Politica: “Napoli è al centro dell’agenda politica di governo” le soluzioni della ministra Luciana Lamorgese all’emergenza camorra.
Il contesto….
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unti Chiave Articolo
È forse l’Estate più calda del nuovo millennio e non certo solo per fattori metereologici.
Se non bastassero i cicloni africani, venti del sud e l’emergenza siccità, ad alzare ulteriormente la temperatura della tensione hanno influito i fatti di cronaca degli scorsi mesi.
3 comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche in 100 giorni, scarcerazioni eccellenti, aumento dei reati legati a fatti di criminalità organizzata, incremento della violenza minorile, faide tra clan.
Un contesto da brividi se si pensa che proprio questa estate deve essere quella del rilancio dell’economia del turismo nazionale.
I dati hanno registrato un incremento notevole delle prenotazioni nelle strutture ricettive della zona di Pompei e della penisola Sorrentina che, come dimostrano numerose inchieste, sono sotto il controllo economico e sociale dei clan Cesarano e D’Alessandro.
Un affare da milioni di euro che non poteva passare inosservato agli occhi di chi da 50 anni tiene in mano una delle terre più affascinanti del pianeta.
Infatti, stando alle ultime indagini, la mala organizzata stabiese reinveste il denaro sporco proveniente dalle estorsioni e dal traffico di droga nel turismo.
Alberghi, ristoranti, lidi, società noleggio barche e parcheggi nelle zone balneari sono gli affari sensibili delle ultime informative della DDA.
Sono numerose le aziende del settore che tramite prestanome vengono gestite direttamente dagli uomini dei clan.
Un modo per mettere al sicuro i soldi guadagnati in modo illecito ed evitare i sequestri.
Dopo 2 anni di emergenza pandemia, la cittadinanza vuole riaffollare le spiagge, I locali della movida, le strade, insomma tornare a vivere una vita normale affrancandosi da quel carcere chiamato “Paura di infettarsi”, obbligo di mascherina, isolamento domiciliare.
Una voglia di spensieratezza che la camorra vuole eliminare.
Le cronache locali parlano di agguati soprattutto durante le serate del week end, risse fuori ai locali, spari fuori le pizzerie.
Ma di mezzo, la maggior parte delle volte, non ci vanno solo i secondini delle strade dello spaccio e delle estorsioni, ma anche chi non è legato a contesti di criminalità organizzata.
Le soluzioni della Lamorgese
Camorra: Lamorgese: “Napoli è al centro dell’agenda politica di governo”
Di questa emergenza se ne è discusso in Parlamento.
Il senatore Sandro Ruotolo durante il Question Time al Senato ha illustrato alla ministra Luciana Lamorgese le numerose criticità dell’emergenza criminalità nel territorio della città Metropolitana di Napoli , chiedendo un intervento del Presidente del Consiglio.
Ruotolo:
“Nell’area metropolitana di Napoli a 150 mila abitanti è sospesa la democrazia perché ben tre comuni: Castellammare di Stabia, Torre Annunziata e San Giuseppe Vesuviano, sono stati sciolti in 100 giorni dal consiglio dei ministri, per condizionamento della camorra. Inoltre, appare
preoccupante la recrudescenza di episodi criminali in crescita in molte zone della città di Napoli, con dinamiche di contrapposizione tra gruppi della camorra sempre più fluidi e meno stabili, e quindi bisognosi di affermarsi con l’uso della forza per il controllo di traffici illeciti.
C’è da aggiungere che il rapporto presentato dalla Banca d’Italia sul divario Nord-Sud, sulla diffusione di fenomeni illegali e della criminalità organizzata che, oltre a incidere pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini, si riflette anche sul mondo del lavoro e sulla crescita del territorio imponendo costi alle imprese e falsando il funzionamento del mercato.
C’è da evidenziare in senso positivo le diverse iniziative di associazioni, volontariato, mondo della scuola, parrocchie che provano a costruire forme di impegno significativo e sempre più diffuso per il riscatto del territorio e l’iniziativa del patto educativo per la città metropolitana di Napoli, sottoscritto dalla Curia, da lei, dal ministro dell’Istruzione, dal sindaco metropolitano e dal presidente della regione Campania, si pone l’esplicito obiettivo di contrastare più efficacemente il fenomeno della dispersione scolastica e di promuovere percorsi di educazione alla legalità per i minori; anche se proprio in queste ore sta facendo discutere la ripartizione dei fondi assegnati da parte del ministro Bianchi.”
Il ministro Lamorgese nella sua risposta ha sottolineato: “Come Na
poli sia al centro dell’agenda politica del governo per la sua rilevanza strategica per lo sviluppo del Paese”.
E poi ha quindi citato una serie di interventi messi in campo, tra cui l’accordo per “il sistema di sicurezza ampio partecipata ed integrato che contiene progetti ad spettro per promuovere condizioni di sviluppo in una cornice di legalità”.
Il titolare del Viminale ha quindi adottato che è stato creato “un gruppo interforze di analisi sulla circolazione e approvvigionamento delle armi illegali nell’area metropolitana di Napoli.
“C’è stato anche – ha aggiunto – un progressivo rafforzamento degli organici delle forze di polizia: lo scorso febbraio sono state assegnate alla Questura di Napoli 100 unità ed è previsto da luglio un incremento di altre 70 unità, inoltre, ci saranno rinforzi estivi ed è previsto ulteriori 100 unità tra carabinieri e Guardia di Finanza.
Il controllo del territorio è stato rafforzato anche con l’impiego di 90 unità al giorno del reparto prevenzione crimini della polizia di Stato e 30 militari dell’intervento operativo del Reggimento carabinieri Campania”.
Poi, infine, ha evidenziato l’impiego dei fondi del Pon 2014/2020 “oltre ai progetti già realizzati, altri sono in stato di definizione nel campo dei sistemi della video sorveglianza localizzati in varie zone dell’area metropolitana anche a tutela dell’ingente patrimonio culturale e artistico”.
Incrementare le misure di sicurezza è indispensabile ma non determinate.
Nonostante le numerose operazioni delle forze dell’ordine che hanno coinvolto anche numerosi boss della mala campana, la camorra riesce sempre a rigenerarsi grazie all’ingresso delle nuove leve e agli esorbitanti introiti economici provenienti dalle attività illecite.
Fatto che denota come la repressione da parte delle autorità giudiziarie contro le cosche vada affiancata a riforme sociali che comprendano maggiore occupazione e interventi mirati all’istruzione e alle strutture educative nei territori neri dove la criminalità organizzata è maggiormente radicata.
Oltre a pensare a come reprimere, bisognerebbe invece pensare a come lo Stato ritorni ad essere presente in tutte le branche sociali della vita di ogni cittadino che vive in contesti a rischio camorra.
A cura di De Feo Michele.
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