Fine 2021 e Capodanno con Burian, il Gigante Africano! Dalla notte di San Silvestro e Capodanno un campo di alta pressione sub-tropicale inghiottirà l’Italia. Inizierà un periodo stabile, in gran parte soleggiato al Centro-Sud e sui rilievi, ma spesso nebbioso o con nubi basse sulla Pianura Padana e lungo le coste (qui soprattutto al mattino). Clima primaverile al Centro-Sud con punte di 20-22°C, anche sulle valli alpine. Befana: raid polare con crollo termico e neve sugli Appennini.
T
ra poco vi sveleremo se e quando sarà possibile un ritorno del Burian o Buran che dir si voglia, sebbene, come spiegato da noi in più occasioni, poiché la nostra lingua deriva dal greco e poi dal latino (e non dal russo), e poiché in greco antico troviamo la parola Boreas da cui per trasformazione della o in u e della e in i, il passaggio in Buria(n) o Buriana è immediato, tant’è che in molti dialetti italiani persiste la parola Buriana per indicare appunto il Burian.
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Altri etimi ricollegabili direttamente pertanto al russo sono da rigettare, semmai il contrario, la parola russa Buran deriverà ovviamente dalla stessa radice greca e indoeuropea comune, ma con modifiche derivanti dall’uso della lingua diversa dall’italiano.
Sul fronte meteo invece il “grande incubo” Burian potrebbe tornare molto presto, ed assomigliare veramente tanto a quella Befana del 1985 che congelò più di Mezza Italia e pure Roma: pensate che le proiezioni di oggi indicano un tracollo termico di oltre 20°C tra Capodanno ed il 6 Gennaio 2022.
Non ci resta che attendere il Burian… e si impennano le probabilità che ciò accada tra pochissimo.
Nel dettaglio il Burian è un gelido vento che durante la stagione invernale soffia sulle sterminate lande siberiane e le steppe kazake verso gli Urali o le pianure sarmatiche della Russia europea. Talvolta le raffiche di vento possono raggiungere i 100 km/h ed è accompagnato da tormente di neve che portano drastiche riduzioni di visibilità, aumentando di molto la sensibilità al freddo. La caratteristica principale è quella di essere una corrente d’aria gelida in quanto proviene da una zona ove è presente del “freddo pellicolare” ossia, uno strato d’aria freddissimo e pesante vicino al suolo e non più alto di 1000/2000 metri. Questo particolare evento rimane generalmente confinato alla Russia o al più all’Europa Orientale ma, in alcuni casi può far la sua comparsa anche in Italia. Ricordiamo ad esempio quelli del 1996, 2006, 2012 e in ultimo quello del febbraio/marzo 2018.
Ma cosa scatena queste ondate di gelo? La causa va ricercata sopra al Polo Nord dove tra gennaio e febbraio, ogni 5/6 anni si verifica un improvviso stratwarming. Con questo termine, in meteorologia, si fa riferimento ad un anomalo e intenso riscaldamento della stratosfera terrestre, sopra la regione artica, nell’ordine anche di 30°/40°C nel giro di pochissimi giorni. Questo riscaldamento, una volta attivo, tende gradualmente ad espandersi verso l’alta troposfera, dividendo letteralmente in più parti il Vortice Polare. Ed è proprio quello che potrebbe succedere con l’inizio del nuovo anno, quando le elaborazioni fiutano un episodio di stratwarming sopra la Siberia che potrebbe di fatto portare alla frantumazione del Vortice Polare.
E’ già accaduto in passato e per questo motivo sappiamo bene che lembi del vortice stesso possono scendere di latitudine innescando poderose ondate di gelo fin sul bacino del Mediterraneo. Nonostante la statistica che non vedrebbe tale fenomeno ripetersi per quest’anno (l’ultimo infatti è stato solamente 4 anni fa), secondo gli ultimi aggiornamenti è previsto un forte riscaldamento in alta stratosfera già con l’inizio del nuovo anno sopra la Siberia. Per questo motivo non è da escludere fase molto fredda a Gennaio a partire dal giorno 6 del 2022 appunto.
Metti “mi piace” alla nostra pagina Facebook! – Meteo / Cristina Adriana Botis / Redazione
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