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Castellammare di Stabia

Brescia: la Consulta per l’Ambiente dice NO alla discarica Castella

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La Consulta per l’Ambiente disapprova in toto l’ennesima delibera della Provincia di Brescia che ha autorizzato la discarica Castella nella conferenza dei servizi del 20 settembre scorso.

NO alla discarica CastellaDurante l’incontro decisorio i comuni di Rezzato, Brescia, Castenedolo e Borgosatollo hanno confermato il loro parere negativo mentre l’ATS, pur rilevando che la situazione del territorio in esame è molto critica e necessita di particolare attenzione, non ha però ritenuto di avere elementi sufficienti per il diniego.

I

dettagli dell’atto dirigenziale verranno resi noti fra una decina di giorni.

In quell’occasione si prenderà visione di quali condizioni siano state poste per la sua realizzazione, e di conseguenza di quali potenziali danni i cittadini potranno subire nella loro quotidiana vivibilità.

Puntualizziamo che in questa discarica verranno conferiti rifiuti speciali, che sono quelli a mercato libero e non derivando da uno specifico bacino sono rifiuti ad alta profittabilità.

L’operazione quindi non è motivata da un reale bisogno del territorio provinciale o regionale, ma rispondono esclusivamente ad un vantaggio economico.

Infatti rileviamo che verranno smaltiti anche i fanghi di depurazione che nella delibera regionale di corretta gestione dei rifiuti dovrebbero andare all’incenerimento anziché in discarica.

La cosa che più di tutto stride in questa operazione è proprio che la società La Castella Srl sia controllata da una società a capitale interamente pubblico quale Garda Uno (comuni del Garda).

Società che dovrebbe avere come esclusivo indirizzo il bene comune.

Qui però il senso del bene comune sembra aver trovato una specifica variante e cioè averlo convertito al bene puramente economico del proprio comune, che non è certo la stessa cosa.

Infatti questa discarica verrà realizzata sulla pelle degli abitanti del comune di Brescia e Rezzato che sono lontani dai confini dei comuni proprietari e non sono certo elettori della zona del Garda.

Riteniamo pertanto che le istituzioni di governo politico a tutti i livelli riconsiderino questa scelta ed opponendosi a questa filosofia aberrante ritornino ad assumersi le loro responsabilità di gestori del bene comune.

Chiediamo alla Politica bresciana di promuovere incontri istituzionali urgenti, soprattutto con i comuni proprietari, per riconsiderare l’apertura di questa ulteriore discarica.

p. l’Ufficio di Presidenza
Il coordinatore
Marcello Scutra

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