sociale.

Gli ulteriori accertamenti della Guardia di Finanza hanno verificato, in tutti i casi una condotta fraudolenta dell’impresa e dei sottostanti dichiarati rapporti di lavoro.

E’ stata rilevata l’inesistenza di sedi operative, la mancanza di qualsivoglia contabilità e l’insussistenza delle attività dichiarate: praticamente le società che risultavano datori di lavoro erano in realtà scatole vuote appositamente create al solo scopo di assumere solo una serie, di asseriti lavoratori, che poi venivano formalmente licenziati.

Le indagini hanno permesso inoltre di trarre alcune prime conclusioni sul fenomeno fraudolento indagato: innanzitutto le sedi dichiarate delle imprese circoscrivono un ambito territoriale ben delimitato, interessando per lo più i Comuni dell’agro aversano e, in particolare Villa Literno, Villa di Briano, Casal di Principe e Frignano; in secondo luogo il settore economico più colpito è senz’altro l’edilizia (ben 16 casi su 24) ed a seguire i servizi di pulizia e l’agricoltura.

Anche la cifra del fenomeno desta allarme: solo nell’ultimo anno ben 722 soggetti denunciati per truffa aggravata nei confronti dell’Ente previdenziale per un profitto illecito che supera i 3 milioni di euro.

I Baschi Verdi presumono che il numero delle aziende potenzialmente coinvolte in fenomeni similii potrebbe risultare notevolmente maggiore, rispetto al numero di accertamenti ispettivi effettuati dall’Ente previdenziale.

Proprio dall’analisi di tali dati le Fiamme Gialle, sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, stanno effettuando indagini più approfondite per comprendere eventuali rapporti tra i soggetti coinvolti per verificare se sia possibile risalire ad una matrice comune che conduca ad un’unica organizzazione che sembra potersi avvalere anche del fattivo contributo di infedeli professionisti del settore.


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