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Capri, sequestro ad Anacapri. Legambiente: “L’ecomostro alla Grotta Azzurra non lo vogliamo”

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Capri, sequestro ad Anacapri. Legambiente: “L’ecomostro alla Grotta Azzurra non lo vogliamo”

Capri, in una nota di Legambiente, come riportato da Caprinews, in merito alla questione della demolizione scattata ieri ad Anacapri, si legge: “L’ecomostro alla Grotta Azzurra non lo vogliamo. Plaudiamo alla attività investigativa della Procura di Napoli e al lavoro della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Capri che hanno portato al sequestro dell’enorme ex stabilimento balneare Lido Nettuno tramutato in un residence adiacente ai resti archeologici di Villa Gradelle e alla famosa Grotta Azzurra di Capri. Dal 2014 Legambiente ha denunciato a tutti gli enti di tutela e controllo del territorio questo lavori che pur avendo autorizzazioni, andavano contro la tutela, i vincoli ed il paesaggio dell’Isola di Capri. Abbiamo subito vessazioni per le nostre denunce, ma come ci indica la giustizia di stato, avevamo ragione. Nel comunicato della Guardia di Finanza apprendiamo di 17 denunciati, una rete di connivenze che deve essere smantellata per il bene della legalità e della nostra amata Isola di Capri, che continueremo a difendere con i denti da speculazioni e devastazioni, per dare un futuro migliore a noi e ai nostri figli. Non molleremo di un centimetro e saremo pronti se necessario ad essere ancora in prima linea”.

Sulla questione si è espresso anche il Consigliere Regionale dei verdi, Francesco Emilio Borrelli: “Di fronte ad abusi come quelli che sarebbero stati commessi nel Lido Nettuno non ci sono alternative all’eliminazione degli stessi abusi e alla condanna di chi li ha commessi e permessi. Di fronte ad abusi chiaramente speculativi che distruggono o deturpano panorami di eccezionale bellezza non bisogna fare altro che ripristinare lo stato dei luoghi richiedendone le spese a chi li ha commessi”. Ha continuato aggiungendo: “Quest’ennesimo episodio dimostra che l’abusivismo di necessità è una giustificazione che non ha fondamento in molti casi e che viene utilizzata dagli speculatori come alibi per depredare e cementificare il territorio. Per eliminare il problema nelle isole le forze dell’ordine dovrebbero con grande attenzione monitorare i camion pieni di materiali edili che partono o tornano dalle isole del Golfo e che ci fanno comprendere quanto la cementificazione selvaggia è ancora un problema serio”.

Sempre come riportato da Caprinews, ecco le parole, ovviamente contrarie, dei proprietari della struttura: “Ci siamo sempre avvalsi della consulenza di professionisti dalla massima serietà e di importanti nomi a livello internazionale del mondo del design. Abbiamo sempre detto sia a voce, e anche per iscritto, di venire e controllare l’opera che stavamo realizzando. E i controlli si sono susseguiti ripetutamente in questi anni dal 2015, da parte di molti settori dello Stato. Spero che chi di doveri indaghi e definisca quanto prima la nostra posizione. Sono sereno perché non ho mai fatto pressione di nessun genere e ci siamo sempre attenuti ai pareri dei tecnici, sovrintendenza e quanti altri hanno esaminato il lavoro al Nettuno”. 


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